Le macchine da scrivere per creare spartiti invece che libri

03/03/2016 - 14:42 Caricato da Redazione
Insieme alla stampa di libri, riviste, manifesti, anche la stampa di spartiti ha subito le sue evoluzioni, compresa l'apparizione di apposite macchine da scrivere e altri congegni che hanno avuto fortune alterne. La più famosa è di sicuro la macchina da scrivere per la musica di Keaton, inventata nel 1933 e perfezionata e ampliata 20 anni dopo, ma sin dalla fine dell'800 ingegneri e inventori hanno cercato di perfezionare delle macchine che fossero d'aiuto a musicisti, compositori e direttori d'orchestra per velocizzare la scrittura degli spartiti. Abbiamo selezionato alcune delle macchine più curiose, da quelle portatili a quelle capaci di stampare oltre alle note, anche le righe e le parole.
Nocoblick - 1910
La Nocoblick fu inventata da Ludwig Massen a Colonia, in Germania, nel 1910, ma non ebbe mai troppo successo e fu messa fuori produzione nel 1917. Era dotata di scrivania con cassetto, per il resto era in tutto e per tutto simile a una macchina da scrivere, tanto che lettere e note erano intercambiabili. Era necessario avere spartiti con le righe prestampate per usarla.
Macchina da scrivere Keaton - 1933 - 1953
Questa macchina portatile che scrive sul foglio sottostante fu inventata nel 1933 da Robert H. Keaton in California, inizialmente con 14 caratteri, 20 anni dopo portati a 33. All'inizio costava 225 dollari, adesso i pochi esemplari rimasti sono stimati anche per 6000 dollari. Qui potete vedere la macchina in funzione.

Il creatore continuò a scrivere musica a mano per tutta la vita.
Melotyp/Nototyp - 1937
Brevettata da Gustave Rundstatler a Berlino, ed era in tutto e per tutto simile a una macchina da scrivere. La produzione fu molto esigua, appena 10 esemplari di cui la metà furono subito esportati in America, perché nonostante nel 1937 il suo creatore avesse vinto il primo premio all'Expo di Parigi, ma con l'avvento della II guerra mondiale l'industria che le produceva fu destinata alle armi e la produzione non riprese più dopo la guerra.
Olimpya Musicwriter - 1956
La Musicwriter della Olimpya è una macchina da scrivere inventata da Cecil S. Effinger, un professore di musica, ed è quella che ha avuto la più ampia diffusione sul mercato. Adesso è un po' rara da trovare ma ce ne sono due conservate all'USPTO, ovvero l'ufficio brevetti americano.
Macchina da scrivere Columbia - 1885
Questa macchina fu inventata da Charles Spiro e prodotta dalla Columbia Music Typewriter Company. Lunga appena 12 cm, consisteva di un braccio meccanico a cui si applicavano tre diversi dischi dentati: uno per le note, uno per le alterazioni e uno per righe e stanghette. Un quarto disco per le parole era venduto separatamente. I simboli erano incisi su ogni dente della ruota, e una volta posata sul foglio bastava far pressione sul braccio per stampare. Purtroppo non è sopravvissuto nessun esemplare per capirne il vero funzionamento, ma da un annuncio pubblicitario dell'epoca si sa che costava 10 dollari compresa la custodia.
Uno spartito stamato con la Columbia
Dogilbert - 1905
La macchina Dogilbert fu inventata a Parigi e poi esportata negli Stati Uniti, ma anche in questo caso non si sono conservati esemplari. Si sa che il processo era chiamato "electrogravure" ed era usato per creare delle copie da riprodurre tramite processo fotomeccanico. Si partiva da una griglia blu su cui si stampavano le righe in nero, poi il copista aggiungeva le note in blu e la macchina le ripassa in nero. Fotografando la stampa finita le parti in blu scompaiono e rimangono solo quelle definitive in nero.
Gli appunti del copista ripassati dalla macchina
Il risultato finale che si ottiene con la Dogilbert
Macchina da scrivere Walton - 1923
Il reverendo J. Walton la inventò in un paesino vicino Londra, pensando anche ai non esperti in materia. Poteva essere usata per stampare righe, note e testi. Il copista posizionava la carta e azionava un braccio che spostava una ruota all'interno del macchinario, stampando i caratteri. A quanto pare era velocissima per gli standard dell'epoca.

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