FIB2004 (prima parte)



Siamo la periferia. Te ne accorgi solo quando vai all’estero a vedere come stanno veramente le cose. Come incontrare chi hai sempre sognato e mai conosciuto, e l’effetto è indiscutibilmente diverso. Come accorgersi improvvisamente di una cosa che sapevi già. Effetto Epifania. Presa di coscienza.

Siamo la periferia. Ma questo non vuol dire che l’esterofilia sia la via. Diciamo che sarebbe necessaria una sprovincializzazione violenta, per la quale poco democraticamente permetterei colpi più di bastone che di carota (anzi, la carota me la mangerei bastonando), perché fa male tornare a casa e pensare che cose così, in Italia, non possano accadere. Non possano Esistere. E dunque nemmeno Resistere.

Siamo la periferia. Benicàssim invece è il posto dove il sole nasce alla mattina presto e alle nove ti impedisce di dormire ancora, nel campeggio, dopo che nella tenda c’eri entrato solo alle sette di mattina stanco morto sfatto e contento da una giornata passata all’insegna della qualità. Con il sole, il mare e la spiaggia. Le penniche sdraiati nelle aiuole di fianco alle strade. Il crepuscolo. La Musica.

Sì, la Musica. Un Cast che fa spalancare la bocca e ammutolire anche i deficienti, oltre che i cretini (che, si sa, già la tengono aperta troppo di per sè). Dalla A di Arthur Lee con i Love fino alla Z dei Franz Ferdinand. Il dizionario del rock, dal passato al presente, compreso il futuro, con sani e goderecci capitoli di pura delizia elettronica. Roba per tutti i gusti, insomma, e per tutti i palati fini. Ma anche per tutti quelli solitamente abituati a mangiare male. E pure per gli anoressici e per i bulimici.

Benicàssim è per tutti quelli. Per tutti quelli che. Benicàssim è per tutti noi. Benicàssim è.

Mon cher hypocrite lecteur! Mon semblable, mon frère!
Io non voglio tediarti con i fatti miei, ma non so quale sia il confine tra le cose che ti interessano/piacciono, e quelle che invece non sopporti. Inoltre, con i tuoi particolarissimi gusti, sei così diverso da un altro che è impossibile accontentarti sempre. E se perfino io stesso non mi soddisfo da solo, figurati se posso soddisfare te. Poi sei esigente. A volte invidioso. A volte geloso. A volte cagone come il peggior stronzo di provincia. Come fare? Francamente impossibile.

Però voglio dirti una cosa. Se non ti piacciono le intrusioni extra-musicali, perdonale. Se sei dritto e non ti piacciono gli svarioni, perdonami. Io ti dico che i festival sono come quei poeti che mantenendo intatta la definizione della parola ne ampliano il concetto. Ne mutuano la matrice e ne mutano l’evoluzione. Giocolieri della Sostanza.

Prendine atto.

=> Leggi la seconda parte



FIBER era il giornale ufficiale del Festival de Benicàssim. Ogni giorno usciva con un numero ricco di interviste, articoli, anticipazioni, aneddoti e altre cose meno interessanti. FIBER era gratuito e tutti lo prendevano, magari non lo leggevano, e poi lo lasciavano lì. Io, così come tanti altri, che invece lo leggevano, ho conservato tutti i numeri.

Questa è la copertina del numero zero, che probabilmente i fibers leggevano mentre io mi guardavo ottimi porno a casa di Marcelo.

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L'articolo FIB2004 (prima parte) di Carlo Pastore è apparso su Rockit.it il 2004-08-24 00:00:00

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