Club Tenco: chi ha paura di Achille Lauro?

Polemica tra gli eredi di Tenco e l'organizzazione del Premio Tenco sul nome di Achille Lauro in cartellone

Nei giorni scorsi, il Club Tenco è tornato a far parlare di sé, animato da una polemica che ha diviso il pubblico. Prima ancora di scendere nei dettagli, diamo uno sguardo al programma della 43° Rassegna della Canzone d'Autore che si terrà il 17, 18 e 19 ottobre al Teatro Ariston di Sanremo: tra gli ospiti delle tre serate Manuel Agnelli, Vinicio Capossela, Fulminacci, Daniele Silvestri, Sergio Cammariere, Ron, Levante, Nina Zilli, Gianna Nannini e Achille Lauro. Tutto ok fino all'ultimo nome, poi sono stati sparati i fuochi d'artificio.

La famiglia di Luigi Tenco, tramite l'addetto stampa Michele Piacentini, ha scritto una lunga lettera dissociandosi dall'organizzazione della manifestazione. Ecco i passaggi più importanti:

"La distorsione della storia del “cantautorato” diffusa addirittura da chi dovrebbe rappresentare il “Tenco 2019” evidenzia interessi ben lontani da quelli perseguiti per decenni dal Premio Tenco. La partecipazione di artisti ospiti che “non conoscono il mondo dei Cantautori”, specialmente qualora venissero incaricati di interpretare la sigla di apertura della rassegna, appare come una forma di pubblicità per costoro e fa perdere la storica funzione di riconoscimento culturale per coloro che invece creano canzoni di spessore. L’organizzazione degli eventi collaterali che nulla hanno a che fare con il mondo della canzone d’autore, ma che sfruttano il nome Tenco per dare risalto a momenti dedicati all’“AperiTenco” o alla “MovidaTenco”, tende a trasformare l’importante significato del Premio Tenco in un banale circo-spettacolo in cui tentano di trovare visibilità quelle persone e quelle aziende appartenenti a mondi piuttosto lontani da quello della canzone."

Il direttivo del Club Tenco ha incassato le perplessità degli eredi del cantante di scuola genovese, scomparso a Sanremo nel 1967 e ha risposto con un comunicato, andando direttamente al cuore del problema:

"Siamo estremamente addolorati e negativamente sorpresi dal contenuto e dal tono del comunicato stampa che gli eredi di Luigi Tenco hanno diffuso quest'oggi. Maggiormente sorpresi perché le questioni principali contenute nel comunicato erano già state discusse verbalmente con l'avvocato della famiglia Tenco e, a nostro avviso, sembravano risolte. In particolare le critiche riportate dall'avvocato riguardavano sostanzialmente due aspetti della rassegna di quest'anno. Il primo e più importante riguarda il nome del cantante scelto dalla nostra direzione artistica per cantare la sigla iniziale, l'ormai mitica 'Lontano, lontano' di Luigi Tenco. Il nome è evidentemente quello di Achille Lauro, artista su cui già l'ufficio stampa di Michele Piacentini aveva manifestato il dissenso della famiglia. Dissenso legittimo ma che non poteva assolutamente incidere sulle scelte autonome del direttore artistico e dell'intero direttivo. Inoltre le critiche fatte alludevano anche ad una supposta scelta "commerciale" per la scelta di un nome non formatosi nei tradizionali canali del cantautorato, obiezione totalmente da respingere perché non riconosceva alla Rassegna della canzone d'autore la ormai storica capacità di cogliere la qualità artistica degli artisti invitati indipendentemente da se si siano messi in luce attraverso i canali di nicchia di una certa canzone d'autore o, come in questo caso, attraverso la partecipazione a eventi quali il Festival di Sanremo.

Il secondo aspetto non meriterebbe neanche una risposta e tratta la denominazione di alcuni piccoli eventi locali con il titolo di 'AperiTenco' o 'MovidaTenco'. Si tratta di iniziative estranee alla struttura del 'Premio Tenco' e proposte autonomamente da alcuni locali aderenti alla Confcommercio che è nostro sponsor, sicuramente con l'intento benevolo di far conoscere anche ai più distratti la presenza cittadina della nostra Rassegna. Comunque ci eravamo già attivati per cancellare quei titoli che potevano creare equivoci."

