Anche le orchestre di musica classica hanno un problema con la parità di genere

Uno studio condotto da Quartz at Work ha evidenziato come le donne siano poco presenti nelle principali orchestre.

30/10/2018 - 11:32 Scritto da Redazione

La parità di genere in ambito musicale è un tema decisamente attuale: dalle lineup dei festival alla nascita di reti come Shesaid.so, si parla spesso di come le donne non abbiano le stesse opportunità degli uomini in questo settore, come purtroppo anche in molti altri. Ora uno studio condotto da Quartz at Work evidenzia come questo problema sia presente anche nelle principali orchestre come la Berlin Philharmonic, la Vienna Philharmonic e la Royal Liverpool Philharmonic Orchestra.

L’analisi, fatta su 22 orchestre, ha riportato dati che colpiscono davvero: su 2438 musicisti ben 1677 (ovvero il 69%) sono uomini, con una disparità più marcata per alcuni particolari strumenti come fagotto (86% uomini), contrabbasso (95%) e timpani (96%). Tra 103 trombettisti soltanto uno è donna, e nessuna suona il trombone o la tuba. In senso contrario solo l’arpa, con il 95% di musiciste, e il flauto e il violino, con presenze femminili rispettivamente del 57 e 52%.



Amy Phelps, insegnante di violoncello che ha svolto la sua tesi sulla discriminazione di genere nelle orchestre, afferma che questi risultati sembrano riportare a vecchi pregiudizi di secoli fa: storicamente le donne sono state scoraggiate a suonare strumenti che potevano in qualche modo deformare il viso (come ottoni e fiati) oppure costringere in posizioni ritenute inopportune come il violoncello, o ancora strumenti considerati troppo pesanti e vigorosi. “Gli strumenti considerati come maschili sono quelli più forti e grandi”, commenta Phelps, “La nostra società non vuole che le donne siano forti”.

Jesse Rosen, presidente della League of American Orchestras, aggiunge che negli anni ’70 lui e i suoi studenti non avevano mai visto una donna suonare la tromba o il trombone: “Pensavamo che il Low Brass fosse l’apice della mascolinità, che gli ottoni dovessero essere forti e fragorosi, e dubito che fossimo i soli a pensarla così”. Rosen è diventato un sostenitore della gender equality e, mentre le orchestre d’elite restano prettamente maschili, quelle amatoriali rappresentate dalla League of American Orchestras sono composte per il 48% al femminile: come dargli torto quando dice che se le donne non hanno accesso ad alcuni strumenti è l’intero mondo della musica classica a rimetterci?

Lo studio della Quartz evidenzia anche disparità nel trattamento economico, perché se alcuni strumenti sono inaccessibili per le donne si riducono le loro possibilità di ottenere i ruoli più pagati: i direttori d’orchestra e i musicisti principali sono prevalentemente uomini, rispettivamente con l’85 e il 79%. In alcuni casi certi strumenti sono ritenuti poco femminili, come il corno francese: come racconta Sarah Willis, “L’insegnante a scuola disse “Abbiamo un corno ma non è per te, perché è destinato ai ragazzi”. Così dissi che volevo suonarlo”, e la sua tenacia l’ha portata a far parte della Berlin Philharmonic Orchestra.

Sarah Willis, unica donna nella sezione fiati della Berlin Philarmonic Orchestra (foto via berlinphilbrass.com)

Di fronte a queste disparità, Phelps crede che l’unico modo per superarle sia dare alle giovani musiciste dei modelli di donne che ricoprono ruoli di prestigio nelle orchestre, per spingerle a scegliere quegli strumenti che vengono considerati ancora esclusiva degli uomini: “Mi capita ancora di ascoltare storie dell’orrore”, racconta, “da amici che studiano musica a cui viene detto “Sembri una ragazza””. La strada verso la parità di genere è ancora lunga, ma se state per avvicinarvi a uno strumento, ragazze, non lasciatevi condizionare dai tristi stereotipi di un retaggio antiquato e discriminatorio: tutte a lezione di corno francese!

 

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L'articolo Anche le orchestre di musica classica hanno un problema con la parità di genere di Redazione è apparso su Rockit.it il 2018-10-30 11:32:00

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