Come ballare tra i banchi del mercato: l'intervista ai ragazzi di 180gr

Storia di un format bizzarro e affascinante che sta creando attorno a sé un forte senso di comunità

180gr
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17/06/2016 - 10:30 Scritto da Marcello Farno

Vi avevamo già parlato qualche tempo fa del progetto 180gr, un format tutto italiano che punta a portare i dj tra i banchi dei mercati rionali, creando un cortocircuito bizzarro e al contempo molto affascinante. Partendo dalla Campania l'idea sta muovendo lungo tutta la penisola, coinvolgendo numerosi artisti e creando attorno a sé un forte senso di "comunità". Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Enzo Iannece aka N-Zino, l'ideatore di 180gr, facendoci raccontare genesi, percorsi e sviluppi futuri del progetto.

La prima cosa che volevo chiederti è qual è stata l'illuminazione che ha portato alla nascita del progetto?
Un giorno ero in auto, nel traffico, lungo i margini di un mercato della mia città. Buttavo l’occhio tra i banchi, tra la gente che lo affollava ed ascoltavo i venditori che invitavano a toccare, saggiare ed acquistare i loro prodotti. Ho pensato che tutto ciò esiste da secoli e, nonostante l’invasione dei centri commerciali e dei grandi supermercati, il mercatino rionale ha mantenuto saldamente la sua posizione. Perché? Come mai ciò accade in modo naturale, quasi scontato, nonostante le strategie dei grandi colossi della distribuzione organizzata? Molto semplice. La gente vuole toccare, annusare, pesare e provare. Perché il calore di un venditore non è neanche lontanamente paragonabile al frigo di un supermercato… Proprio come succede per il vinile rispetto ai supporti digitali. Da li è partito il film che oggi conoscete.

Un format di questo tipo era stato già proposto qualche anno fa durante alcuni eventi off del Sonar. Avete avuto dei modelli nel dar vita alla vostra idea? Penso anche a Boiler Room ad esempio...
Direi una bugia se affermassi che Boiler Room o quel set di Richie Hawtin al Sonar non mi abbiano influenzato. Li ho osservati a lungo per capire cosa dovevamo fare soprattutto dal punto di vista tecnico e cosa invece non dovevamo ripetere. Sono saldamente convinto che l’elemento sociale contenuto nel DNA di 180gr è un plus che non si trova in nessun altro progetto ed il fatto che evitiamo il più possibile la presenza di clubbers durante le registrazioni ci tiene lontani dall’idea di club e saldamente vicini al popolo, al suo territorio e ai suoi prodotti, cose che amiamo tanto quanto la musica.

Come siete partiti? Chi avete subito pensato di coinvolgere?
Siamo partiti facendoci due conti, capendo dove potevamo arrivare con le nostre forze e coinvolgendo gli amici, giovani talenti del territorio che condividessero i nostri valori e l’amore per l’analogico. Poi la cosa è cresciuta e la famiglia di dj si è allargata, arrivando anche ad ospitare giovani artisti internazionali.

Il progetto è diventato in breve tempo virale. Quali sono secondo te gli elementi, i caratteri di questa idea che hanno contribuito a ciò?
Sicuramente l’accostamento bizzarro tra due mondi apparentemente all'opposto è il fattore principale. Poi documentare un anziano che balla per strada o, ad esempio, un dj che mangia una banana mentre suona sono stati un elemento scatenante. Non ultimo lo spessore degli artisti ospitati.

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Da un mercato all'altro cambia la percezione della gente nei confronti di quello che proponete?
I mercati sono tutti uguali, ritengo siano l’ombelico del mondo. A sud c’è un calore particolare ma il piacere e l’ospitalità degli operatori e del pubblico nei confronti di 180gr sono sempre gli stessi.

C'è qualche aneddoto particolare accaduto tra i banchi che ti va di raccontarmi?
Ti racconto un dietro le quinte, per farti capire com’è la gente dei mercati. Una mattina alle 6:00, parcheggiando nei pressi di un mercato a Palermo per organizzare le riprese, ho urtato l’auto di un venditore, rompendogli un faro. Lui mi raggiunge, guarda la macchina, mi da una pacca sulla spalla e se ne va. Ho dovuto insistere molto, molto a lungo prima di convincerlo a dargli un rimborso. In altri ambienti sono certo che non sarebbe andata così.

Qualche nome di dj che vorresti in futuro portare a 180gr?
Un nome sconosciuto, un dj mai ascoltato prima. Uno di quelli che ti lascia a bocca aperta e ti chiedi: ma questo mostro chi è? Ce ne sono tanti, bisogna solo cercare bene.

Quali sono le prossime tappe del progetto?
Dopo Palermo e Bari saremo a Torino. In cantiere ci sono date a Catania, Roma e Londra, oltre a tante altre proposte che stiamo valutando.

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L'articolo Come ballare tra i banchi del mercato: l'intervista ai ragazzi di 180gr di Marcello Farno è apparso su Rockit.it il 2016-06-17 10:30:00

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