A cosa serve oggi un videoclip?

Il videoclip è spesso uno dei "compiti" più eccitanti e assieme difficili per un musicista. Ecco qualche regola fondamentale per evitare di fare un buco nell'acqua.

Come girare un video musicale
Come girare un video musicale - Giovanni Ragone

Ogni giorno guardiamo dozzine e dozzine di videoclip, spesso perché è anche il modo più semplice per ascoltare una canzone e condividerla con gli altri. Da questo ne deriva che, per una band o un artista, produrre un videoclip nel 2014 ha un'importanza fondamentale. Una cosa non sempre semplicissima, specialmente se si tratta di musicisti con poca familiarità con l'arte del "vendere se stessi" o con i videoclip tout court.
In questo articolo cerchiamo di darvi qualche dritta con l'aiuto di tre persone che ne sanno qualcosa: i registi Roberto Saku Cinardi (che ha girato video per Verdena, Tiziano Ferro, Emis Killa) e Giacomo Triglia (che ha girato video per Cristina Donà, Brunori Sas, Colapesce), insieme a Andrea Girolami, curatore di contenuti video per Wired, coordinatore musicale per la piattaforma video Qoob e creatore della serie musicale "Pronti al Peggio".

Aspettiamo i vostri suggerimenti e pareri nei commenti.
 

 

A cosa serve un videoclip nel 2014?

 

Non c'è bisogno di girarci tanto intorno: sono ormai ben lontani i tempi di Videomusic, Tmc2 o Mtv, e "la tv, specialmente in ambito musicale, è obsoleta. Possiamo anche non parlarne affatto", concorda Roberto Saku Cinardi.
Per qualche ragione però il videoclip è sopravvissuto alla morte della tv musicale e ha trovato il suo spazio in altri e nuovi media, seguendo un'evoluzione che somiglia sempre di più a quella di una forma d'arte. "Semplicemente l’asticella si è alzata, con YouTube e affini l’offerta è altissima e la competizione è diventata globale.

Il risultato?
Ora che i videoclip non hanno più spazio in tv e rimbalzano esclusivamente su bacheche e homepage, sono paradossalmente anche più importanti di un tempo. Ma a cosa servono, esattamente?
Secondo Andrea Girolami "un video serve per dare importanza, spessore, perimetro e corpo ad una canzone e a un immaginario musicale che nell'era dello streaming e del "tutto e subito" rischia di perdersi senza aver possibilità di attirare l'attenzione del navigatore. Il video è un'occasione per "spiegare" (nel senso di far capire da dove si viene, dove si vuole andare) o "arricchire" (nel senso di dare spessore, mistero) al mondo che gira attorno a un artista o una band. Per un gruppo che si vuole far notare è indispensabile avere un mondo attorno da mostrare, e i video sono il modo migliore di farlo. Servono anche a pompare l'attività live, sono un biglietto da visita per promoter, agenzie e pubblico, per fare in modo che si continui a parlare dell'artista." 
Se però non avete idea di quale sia il vostro mondo, musicalmente parlando, probabilmente è meglio continuare a lavorare su quello. Anche perché oltre ad essere un ottimo strumento promozionale, i video servono anche a potenziare la stessa musica, come suggerisce Giacomo Triglia: "ascoltare un brano mentre si guardano le immagini ad esso collegate aiuta a rimanere concentrati sulla musica, sul testo, e sul nome della band (se si tratta di una band emergente). Se il video è bello il brano ne esce valorizzato e l'ascoltatore è invogliato a condividere e approfondire".



("L'uomo con la macchina da presa", di Dziga Vertov) 

 

Produrre un video è importante, ma non è obbligatorio

 

Le due colonne fondamentali per un buon videoclip di qualsiasi tipo sono a) avere un'idea e b) possibilmente, anche i soldi per realizzarla.
Se mancano questi due elementi probabilmente è meglio rinunciare del tutto, soprattutto se il vostro piano b è quello di puntare su di un video casalingo in cui registrate qualche pezzo in acustico di scarsissima qualità. Stessa cosa vale per i teaser e i trailer dei dischi o i teaser degli stessi video (roba da spingitori di spingitori di cavalieri): "tirarsela troppo con tantissimi teaser per progetti tutt’altro che hollywoodiani potrebbe generare più che altro un alone di sfiga", sintetizza perfettamente Roberto Saku. 
Questo però non vuol dire che non bisogna nemmeno tentare. "Certo occorre fare un minimo di investimento, oggi con le reflex è facile creare belle immagini ma è altrettanto facile fare danni consistenti, quindi a volte forse è meglio cercare insieme a registi di "professione" un'idea vincente con bassi costi di produzione che sia comunque gradevole e professionale", consiglia Giacomo Triglia.

