Sei cose che la scienza ci ha insegnato sulla musica

Se credevate di sapere tutto, vi sbagliavate

Albert Einstein
Albert Einstein
26/06/2014 - 12:30 Scritto da Nur Al Habash

1. La musica rende il cibo più saporito
 

Che sapore hanno le vostre canzoni preferite? La Oxford University ha condotto uno studio dal quale emerge che i suoni possono influenzare il sapore del cibo che stiamo mangiando, in una maniera non troppo differente dalla correlazione tra l'odore di una cosa e il suo aspetto. È stato scoperto per esempio che i suoni con dei bassi particolarmente gravi inducono un sapore amaro, mentre i suoni molto acuti sarebbero in grado di rendere il cibo molto più dolce. Questa scoperta sta spingendo alcune aziende inglesi a ripensare i materiali usati per le loro confezioni in modo da produrre un suono più "croccante" all'apertura e rendere così il contenuto più "fresco". In pratica è probabile che tra 20 anni mangeremo del "cibo modificato sonicamente". Wow. (Qui l'articolo dove si approfondisce la scoperta)

 

2. Il rock evoca nella nostra mente l'immagine di un animale ferito
 

Ok, ma nulla di macabro. Un gruppo di studio della University of California ha scoperto che il rock’n’roll ha le stesse caratteristiche musicali dei versi prodotti dagli animali feriti per chiedere aiuto. Durante i primi stadi della sua evoluzione, l'uomo ha sviluppato la capacità di riconoscere queste richieste di aiuto animale, sia collegandole al pericolo che ad una probabile cenetta. Per questo, la musica che ha delle caratteristiche auricolari simili a quelle degli animali feriri cattura l'attenzione dell'uomo in maniera da eccitarlo. (Qui un articolo in cui si approfondisce la correlazione) 

 

3. La musica aiuta la concentrazione
 

 

Per molti questa non è una grande scoperta, ma bisognerebbe sventolare questa ricerca scientifica di fronte a tutti quegli insegnanti o datori di lavoro che proibiscono l'ascolto di musica nei momenti in cui è necessaria un'alta concentrazione mentale. Uno studio della Florida International University Centre for Children and Families ha scoperto infatti che le distrazioni musicali non sono affatto distrazioni, anzi aiutano la concentrazione, al contrario degli stimoli prodotti dalla tv. Quando hanno comparato la produttività di studenti impegnati in esercizi di meditazione con altri impegnati in ascolti delle loro band preferite, per la maggior parte dei casi non c'era alcuna differenza. (Qui lo studio) 

 

4. La musica pop è più chiassosa e monotona che mai
 

Il Consiglio Nazionale per la Ricerca spagnolo ha scoperto che oggigiorno le canzoni vengono incise ad un volume molto più alto di quanto non si facesse negli anni passati. Ciò significa che, tra due canzoni incise in due decenni differenti, quella più recente suonerà molto più "alta". Oltre a questo, i ricercatori spagnoli hanno scoperto anche che la musica pop di oggi è molto più monotona di un tempo: dopo aver compilato un database contenente più di un milione di canzoni, è emerso che la musica pop moderna contiene molte meno variazioni in quanto a combinazioni di note e meodie rispetto ai pezzi di 50 anni fa. (Fonte)

 

5. La musica è meglio del sesso
 

Un sondaggio commissionato da Spotify ha rivelato che per il 40% degli intervistati la musica che ascoltano durante un rapporto sessuale è più eccitante del partner stesso. I partecipanti al sondaggio sono stati 2000, con un'età compresa tra i 18 e i 91 anni. Lo scopo era quello di investigare la relazione che intercorre tra la musica, la seduzione e le storie d'amore. La musica e l'eccitazione hanno una connessione molto forte nella nostra mente perché possono lanciare gli stessi identici stimoli provocati dal cibo, dalla droga o dal sesso stesso. Su Spotify c'è anche la playlist ricavata dal sondaggio, dal titolo ‘Songs That Are Considered Better Than Sex’: la numero uno è ‘Bohemian Rhapsody’ dei Queen (e sappiamo già che per molti basta questo per invalidare tutto)

 

6. Il pogo si comporta come le particelle di gas
 

Uno studente della Cornell, Jesse Silverberg, che si autoproclama "fisico del pogo", ha trovato una singolare somiglianza tra le dinamiche che intercorrono tra i partecipanti a un pogo e quelle tra delle particelle gassose. Queste ultime infatti sciamano su se stesse, si scontrano in maniera random e sono spesso influenzate da fattori ambientali come il calore o la pressione dell'aria. Esattamente come un mucchio di gente che poga. (Qui lo studio)

 

 

 

(via)

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L'articolo Sei cose che la scienza ci ha insegnato sulla musica di Nur Al Habash è apparso su Rockit.it il 2014-06-26 12:30:00

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