Ever

Ever

ziz

2013 - Stoner, Psichedelia, Post-Rock

Descrizione

Lo ZiZ (ri)nasce a nuova forma e ciclo vitale nel 2011, dalle ceneri o dalle braci ancora calde di svariati progetti dei territori di Voghera, Pavia e Alessandria (Anello Magnetico Rotante, Hawaiian Baby Woodrose, Ex-Inverter, Mocker Monkeys, Klaus & Candy, Morning Telefilm, Malasangre, Caput LVIIIm).

Con le ali spalancate, lo ZiZ oscura il sole ancora così come faceva millenni or sono: la mente si ottenebra ed è rovesciata nei flutti della psichedelia, alla deriva nello spazio, in un vortice d’aria in estasi interminabile, scandita dalle marzialità kraute del suo organo cardiaco, nella celestiale metamorfosi post-rock dei riflessi del suo piumaggio, capace di schiantarsi in picchiata, al suolo, con tutta la colossalità granitica dell’heaviness e dello stoner, di innescare stasi nell’evaporazione effusivo-liturgica per synth e tastiera dei gorghi elettrostatici del suo volo sconnesso.

L’etimologia di ZiZ rimanda a “tutto ciò che si muove”; ZiZ è la lettera del senso dell’andare, il trionfo della mobilità – è l’idea di immortalità, che non si posa mai, come le sue uova non si schiuderanno mai, schiudendosi ogni volta. E’ in questo contesto di significato che Ever sviluppa il concept dell’ immortalità biologica. Mentre la prima traccia apre il disco con l’avvento dello Ziz, le tracce intermedie (Jericho Lie, And to protect e Tardigrad) parlano di organismi, realmente esistenti, legati in un qualche modo al sogno dell’immortalità: la Rosa di Gerico (Selaginella lepidophylla) ostenta la sua illusoria capacità di risorgere continuamente dalla morte, la tartaruga di “And to protect” sopravvive alle malattie e al processo di invecchiamento per morire solo per causa del suo stesso indistruttibile carapace, il Tardigrado (Tardigrad) è un piccolo invertebrato capace di sopravvivere a temperature estreme, a forti radiazioni, sotto vuoto e persino nello spazio, contro qualunque avversità.
L’ultima traccia di Ever sviluppa invece la seconda valenza del significato dello ZiZ: l’infinità come dimensione del cosmo. Per questo Space is the place, e l’uovo deposto dallo ZiZ all’inizio dei tempi si rivela nient’altro che l’uovo cosmico, simbolo del nucleo primigenio dello spazio intero, involucro stesso del cosmo, l’universo in se stesso, non ancora dischiuso perché non ancora finito, e forse incapace di “finire”, nella sua infinitezza in eterna risonanza, nella sua semplicità, essenzialità e purezza che lo introduce all’eterno, nell’istantaneità infinitesimale in cui l’esistere si manifesta come presente eternamente ripetuto.

Credits

COMMENTI (1)

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  • simoz 11 anni fa Rispondi

    Fighissimi gli ZIZ!