 

La regola aurea: evitare i cliché

 

Ancor prima dei discorsi sul budget da utilizzare, sulle specifiche tecniche o sul concept artistico del video, è importantissimo ricordarsi di rifuggire i cliché. Fuggirne lontano, il più possibile. 

Di quali cliché stiamo parlando?
Un esempio sono quei video in cui la band (spesso con rigorosa uniforme consistente in camicia nera e cravatta rossa) suona in un capannone abbandonato, o dentro un complesso industriale in rovina, o tra dei ruderi in campagna. Tralasciando la scelta dei setting bucolici o post industriali, ricordate che non è obbligatorio apparire nel proprio video, specialmente se vi sentite goffi o assolutamente fuori contesto. E se l'unica soluzione che vi viene in mente è sfogliare dei cartelli con su scritto il testo della canzone, sappiate che non è particolarmente originale nemmeno quello (a meno che non siate Bob Dylan).
Continuando con la lista di cliché da evitare, non possiamo non nominare quei video nei quali figura la classica scena della ragazza che corre tra i campi o che li attraversa in bici. O ancora i videoclip in cui ci si sforza in tutti i modi di inserire una trama. Amorosa, ovvio. 
"Una ragazza che corre in slow motion è una buona soluzione quando si ha poco tempo e soldi, funziona più o meno sempre e fa da “riempitivo. L’ho fatto anche io!" confessa Roberto Saku Cinardi; "Tra i primi video-cliché che mi saltano in mente aggiungerei anche la scena al cellulare (litigata, sms ricevuto, videochiamata), la scena nel club con le tipe addosso al rapper, la scena al volante dell’auto. In generale nel rap è cliché tutto quello che riguarda lusso, violenza, sesso. Nel rock/metal/punk tutto quello che riguarda distruzione, scenari postapocalittici, velocità. Nel pop le lacrime, gli sms, le storie d’amore."
Secondo Andrea Girolami, una parte del problema è ovviamente il budget che si ha a disposizione, ma non solo: "Diciamoci la verità: in Italia non ci sono soldi per fare videoclip dalle grandi scenografie, a parte pochissimi casi di artisti che incidono per etichette major, e anche in quel caso l'esito non è sempre felice. Il consiglio quindi è di evitare il "vorrei ma non posso", rendersi conto dei propri mezzi e capire che l'idea è importante ma l'esecuzione lo è molto di più. Faccio l'esempio di due video poveri ma secondo me molto belli che ho visto negli ultimi mesi:

video frame placeholder

Una piscina vuota, qualche comparsa e un bravo performer è tutto quello che serve per fare un video che non sfigurerebbe in nessuna programmazione musicale televisiva e che può rivaleggiare anche con le produzioni estere. Quando c'è il talento di chi è dietro la macchina da presa e l'occhio giusto, 100 euro possono valere migliaia. Quindi cari musicisti affidatevi a gente anche giovane, anche alla prima esperienza con i videoclip, ma che secondo voi ha gusto. E non cercate di imporre la vostra idea, ciascuno fa il proprio mestiere. Voi limitatevi a suonare e se chiedete una mano a qualcuno, poi lasciatelo fare.

video frame placeholder

Ancora più che prima la dimostrazione che a volte basta una videocamera del cazzo e gli effetti video che si usano per il filmato del matrimonio. L'importante è lo stile con cui vengono usati. Rispetto al video di Mecna qui l'effetto è un po' più "arty" ma sempre meglio del videoclip solito della band "ruooock" che suona in cima alla montagna mente il vento gli scompiglia i capelli e si vede per sbaglio il cugino col ventilatore sul fondo."

 

 

Ok. Abbiamo un video bello. Dove e come lo facciamo girare?

