L'uomo che ha inventato il futuro: Franco Battiato raccontato da Colapesce

Colapesce è uno dei più grandi fan del Maestro che ci siano al mondo. Ci racconta perché come Battiato non ci sarà nessun altro mai e quali sono i suoi dieci pezzi preferiti del genio siciliano

Franco Battiato, foto Kikapress
Franco Battiato, foto Kikapress

AGGIORNAMENTO DEL 18/5/2021: Colapesce, artista siciliano molto fiero delle sue radici, è uno dei più grandi estimatori di Franco Battiato che ci sia. Ha suonato i suoi pezzi centinaia di volte, ha citato la sua influenza in ogni intervista. Durante la straordinaria esperienza sanremese con il collega Dimartino ha suonato Povera Patria con le parole di Battiato sul palco, i due si sono emozionati come bambini. In questo pezzo del 2015, scritto in occasione del 70° compleanno di Battiato, Colapesce ci racconta la sua personalissima versione del 'Maestro', tra le suggestioni nascoste in ogni verso e i pezzi più belli secondo il suo punto di vista di una carriera straordinaria. 

 

Quando ho acceso il mio computer della prima guerra mondiale per buttare giù le prime righe di questo strano articolo, sono stato immediatamente assalito da una serie incredibile di dubbi. Da dove parto? Di cosa parlo? Ma soprattutto: che minchia scrivo? Provare a mettere ordine in una discografia tanto vasta quanto complessa come quella di Battiato è un’impresa quasi impossibile.

Provo a buttare giù una serie di parole chiave, le prime che mi vengono in mente: libertà, genio, Stockausen, Bagdad, Sicilia, Brel, Sgalambro, oriente, Litturina, Corbusier, limoni, Bufalino, VCS3, Spiaggia Solitaria, Egitto, vacanze, Teatro Antico, Catania, Morgan, Etna, intolleranza, misticismo, cuffie, wave, calze bianche, giacche enormi, occhiali da sole, Lucio Dalla, videoclip brutti ma bellissimi, balletti improbabili.

Nel mentre lavoro a questa sorta di brain storming con me stesso, dalle casse del Mac lo stesso Battiato mi suggerisce che forse “È colpa dei pensieri associativi se non riesco a stare adesso qui” e poi lo sappiamo tutti che "il giorno della fine non ci servirà l’inglese". Quindi brucio subito l’idea delle mappe mentali e volendo evitare ai lettori l’effetto Venegoni ho pensato che la cosa più onesta, non essendo io un giornalista, sarebbe stata quella di proporvi una lista di sue canzoni che amo. Battiato è per me il più grande artista italiano vivente. E lo è da sempre.



Dai dischi assurdi prodotti insieme a Pino Massara con il mitico synth VCS3 a far da stella cometa (comprarono loro il secondo esemplare dopo i Pink Floyd, nel lontano 1971), passando per esperimenti come “L’Egitto prima delle sabbie” che gli valse il premio Stockausen. Per non parlare poi della svolta pop dov’è riuscito a rendere cantabile anche l’incantabile. Nel ’91 il mio compagno di banco Buccheri Danilo (8 anni) cantava con disinvoltura “Un giorno sulla prospettiva Nevski per caso vi incontrai Igor Stravinsky e gli orinali messi sotto i letti per la notte e un film di Ejzenstejn sulla rivoluzione.”
 

Contenuti altissimi inseriti in dolci melodie pop, il sogno proibito di ogni cantautore che si rispetti. Il tutto unito a delle bellissime produzioni, soprattutto nei 70/80 (In “Clic” era avanti 30 anni, un Aphex Twin ante litteram, con alcuni archi che sembrano arrangiati dal nonno di Owen Pallett).

Contenuti alt-pop, arrangiamenti bellissimi e registrazioni super. Praticamente fantascienza rispetto all’attuale panorama musicale italiano, dove spesso regna l’approssimazione tecnica e teorica con scarsi contenuti linguistici. Per non parlare dell’abuso odierno della parola “genio”. In antitesi con l’idea di meditazione cara a Battiato, soprattutto nell’ultima fase della sua carriera, quella con Manlio Sgalambro, collaborazione che parte dal libretto dell’opera lirica “Il Cavaliere dell’intelletto” del 1993 e non finirà mai, fino alla morte del filosofo catanese, il 6 Marzo del 2014.

Considero Battiato come il “Re del mondo” della musica italiana. Il “Re del mondo” detto anche Manu, mito di origine induista, è sovrano della città di Agharti, “regno sotterraneo nascosto agli occhi degli uomini e popolato da esseri semidivini (gli Arhat, "gli illuminati”)", che si sarebbero rifugiati sottoterra per preservare dalla barbarie i loro poteri e le loro conoscenze”. Allo stesso modo Battiato da “Foetus” in poi cerca di preservarci dalle barbarie grazie ai suoi “poteri” e alla sua conoscenza della canzone italiana, riuscendoci benissimo. Caro maestro tanti auguri, il futuro l’ha già scritto. Si rimetta presto, “voglio vederti danzare” ancora.

Difficilissimo scegliere dieci brani, ma ci provo lo stesso. Domani però potrei cambiare idea.


Propiedad Prohibida

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Sembra scritta domani.

Povera Patria

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Gianni Minà: Tu non credi in quello che riguarda la ragion di stato
Franco Battiato: Sono un antiwagneriano costituzionalmente parlando. Per non ammazzare un uomo farei andare uno stato in miseria.
Gianni Minà: Qualcuno sta rabbrividendo.
Franco Battiato: Rabbrividisca pure.

L’animale

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Ma l’animale che mi porto dentro
non mi fa vivere felice mai
si prende tutto anche il caffè”.
Vorrei averla scritta io.

Prospettiva Nevski

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Ero alle medie e ovviamente non avevo idea di chi fosse Igor Stravinski. Lo andai a cercare. La melodia è stupenda, così come le parole. Spesso i testi di Battiato hanno una funzione pedagogica, con riferimenti a fatti, cose o personaggi che ti portano inevitabilmente a documentarti fuori dalla canzone stessa.

Il Sentimiento Nuevo

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Il pezzo di chiusura de “La voce del padrone”, ti lascia con la voglia di fare l’amore e riascoltare il disco.

Summer on a solitary beach

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Ecco appunto, riascoltiamolo da capo. Un brano che ti catapulta immediatamente in Sicilia, anche se lo ascolti in Norvegia. E subito dopo senti caldo.

La canzone dei vecchi amanti (Jacques Brel)

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Se c’è una cosa che ho in comune con Battiato (purtroppo l’unica insieme alla sicilianità) è la passione smodata per rifare a modo mio le belle canzoni scritte dagli altri.
Questa, in particolare, è stupenda e mi ha fatto piangere diverse volte.

I giorni della monotonia

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L’autoconservazione prima di tutto: “Sto con me. Tra noi due ho scelto me

Stranizza d’amuri

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Tropicalismo puro, che adesso a quanto pare è tornato di moda. Nella mia top five delle canzoni d’amore.

Un’altra vita

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I synth e l’arrangiamento di archi di questo brano ti fanno viaggiare da seduto. Chissà se Laurie Anderson l’abbia ispirato per la parte del voocoder iniziale. Franco è così?

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L'articolo L'uomo che ha inventato il futuro: Franco Battiato raccontato da Colapesce di Colapesce è apparso su Rockit.it il 2015-03-23 15:38:00

COMMENTI (2)

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  • carla.strazzari 7 anni fa Rispondi

    .....GRAZIE!

  • angelana013 9 anni fa Rispondi

    sono completamente d'accordo. L'articolo è molto bello.