iori's eyes: il live report al Tunnel di Milano

Tanto dub, trip hop e qualche bell'inserto dance. Poi lui adesso è completamente rasato e fa paura. Gli Iori's Eyes presentano il nuovo disco al Tunnel di Milano. Sandro Giorello racconta.

Iori's Eyes
Iori's Eyes - Le foto sono di Starfooker

Mercoledì è uscito “Double Soul reloaded” la versione remix dell'ultimo album degli Iori's Eyes e per l'occasione hanno fatto un concerto esclusivo al Tunnel di Milano. Sandro Giorello racconta.

 

Il concerto parte dub, tanti spoken word, basso e la batteria tun tun tic, tipo "Teadrop" dei Massive Attack. Le canzoni procedono a flusso, omogenee, quasi è difficile distinguere "Bubblegum", da "All The People Outside Are Killing My Feeling", "Pull Me Down" si stacca leggermente perchè è più melodica e soul ma rimaniamo sempre nello stesso ritaglio d'ombra. Non proprio tutto mi piace: resto convinto che abbiano scritto canzoni veramente belle, di quelle che funzionano anche solo chitarra-voce, ma questi bassi stasera mi fanno tanto Mad Professor (quindi anni '90, quindi cose che ho smesso di ascoltare da un po'). Continua a tamburellarmi nella testa la curiosità di come sarebbero gli Iori's Eyes nelle mani di un acidone come Lone, per dirne uno. Quindi mi esalto di più quando cambiano registro: in "Matter Of Time" il batterista si scatena e ne esce una versione diametralmente opposta a quella elettropop che era su disco. "They Used To Call It Love" è dance da pasticca che sembra rifatta dagli Orbital. "As Always" è bellissima per come riesca a stringerti tra un piano e una string machine. "Winter Oplympics" ha una ritmo swingato, quasi reggae su tastiere alla M83. La cover delle Spice Girls, “2 become 1” è quasi perfetta: due voci che da sole riescono a illuminarti tutto il locale. "In Love With Your Worth Side" mi fa tanto "Sweet Harmony" dei Beloved (la sigla di Melrose Place) ma probabilmente in quel momemento ho un'allucinazione da stanchezza. Quindi: il concerto è bello, è vario, può passare da suoni freddi a pezzi più dance, psichedelia e, l'avete capito, tanto dub che sa di trip hop.

Poi, Lui. Lui adesso fa paura: è completamente rasato, sopraciglia comprese. Ha il giubbotto di pelle sbombolettato d'argento e un sole rosso sulla schiena, una maglietta dei Nirvana strappata e ridotta a canotta e jeans strappati anche loro. Magro che sembra uscito da un video di Chris Cunningham. Si muove come uno strano incontro tra Micheal Jackson, Prince e Lady Gaga, per dirne tre. Può piacere o meno è ma è un'immagine senza dubbio potente.

Gli Iori's Eyes sono uno dei progetti più interessanti che abbiamo. Se c'è una band in che davvero si è messa in gioco (dal punto di vista sonoro, estetico, ecc ecc) sono loro. Tornando casa in bici ascoltavo gli Egyptian Hip Hop e il pensiero ricorrente era che gli Iori's Eyes potrebbero benissimo reggere il paragone, per dire. A mio avviso manca qualche malizia nella scelta dei suoni, ma il resto c'è. Per pochi altri gruppi italiani potrei dirlo così tranquillamente.

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L'articolo iori's eyes: il live report al Tunnel di Milano di Sandro Giorello è apparso su Rockit.it il 2012-10-24 00:00:00

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