 

Una delle abitudini più diffuse è quella di limitarsi a pubblicare il video sulla propria pagina Facebook, convinti che il solo buon lavoro che ci avete messo dentro basterà a far conoscere video, canzone e band al mondo intero.
Bene, questa può essere un'opzione solo se avete a disposizione un ufficio stampa davvero buono che faccia il grosso del lavoro al posto vostro. Se così non è, sappiate che impegnarsi per farsi pubblicità non è un delitto, né uno "sporcarsi le mani". La vostra dignità e purezza di musicisti non diminuirà se proverete a far conoscere la vostra musica in modo intelligente. Come spiega Andrea Girolami, "un video è una lettera da imbucare ai vostri fan, al vostro network. Quindi pensate a chi avete attorno e comportatevi di conseguenza. Se vi accorgete di non sapere dove o a chi mandarlo il problema è proprio questo: non avete dei link esterni e state sprecando tempo e fatica. Pensate ai siti di informazione o musicali che seguite (o anche semplici pagine Facebook con molto seguito), e che magari hanno uno stile e tono simile al vostro o a quello evocato nel video, scrivetegli facendo vedere che conoscete il loro lavoro e che quello che fate ci si incastra alla perfezione. A volte un video può essere anche un "ponte" verso altri territori: se è a tema sport, se è comico, o se contiene un tormentone, gioca con la nostalgia o personaggi noti. Sono questi i tipici "ganci" che vi permettono di strizzare l'occhio ad un pubblico che ancora non vi conosce ma che potrebbe essere attratto dal gioco di scatole cinesi che avete organizzato."

 

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L'articolo A cosa serve oggi un videoclip? di Nur Al Habash è apparso su Rockit.it il 2014-09-14 00:00:00

COMMENTI (4)

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  • tompedro 10 anni fa Rispondi

    questo è il nostro primo video, a costo contenuto.

    youtube.com/watch?v=aV6_0kJ…

    commenti e critiche saranno ben accetti!

  • alekitsch 10 anni fa Rispondi

    Con questo video a costo 0, vincemmo il PIVI 2010 nella categoria miglior soggetto, passammo su rock tv e Rai 5:

    youtube.com/watch?v=BjdgE8h…

    L'idea sopra a tutto.

  • eliodnubes 10 anni fa Rispondi

    da videomaker mi ritrovo molto in quello detto dai colleghi a grandi linee. solo che certe volte i clichè, a piccole dosi, non sono da scartare. mettono il pubblico a suo agio, lo fa sentire cosciente di cio che ascolta e vede. come in tutto la verità è nel saper dosare ricercatezza e spacconaggine. bell'articolo!

  • GrazianoStainoFilmaker 10 anni fa Rispondi

    Indipendentemente da quanto sopra riportato come autore di diversi videoclip credo che il problema non sia assolutamente legato al discorso dell'immagine ma al discorso della musica.
    L'esagerata produzione di brani poco cool che produce questa Nostra iTALIA NON AIUTA GLI AUTORI.....CHE POVERACCI RIMANGONO SOLI NON AVENDO U NVERO PEZZO COME COLONNA SONORA DEL MINIFILM CREATO.....
    bISOGNA ESSERE CHAIRI ANCHE I REGISTI DI CLIP SI DEVON ODARE UNA CALMATA PERCHE' FARE UN CAVOLO DI VIDEOCLIP NON E' FARE UN FILM E QUINDI MENO PIPPE...MENO TITOLI DI ODA....MENO CREDITS...MENO MINISTORIE.....E SOPRATTUTTO CERCARE DI SEGUIRE UN MINIMO COLELGAMENTO COL BRANO......11111111111111111
    La csoa che manca e' un filo conduttore di tutto i lprogetto fin dall'inizio ci vuole qualcosa di piu' alla base un idea forte e poetica....che dev avere chi fa il disco e meno sta gran voglia di farsi vedere sullo schermo...sporchi mitomani......inutili mitomani.....spero che in futuro si possan ocreare altri forti imamginari che rinnovo ogni volta con i Verdena che rimangono l'ultima band exgiovane che e' riuscita a creare un forte seguito anche nelle immagini......i lresto smettetela di fare i videoclip se non credete nella band per cui lo fate.
    No nfate i videocli pgratis cercate di strappare almeno 100.00 per ciscun componente della band che se crede nel progetto DEVE pagare.....e soprattuttoverficate LA SERIETA' DEL GRUPPO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    bACI!!! ps BAsta con l oslowmotion!!!!!!!!!!!!!!!!!!