Subsonica - Ritorno al futuro

Abbiamo trascorso un giorno a Castel del Monte, in Puglia, dove i Subsonica hanno presentato il nuovo album "8"

Foto di Chiara Mirelli
Foto di Chiara Mirelli

La prima cosa che chiedo ai Subsonica quando ci troviamo seduti in una delle sale di pietra del castello ottagonale di Federico II, è quale brano farebbero ascoltare per far conoscere la storia della band a qualcuno che non li ha mai ascoltati. Unica regola: niente brani dall'ultimo disco, "8", che esce oggi per Sony Music.
""Nuvole rapide", perché c'è ritmo, melodia, giocare con gli elementi, un tempo dispari, legato al concetto di clubbing"mi risponde Boosta, a cui fa eco Casacci "Sono d'accordo, anche "Discoteca Labirinto"", e secondo Vicio per le stesse motivazioni "Una nave in una foresta". Una motivazione diversa me la fornisce Samuel:"Secondo me "Dentro i miei vuoti" rappresenta a pieno i Subsonica. Contiene la sperimentazione, contiene una canzone, una voce di un cantante filtrata tanto da sembrare un robot". Gli racconto che è una canzone su cui a 15 anni ho versato fiumi di lacrime, perché mi piaceva un ragazzino e avrei voluto tanto trovare delle parole così per dirglielo. Mi dice: "Allora ho vinto".

Ci troviamo qui, nel cuore della Puglia, in un luogo affascinante e antico, perché i Subsonica hanno trovato nella particolare forma del castello un rimando quasi naturale al titolo del disco: "8" come una forma perfetta, ma anche come il simbolo dell'infinito.

Non è compito facile fare il punto su una band che ha significato tanto, per tanti, in oltre 20 anni di carriera. Non è facile nemmeno liberare la mente da quel misto di aspettative e pregiudizi che hai quando ti appresti ad ascoltare il nuovo album di una band che ha già dato tantissimo. Eppure la soddisfazione c'è, perché ci sono molti brani in questo nuovo "8" (non a caso l'ottavo della loro carriera) che ti portano al centro della pista. Primo su tutti "Punto critico", una "Colpo di pistola" 2.0 in cui Ninja da davvero il meglio di sé. Si vede che è un disco che si sono divertiti a suonare, e sottolineo questa parola perché è stato sempre il grande discrimine dei Subsonica: musica da club, suonata e cantata come farebbe una rock band, con tanti synth e lavoro in studio a spingere tutto un po' più in là. Anche se, a sentire loro, i Subsonica non sono una band che passa molto tempo in sala prove. "La dimensione della sala prove come sancta sanctorum in cui ti rifugi l'abbiamo abbandonata sin dagli esordi. Essere una band normale che si incontra in sala prove e mette le dita sugli strumenti per il gusto di suonare avrebbe forse portato a una sorta di manierismo, invece la nostra intezione è sempre stata dare corpo con gli strumenti a quella musica che ascoltavamo negli anni '90 fatta da non-musicisti, che invece usavano un sacco di synth e campionatori. Ma l'aspirazione massima è sempre stata suonare dal vivo".

In partenza il disco è una bella novantata, infatti idealmente è un compendio delle varie fasi attraversate dalla band: i primi quattro bani, e l'apertura "Jolly Roger" in particolare, hanno il gusto degli esordi, mentre "Respirare" è il brano più pop da cui emergono forti e chiare le doti vocali di Samuel, così come la toccante "Le onde", dedicata all'amico scomparso Carlo Rossi, che si candida già a diventare una istant-classic insieme a "L'incredibile performance di un uomo morto", scritta da Boosta. Già al secondo posto della tracklist si trova l'ospite del gruppo, Willie Peyote. Una collaborazione talmente naturale da risultare quasi banale, ma che regala uno dei testi più interessanti dell'album: "L'incubo di quando non riesci a decidere / tra ciò che ti protegge e quello che è da recidere / In fondo a cosa serve questa libertà / Quando non sai che fartene". Uno specchio di tutte le ansie con cui ci troviamo a combattere tutti i giorni.

Tra "Una nave in una foresta" e "8" ci sono stati un paio d'anni di esperienze separate, Samuel e Boosta con i loro album da solisti, Ninja e Casacci con i Demonology Hi-Fi. "Tutto quello che noi facciamo singolarmente è una specie di sgabuzzino in cui infiliamo dei ricordi e delle esperienze che quando scrivi non vai specificatamente a prendere ma ti ritrovi in mano. Il meccanismo dell'idea di un gruppo di cinque persone che hanno la necessità anche di sviluppare un proprio percorso solista, è il modo che abbiamo inventato per essere ancora qui dopo 20 anni, e avere ancora voglia di fare musica insieme". 
Non solo musica: Vicio in questi mesi si è dedicato alla scrittura di un libro che parla della sua esperienza con la meditazione e lo yoga, dedicato a chi lavora con la creatività, un manualetto che uscirà ad inizio 2019 e si chiamerà "Yoga tra le note". 

Presto il disco sarà portato dal vivo, in due spettacoli dallo spirito diverso: il primo in un tour europeo in piccoli club, e poi nei palazzetti italiani. "Il pubblico che troviamo negli show all'estero è composito, sicuramente c'è una parte di italiani all'estero, ed è sempre affascinante incrociare queste storie. Sono storie di successo a fronte di tante paure inziali. Poi c'è una parte di pubblico che parte dall'Italia per venirci a sentire, e infine gli amici autoctoni portati dagli italiani." mi racconta Ninja, e Casacci ricorda di una volta a Parigi in cui un gruppo di orientali cantavano tutte le loro canzoni, e una volta a New York in cui due ragazzoni dall'aspetto tipicamente statunitense e residenti a Brooklin sono andati a presentarsi"e abbiamo scoperto che avevano un gruppo e suonavano le nostre canzoni, quindi abbiamo una cover band dei Subsonica a Brooklin", chiosa Casacci. Le cose pazzesche che possono succederti nella vita. 

 

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L'articolo Subsonica - Ritorno al futuro di Chiara Longo è apparso su Rockit.it il 2018-10-12 12:43:00

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