Fondamentalmente, liofilizzando i comunicati, tre sono le cose che hanno scandalizzato la famiglia: le diciture AperiTenco, MovidaTenco e il nome di Achille Lauro. Per le prime due pare si sia trattato di un banale equivoco di cui la direzione ha poco a che fare, in quanto gli eventi non sono direttamente collegati al Premio Tenco. In più, effettivamente, a una serata ossimoro come MovidaTenco andremmo solo per vedere come sono stati combinati i due vocaboli nella pratica. Passiamo alla vera ragione del malcontento famigliare: Achille Lauro.

 

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Gli eredi devono aver pensato: "Questo non è un cantautore, è un trapper provocatore, che ci fa alla rassegna che porta il nome del nostro caro estinto, un campione di sobrietà e serietà?". Vero, ma solo nella narrazione post presunto suicidio, che descrive Luigi Tenco solo come un artista ombroso, incline alla depressione e ai temi della tristezza. La realtà è un'altra e non si ferma ai successi "Vedrai Vedrai", "Lontano Lontano" "Mi sono innamorato di te" o  "Ciao Amore Ciao" (quest'ultima, canzone con una struttura pop sperimentale per il tempo). Un bell'articolo di Giulia Cavaliere ci ricorda il Tenco che scriveva canzoni rivoluzionarie per il tempo, con testi legati ai temi caldi degli anni sessanta: divorzio, corruzione, istanze giovanili, tutti visti con occhio sagace e rivoluzionario. Non solo: Tenco è stato autore di canzoni ironiche, sarcastiche, scomode, interpretate in modo teatrale, come "La ballata della moda" o "Un prete in automobile", ma soprattutto "La ballata dell'arte", che descrive il mito della personalità nell'artista che cambia con il tempo. Come sottolinea il cantautore Giovane Giovane (fine appassionato di LT al punto da avergli dedicato una bella canzone intitolata "Luigi"), anche le canzoni più famose di Tenco hanno stravolto la letteratura leggerissima che permeava le canzoni del tempo. In "Mi sono innamorato di te", Tenco scrive "perché non avevo niente da fare", ribaltando la canzone romantica degli anni sessanta. "Ciao Amore Ciao" invece era nata come canzone antimilitarista col titolo "Li vidi tornare" e LT dovette adattarla per Sanremo col nuovo testo per non creare troppo scandalo. Insomma, non esattamente un conservatore. 

Bene, se ora facessimo anche solo l'ombra di un paragone con Achille Lauro, troveremmo alla porta della nostra redazione la rivolta dei clown del Joker con la maschera di Tenco, quindi non azzardiamo. Solo una cosa: quando ci si scandalizza per un trapper (non lo è più da un po' di anni but still) che partecipa al Premio Tenco e che potrebbe addirittura inquinarne la sigla con la sua inaccettabile lontananza rispetto al cantautorato della scuola genovese, si fa un torto prima di tutto allo stesso Tenco, che era meno bidimensionale di come sia stato mostrato a posteriori e poi si dimostra di avere compreso solo parzialmente la poetica del grande Luigi.

All'interno di una rassegna sulla canzone d'autore che conta al suo interno un sacco di cantautori di vecchia e nuova generazione, uno slancio verso mondi lontanissimi che veicolano la forma canzone in modo diverso rispetto alla tradizione ma che spesso, proprio nel caso di Achille Lauro, si servono della tradizione per adattarla al loro percorso, ha il suo perché. È uno scambio, un confronto, un'apertura per evitare che il cantautorato sia visto dall'esterno come un ghetto o una strana massoneria di gente che se la canta e se la suona. Last but non least: da quanto tempo Gianna Nannini (che ha vinto il Premio Tenco 2019), una volta post punkettona prestata alla canzone italiana che collaborava con elementi degli Einsturzende Neubauten, non scrive un testo così?

 

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L'articolo Club Tenco: chi ha paura di Achille Lauro? di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2019-10-15 12:00:00

Tag: polemica

COMMENTI (2)

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  • eurocatalini 5 anni fa Rispondi

    ACHILLE LAURO SAREBBE RIVOLUZIONARIO? POVERA PATRIA (W IL MAESTRO BATTIATO)

  • eurocatalini 5 anni fa Rispondi

    MA SI! FACCIAMO ENTRARE CANI E PORCI...