Gemitaiz - Quei bravi ragazzi

Esce domani "L'unico compromesso", primo album di quel giovane talento che è Gemitaiz. L'etichetta è Tanta Roba, gli ospito prestigiosi (Bassi Maestro, Salmo, Ntò, Ensi e Madman). L'intervista di Marta Blumi.

Tanta Roba Records, l'etichetta fondata da Gué e dj Harsh, sulla carta partiva già molto bene, ma nella pratica si è rivelata ancora meglio del previsto, rivelandosi una delle poche realtà ad alto livello realmente devote al rap duro e puro. Dopo la separazione consensuale con Fedez, primo artista a
Tanta Roba Records, l'etichetta fondata da Gué e dj Harsh, sulla carta partiva già molto bene, ma nella pratica si è rivelata ancora meglio del previsto, rivelandosi una delle poche realtà ad alto livello realmente devote al rap duro e puro. Dopo la separazione consensuale con Fedez, primo artista a - Photo by Cirasa

Tanta Roba Records, l'etichetta fondata da Gué e dj Harsh, sulla carta partiva già molto bene, ma nella pratica si è rivelata ancora meglio del previsto, rivelandosi una delle poche realtà ad alto livello realmente devote al rap duro e puro. Dopo la separazione consensuale con Fedez, primo artista acquisito ma anche unica nota stonata (o meglio, unica nota pop) rispetto al resto della label, rimangono Ensi, Salmo e un nuovo, promettente nome entrato da pochi mesi nella squadra: Gemitaiz. Già ben noto a chi ascolta rap – soprattutto a Roma, la sua città – Gemitaiz ha appena 24 anni ed è adorato sia dai suoi coetanei che da ascoltatori più navigati, ivi compresi molti suoi colleghi veterani. Finora ha pubblicato soprattutto lavori collettivi (con Xtreme Team, la sua crew) e in free download, come i tre volumi dello street album “Affare romano”, tutti scaricatissimi: “L'unico compromesso”, che esce domani sotto l'egida di Tanta Roba, è il suo primo album ufficiale, cosa che alza ulteriormente la posta in gioco per il giovane mc. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con lui per ripercorrere la sua carriera fino ad oggi.

Tu e Coez siete al momento gli unici artisti rap romani ad avere ottenuto un contratto con una grossa etichetta (Coez con la Carosello Records, anche se al momento non fa più propriamente rap, ndr), e questo nonostante Roma sia una delle più prolifiche in assoluto, in fatto di hip hop. Come mai, secondo te? Pensi che la scena romana sia un po' sottovalutata?
No, assolutamente, però credo che nell'immaginario del rap romano non restare del tutto indipendenti sia una specie di tabù, un vaso di Pandora da non scoperchiare, perché si pensa che un contratto potrebbe influire sulla carriera dell'artista. Naturalmente questa è una leggenda metropolitana: tutto dipende dal contesto in cui ti trovi e dall'etichetta con cui firmi. Io personalmente ho firmato con un'etichetta indipendente gestita da persone che stimo molto, quindi non sono preoccupato. Roma non è sottovalutata, anzi, ha fatto scuola per moltissimi anni con colonne portanti come Colle Der Fomento, Cor Veleno o Noyz Narcos, e continua a sfornare talenti.

A proposito del tabù di cui parlavi prima, quando è stato annunciato il tuo ingresso in Tanta Roba ci sono state diverse polemiche, a cui hai risposto pubblicamente via Facebook...
L'ho fatto semplicemente perché mi sono sempre posto allo stesso livello del pubblico che mi segue, perciò se un pensiero di alcune tra queste persone mi delude mi sento in dovere di dirlo, proprio come farei con un mio amico.

Hai avuto modo di capire se, ora che il disco è finalmente in uscita, queste perplessità si sono un po' placate?
Non ci faccio più granché caso, a dire il vero. Ma credo che se il messaggio che volevo trasmettere con questo disco riuscirà ad arrivare, saranno tutti molto soddisfatti. In fondo stiamo parlando dei miei fan, e penso che loro per primi sappiano distinguere molto bene un prodotto mio da un prodotto che ha subito influenze esterne.

Hai anni di militanza nell'underground alle spalle e l'attenzione su di te è sempre stata molto alta: presumibilmente avrai ricevuto anche altre proposte discografiche. Perché hai scelto proprio Tanta Roba?
C'erano state diverse altre realtà che si erano interessate a me, ma ho scelto loro innanzitutto perché Gué è un pilastro della scena hip hop italiana. Ha pubblicato dischi memorabili, compreso il suo solista “Il ragazzo d'oro”, che è davvero straordinario. Ascoltarli mi ha fatto capire molte cose e mi ha fatto crescere molto. Anche con Harsh ci conoscevamo da tempo, abbiamo anche lavorato insieme in diverse occasioni e c'è grande stima reciproca; insomma, firmare con loro è venuto naturale, sarebbe stato strano il contrario.

Che tipo di lavoro avete fatto insieme su questo album?
Innanzitutto mi hanno aiutato a contattare tutte le persone che avrei voluto nel disco, soprattutto quelle con cui non avevo ancora un rapporto personale (tra gli ospiti del disco ci sono Bassi Maestro, Salmo, Ntò, Ensi e Madman, ndr). Ma in ogni caso ho fatto tutto quello che volevo fare, come lo volevo fare e quando lo volevo fare: non ho ricevuto nessuna imposizione e ho lavorato senza avere alcun paletto. Ho fatto esattamente il disco che avrei fatto anche da artista autoprodotto, tanto che l'ho registrato a Roma nello studio di Mixer T, dove avevo inciso tutti i miei precedenti progetti.

