iGloo party - Correggio

(Fine Before You Came, le foto sono di Marco Scaltriti)

Probabilmente il miglior party dell'iGloo: i Gazebo Penguins aprono la loro salaprove agli amici per concludere degnamente settembre e l'Estate. E insieme ai pinguini suonano anche i Fine Before You Came, i Buzz Adrin e gli inglesi Crash Of Rhinos. Era d'obbligo esserci: bersi un bicchiere di vino, mangiare l'erbazzone, urlare compressi dentro quattro mura che per poco non crollano per le vibrazioni. Una bella domenica, Filippo Cicciù ci racconta.



L'iGloo di Correggio è un piccolo atto d'amore nel mezzo della pianura emiliana. Una grande cascina abbandonata tra i campi che con le sue alte mura color mattone taglia l'orizzonte infinito della campagna piatta. In mezzo alla terra secca, distese di grano raccolto e foglie morte pulsa a ritmi frenetici un cuore di passione che è il motivo per cui questo posto vive. Da qualche anno i Gazebo Penguins, assieme ai Valerian Swing e chi passa a fare un giro, usano come sala prove un piccolo spazio del caseggiato, la stessa stanzina diroccata che ospiterà il concerto di questa domenica pomeriggio. Quando si ritagliano del tempo libero e decidono di sbattersi un po' radunano amici e coinvolgono le persone con cui hanno condiviso ogni tanto il palco per costruire delle serate dove con pochi soldi, di cui nessuno intascato dagli organizzatori, si può assistere a concerti di tutto rispetto e bere un bicchiere mentre la luce rosea del tramonto inonda la campagna.

(Gazebo Penguins)

Capra suona la chitarra nei GP e mi invita a bere qualcosa mentre finisce il sound-check con la sua band. Giusto il tempo di succhiare la menta di uno degli ultimi mojito di fine estate che i pinguini fanno gli onori di casa e le pareti della cascina cominciano a tremare. Il locale non riesce a contenere tutta la gente accorsa alla festa, chi riuscirà ad entrare avrà il piacere di gustarsi una mezzoretta di bordate nevrotiche e suoni violenti addolciti da qualche apertura melodica che rende l'indie infettato di hardcore dei GP molto orecchiabile e gradevole, almeno quanto loro come persone.

Il secondo aperitivo del pomeriggio è accompagnato da un assaggio di erbazzone: specialità locale a base di bietola, spinaci, erba cipollina e parmigiano, una squisitezza biologica che apprezzo in compagnia di un calice di rosso mentre i Buzz Aldrin preparano gli strumenti poco più in là. Oltre a chitarra, basso e batteria questa volta c'è spazio anche per due tastiere e un secondo timpano, per rendere tutto un po' più cupo e oscuro. Il concerto è apprezzato a giudicare dal movimento ritmico delle teste presenti che seguono a tempo i battiti ossessivi e meccanici del trio bolognese, in molti decideranno di snobbare gli echi rumorosi provenienti dall'interno per scaldarsi con i pochi raggi di sole rimasti ad illuminare la campagna.

Marco suona il basso nei Fine Before You Came e sembra felicissimo di essere qui a suonare assieme a degli amici, glielo si legge negli occhi mentre mi racconta come hanno conosciuto quasi dieci anni fa i Crash Of Rhinos durante un tour nel Regno Unito: "All'epoca eravamo più giovani e potevamo permetterci di girare per un mese in Europa suonando in giro. Abbiamo condiviso insieme molti palchi ed esperienze, ci lega un rapporto di stima reciproca e forte amicizia". Da allora di tempo ne è trascorso parecchio e i FBYC hanno cominciato a sperimentare nuovi percorsi musicali come la scelta coraggiosa di provare a lasciar perdere l'inglese per scrivere canzoni in italiano "con il rischio di venire associati a gente come Ligabue o Vasco"; la battuta diventa l'occasione per parlare della versione italiana di "Creep" che viene giudicata come un'orrenda operazione commerciale e nulla di più.

(Crash Of Rhinos)

E' già buio quando gli ospiti inglesi mettono giù gli strumenti davanti ad un pubblico giustamente soddisfatto dalla performance impeccabile, fuori dalla cascina rimane solo chi non trova posto all'interno. L'attesa per l'ultimo concerto si interrompe improvvisamente quando il vociare del pubblico viene spezzato dalle note spigolose di "Lista". Il primo pezzo in scaletta è un lamento ossessivo che si ripete fino ad esplodere, l'esecuzione è precisa e sentita –sarà così per tutta la durata del concerto- ma purtroppo le paranoie che escono dal microfono vengono coperte dal volume degli strumenti. Non si riescono a sentire le parole anche della seconda canzone in scaletta ma non importa: da qui in avanti la voce del cantante diventerà una cosa sola con quella del pubblico che conosce a memoria tutte le canzoni. L'ambiente si scalda definitivamente e si crea un'atmosfera sudata e adrenalinica, gente che si lancia continuamente in un crowd surfing improvvisato e in un attimo scompare qualsiasi divisione tra il pubblico e la band. I FBYC presenteranno "Sfortuna" dall'inizio alla fine, il concerto sarà così intenso –dicono tra i migliori di sempre all'iGloo- che in un istante sarà già finito. Mi ritrovo all'aria aperta a respirare aria pulita con l'immagine piantata nella testa di "Vixi" gridata da tutti quelli che hanno deciso di passare una domenica pomeriggio a dimenticarsi che l'estate è finita già da un pezzo.



---
L'articolo iGloo party - Correggio di Filippo Cicciù è apparso su Rockit.it il 2009-09-27 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia