Cinque dischi italiani prodotti bene secondo Iosonouncane

07/05/2015 - 10:23 Foto di Iosonouncane 603
Non avrà una lunga esperienza come produttore - il lavoro più recente che ha curato è stato l'ep di Dino Fumaretto, "Sotto Assedio" - ma sicuramente ha le idee chiare su come si manipola un qualsiasi strumento e su come un disco deve suonare. Iosonouncane ha un gran gusto, l'ultimo album "Die" lo conferma. [br]
In vista del suo live al [l="www.rockit.it/miami/2015/index.php"]MI AMI 2015[/l] gli abbiamo chiesto di quali sono, per lui, cinque dischi italiani prodotti bene. Ecco cosa ha scelto.
Matia Bazar - Tango, 1983
"Tango" dei [b]Matia Bazar[/b] è un disco pressoché perfetto dal punto di vista formale: grandissima scrittura, suono spaventosamente a fuoco, bizzarrie e stranezze mai casuali o sensazionalistiche, sintetico e antico allo stesso tempo, malinconico e futuribile. E psichedelico, a mio avviso, nell'orchestrazione degli elementi secondo una vena surreale che mira alla produzione di senso attraverso la convivenza degli opposti. In questo il contrasto più evidente e significativo è indubbiamente quello fra il suono gelido di macchine e computer e la voce carnale della Ruggero. Fra i diversi momenti eccellenti di questo disco spicca ovviamente "Vacanze Romane", brano che sta a pieno titolo nell'Olimpo del pop italiano. Ma in questo momento mi va di segnalare [l="www.youtube.com/watch?v=EtfRFvSYdwE"]"Intellighenzia"[/l]
Edoardo Vianello - Pinne fucile ed occhiali/Guarda come dondolo, 1962
Sono cresciuto sul mare fra sagre del pesce, orchestrine, liscio, latinoamericani, Alligalli e derivati. Nel mio immaginario [b]Edoardo Vianello[/b] ha quindi una posizione di rilievo, nebulosa e acidognola, sospesa in un tempo indefinibile della memoria. Parto quindi da questo meraviglioso 45 giri uscito nel 1962 e arrangiato da Ennio Morricone. Non c'è elemento che non suoni splendidamente e con una definizione impressionante. Una creatività incontenibile rintracciabile nel beat magmatico e larghissimo di "Pinne fucile ed occhiali" e nelle frasi in contrappunto di fiati e voci in "[l="www.youtube.com/watch?v=7fb7mjn15QY"]Guarda come dondolo[/l]". Non ci giurerei, ma mi pare che la voce di Vianello nel secondo dei due brani sia leggermente accelerata. Menzione speciale per gli effetti sonori sperimentati da Morricone: SPLASH.
Luciano Cilio - Dialoghi del presente, 1977
Straordinario musicista napoletano morto prematuramente, [b]Luciano Cilio[/b] si è mosso fra avanguardia e musica classica. Per questa sua attitudine è stato ricondotto - probabilmente a torto - nel macroinsieme del progressive. "Dialoghi del presente" è in assoluto uno dei dischi più belli che siano mai stati prodotti da un musicista italiano e, ahimè, anche uno dei più ignorati. Un artista, peraltro, che si piglia un 8.4 da [l="www.pitchfork.com/reviews/albums/18845-luciano-cilio-delluniverso-assente"]Pitchfork[/l]. Su tutto svetta a mio avviso l'utilizzo delle voci e delle dissonanze. Un monumento al coraggio e alla vitalità. [l="www.youtube.com/watch?v=s7NhD8_z7vU"]Qui[/l] lo si può ascoltare integralmente. Diffondetelo.
Gianluca Grignani, La fabbrica di plastica, 1996
Diciamo immediatamente le cose come stanno: questo è un gran bel disco. Se la produzione di batteria e voci fosse stata leggermente migliore e se i testi fossero stati lavorati un filo di più, oggi parleremmo sicuramente di capolavoro e pietra miliare e mille altre cose. Si dice che [b]Grignani[/b] non abbia trovato i favori dei suoi discografici e sia stato costretto a lavorare in condizioni di ristrettezza. Poco importa ormai. Ci sono tantissime idee stupende in questo disco, anche se non sempre compiute, che vanno oltre le evidenti carenze. Personalmente ne ho sempre amato l'intenzione, l'incoscienza di alcune sequenze, la sensazione di generale implosione, il potenziale inespresso, i momenti di onesta ispirazione. Fra i tanti pezzi memorabili ("Galassia di melassa", "La fabbrica di plastica", "L'Allucinazione") scelgo "Fanny" - forse minore - per l'incredibile [l="www.youtube.com/watch?v=7S9apTdvWrA"] assolo di chitarra[/l]. Mi è capitato spesso di far sentire questo disco a persone prevenute e dubbiose, e il risultato è sempre stato lo stesso: sono rimaste allibite. Credo capiterà a diversi di voi.
Jennifer Gentle - A New Astronomy, 2006
I [b]Jennifer Gentle[/b] sono una delle più grandi band italiane degli ultimi quindici anni almeno. Di disco in disco hanno espresso una continua e lucida ricerca sul suono, sulle frammentazioni possibili della scrittura, sulla contaminazione fra alto e basso, materiale e spettrale, fino a rendere la produzione inscindibile dalla scrittura stessa. Avrei potuto menzionare uno qualsiasi dei loro dischi, ma scelgo questo - probabilmente il mio preferito - perché contiene un brano stupendo che potrei ascoltare per ore ed ore: [l="www.youtube.com/watch?v=gkO1_lhwcU8"]"Red Apple Devil"[/l].

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La gallery Cinque dischi italiani prodotti bene secondo Iosonouncane è apparsa su Rockit.it il 2015-05-07 10:23:28