Foto Profilo: Herva

Per ogni domanda, una foto. Oggi è il turno di Herva, producer elettronico lanciatissimo in uscita su Planet Mu.

Herva
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Foto Profilo è la nostra rubrica di interviste con la quale continueremo a seguire la nostra vocazione primaria: presentarvi validissimi e nuovi artisti italiani. Le regole sono semplici: con ogni risposta, una foto. Oggi è il turno di Herva, producer di stanza a Firenze, che dopo delle applauditissime release su Bosconi e Delfin è pronto a pubblicare il suo nuovo album per una delle più più importanti etichette di musica elettronica al mondo, Planet Mu.

Ho letto la storia che tutto è iniziato scoprendo Fruity Loops per caso, scambiandolo per un gioco per computer. 
Sì, è vero. È stata una cosa totalmente casuale, ho trovato un cd e l'ho installato, e non avendo altri giochini in quel periodo ho iniziato a perderci tempo fino a che l'ho imparato abbastanza bene. Avevo 11 anni. Poi nel tempo sono passato ad usare anche altri software, da Reason a Logic, fino ad Ableton, che è stato quello sul quale sono stato più tempo. Ora preferisco lavorare su hardware, il cervello di tutto è l'MPC 1000, che è uno strumento forte.


Nel corso degli anni ad ogni release sei sempre riuscito a spiazzare, introducendo nuovi elementi e plasmando verso nuove direzioni la tua musica. Il disco in uscita per Planet Mu continuerà a sorprendere lungo questa linea?

Questo non te lo posso dire io (ride, nda). Lo descriverei come un disco eterogeneo, è la prima cosa che mi viene in mente. Sai non mi piace descrivere la musica, sono più dell'idea che le cose vadano ascoltate. Il disco si chiamerà "Kila" comunque e verrà pubblicato ufficialmente il 27 novembre. Uscire per Planet Mu per me è il sogno di una vita, l'ho sempre considerata una di quelle etichette inarrivabili, sai. Non so nemmeno descriverti la sensazione che provo in questo momento, è tutto bellissimo.


In un'intervista su Soundwall ho letto che, oltre a dedicare gran parte del tuo tempo alla produzione musicale, sei anche uno di quelli che reinveste tutti gli utili per comprare nuova strumentazione e nuovi dischi. Ci riesci dividendoti tra la musica e altri lavori?
 
Ora come ora il grosso della giornata me lo prende l'università, studio ingegneria elettronica e in questo periodo sto reinvestendo per costruire o aggiornare e migliorare gli strumenti che possiedo già. Ci sono tanti synth che a livello di componenti sono sopravvalutati, che con un minimo di tempo e voglia di metterti a fare realizzi da solo, spendendo anche poco. Penso sia il modo migliore per spendere il mio tempo, nell'ultimo periodo la mia attitudine è questa. Ora sto rimettendo insieme il mixer e sto lavorando a dei filtri, poi vorrei costruirmi un synth, per ora ho realizzato solo scatole ed effetti.

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Un altro aspetto che ti riguarda da vicino è il progetto Life's Track, condiviso con Marco D'Aquino aka Dukwa. Com'è nato il vostro legame artistico e quale parte di te finisce per essere coinvolta?

Ci siamo conosciuti da piccoli, lui abita qui vicino, entrambi facevamo musica e sai, non è che fossimo in tanti, quindi è stato naturale incontrarci. Io mi trovo benissimo con lui, stare in studio, suonare insieme a una persona con la quale avverti un certo tipo di feeling ti condiziona e il nostro risultato è quello che senti in Life's Track. "Venere", l'album che abbiamo pubblicato a luglio scorso, è la sintesi di un anno di musica, siamo molti soddisfatti. Farlo uscire su Bosconi, che è la nostra casa, la label che ci ha spinto dall'inizio, ha un significato particolare.


Nel tuo rapporto con la musica che peso ha il background familiare nel quale sei cresciuto?

Molto, ho avuto la musica sotto gli occhi per tutta la vita, e quando è così prima o poi inizi per forza. I miei genitori mi hanno sostenuto, hanno una sensibilità molto vicina alla mia. Poi comunque non è una cosa che mi porta via dieci ore al giorno, non la vedono come un imbuto, ed è giusto così. Mio padre è un musicista, abbiamo anche fatto un'uscita insieme per Wo Land qualche anno fa.


Qual è il posto più magico in cui ti sia mai capitato di suonare?

Ce ne sono tanti. A maggio al Panorama Bar di Berlino è stato incredibile, ho suonato quattro ore, e lì è il massimo, puoi prendere tutte le pieghe che vuoi, sei più libero di decidere il percorso. Il pubblico poi è bello, è una situazione unica, anche in quel caso a descriverla non sono molto bravo. Un altro ricordo forte è stato a Firenze, una festa di Killabros nel sottopassaggio delle Cure, è stata abbastanza raw. Pensa a un sottopassaggio pubblico di giorno, noi abbiamo montato l'impianto e fatto la festa. C'era una vibe immensa, una situazione fantastica!

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L'articolo Foto Profilo: Herva di Marcello Farno è apparso su Rockit.it il 2015-10-09 09:48:00

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