A Roma spuntano nuovi validissimi rapper ogni giorno: un consiglio su qualche nome da tenere d'occhio?
Trovo che i ragazzi di NSP siano molto bravi: uno di loro, Sercho, è particolarmente talentuoso ed è anche presente nel mio album. Da non perdere anche il disco di 3D, in cui sarà coinvolta buona parte della scena romana, tra cui nomi nuovi come Briga o Achille Lauro. Insomma, c'è parecchio fermento.

Anche tu fino a pochi anni fa facevi parte di questo fermento emergente, grazie alla tua crew Xtreme Team, che nel giro di breve si è imposta all'attenzione della scena italiana...
Xtreme Team è stata la mia nascita, a livello musicale: con Canesecco abbiamo realizzato i primi mixtape e siamo riusciti a farci notare pur producendo un tipo di musica che prima di allora era considerata un sacrilegio (un tipo di rap molto grezzo e diretto che negli Stati Uniti è ben radicato, ma con cui in Italia effettivamente non molti si cimentano, Ndr). Piano piano siamo riusciti a cambiare le cose, e soprattutto a cambiare la visione della gente. Crescere con loro per me è stato importantissimo, ma ora stiamo tutti cercando di concentrarci sui nostri percorsi individuali: io, come solista, vorrei cominciare a sperimentare cose diverse da quelle che ho fatto finora, per evolvermi.

Con i tuoi 24 anni sei decisamente giovane e sei emerso grazie al traino di un personaggio altrettanto giovane, Canesecco. Molti rapper della vostra età dichiarano di non conoscere molto bene la old school italiana e di non ascoltarla neppure, anche perché magari hanno cominciato a interessarsi di hip hop grazie all'ondata più recente. Tu, invece, cosa pensi della scena che ti ha preceduto?
Personalmente ho scoperto il rap italiano attorno al 2001, quando ero bambino, e da allora mi sono andato a cercare tutto ciò che è venuto prima: ascolto ancora volentieri i dischi di Neffa o degli Otierre, così come quelli di Bassi Maestro, dei Colle Der Fomento o degli stessi Club Dogo prima di diventare famosi. E trovo che in alcuni periodi artisti come Esa o Tormento siano stati davvero spettacolari e insuperabili. Quel gruppo di artisti ha portato l'hip hop all'attenzione del pubblico italiano, perciò ho massimo rispetto per loro.

Nel primo singolo estratto dal tuo album, Fuori di qua (out of my way pt. 2), dici “Un contratto è il minimo per tutto quello che mi hanno sottratto”. A che cosa ti riferisci esattamente?
Parlo di quello che ho vissuto fino ad ora, di quello che mi è capitato crescendo: diversi avvenimenti che mi hanno segnato e che mi hanno portato a credere un po' meno in quello che stavo facendo e in me stesso in generale. Emergere, per me, è stato soprattutto un riscatto e la dimostrazione che sarei davvero riuscito a fare quello che volevo. Insomma, spero che quella frase non venga interpretata come una rivendicazione economica, perché per me i soldi sono davvero l'ultima preoccupazione: rispetto a tutto ciò che ho fatto e che ho provato a lasciarmi alle spalle e superare, non contano granché.

Anche tu, quindi, sei uno di quei rapper che non si è mai immaginato a fare nessun altro lavoro, musica a parte?
Sì, non ho mai avuto altri interessi: ho deciso di cominciare con il rap a dodici anni e da allora ho sempre pensato che la musica fosse la cosa più bella in assoluto che potessi fare, e ho fatto solo quella. Oltretutto anche mio padre era un musicista, perciò sono sempre cresciuto in mezzo ai suoni. Anche se ovviamente lui faceva tutt'altro genere: era un cantautore, suonava chitarra e tastiere.

Tornando per un attimo al primo singolo estratto da L'unico compromesso, nel video c'è un bambino (bravissimo, tra l'altro) che rappa al posto tuo: come mai?
Di solito, quando giro un video, do sempre io un'idea da cui partire. Stavolta non ce l'avevo proprio, perciò i registi Niccolò Celaia e Antonio Usbergo mi hanno suggerito che, se non mi sentivo protagonista del video, avremmo potuto trovare qualcun altro per interpretare la mia parte. Io, però, volevo comunque apparire, visto che il pezzo lo sento molto, perciò abbiamo optato per un'alternanza tra me e questo bambino, vestito come me, che rifà i miei stessi playback: il senso è che continuo a fare quello che facevo da piccolo e non sono mai cambiato davvero. Il bimbo lo abbiamo scelto tramite un casting ed è stato spettacolare, una vera macchina!

Domani esce il tuo disco: prima che tutti lo ascoltino e si facciano un'idea loro, vuoi raccontarci in due parole che cosa dobbiamo aspettarci e con che spirito affrontare l'ascolto?
C'è dentro tutto quello che mi è passato per la testa negli ultimi due anni: le domande che mi sono fatto, le conclusioni a cui sono arrivato, i ricordi del passato e gli spunti del presente. Tutto qui.

Album a parte, cosa ti riserva il futuro?
Nell'immediato partirò per un giro di instore in tutta Italia, mentre quest'estate sarò in tour: alcune date che verranno annunciate presto saranno davvero speciali, scoprirete presto il perché. Attorno a settembre ci saranno delle grosse sorprese, ma per ora non posso dire nulla!

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L'articolo Gemitaiz - Quei bravi ragazzi di Marta Blumi Tripodi è apparso su Rockit.it il 2013-05-27 12:16:24

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