Da Luigi Russolo a Brian Eno, i manifesti che hanno cambiato il modo di pensare la musica

09/09/2016 - 11:24 Caricato da Redazione
In molte occasioni i musicisti non si sono limitati a comporre o a produrre canzoni ma hanno espresso delle prese di posizione forti nei confronti dell’attitudine con cui si fa musica: così sono nati dei veri e propri manifesti che hanno guidato e cambiato il modo stesso di suonare e di scrivere.

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Ferruccio Busoni - "Abbozzo di una nuova estetica della musica" (1907)
Scritto nel 1907, ha avuto il pregio di introdurre un nuovo tipo di freschezza all’interno della musica classica. In un periodo dove molti compositori affermavano che i picchi più alti della musica erano già stati raggiunti con Bach, Mozart e Beethoven e che, dopo di loro, non ci sarebbe stato più nulla di nuovo; Busoni spinse verso un’ideale più positivo e lungimirante affermando che il meglio doveva ancora a venire e che si sarebbe scritta musica di qualità per altre migliaia di anni.
Luigi Russolo - "L'Arte dei Rumori" (1913)
"Ogni manifestazione della nostra vita è accompagnata dal rumore. Il rumore è quindi famigliare al nostro orecchio, ed ha il potere di richiamarci immediatamente alla vita stessa. "Mentre il suono estraneo alla vita, sempre musicale, cosa a sé, elemento occasionale non necessario, è divenuto ormai per il nostro orecchio quello che all'occhio è un viso troppo noto, il rumore invece, giungendoci confuso e irregolare dalla confusione irregolare della vita, non si rivela mai interamente a noi e ci serba innumerevoli sorprese". Luigi Russolo
Brian Eno - "The amnieny music manifesto" (1978)
Pubblicato all’interno dell’album “Ambient 1: Music for Airports”, Eno definisce in maniera chiara cosa significa per lui la parola "ambient". In breve diventò un riferimento per l’intero genere.

“Negli ultimi anni mi sono interessato all'uso della musica come sottofondo ambientale, ho capito che è possibile produrre materiale che sia utilizzato in questo modo senza che l’idea stessa della musica venga compromessa”. Brian Eno
Bikini Kill - What is riot grrrl? (1991)
Le Bikini Kill sono state una delle band centrali del movimento punk femminista nato ad Olympia, nello stato di Washington, all’inizio degli anni ’90. Furono importanti nel sottolineare quanto il punk fosse misogino e maschilista, spingendo le ragazze ad un maggiore attivismo sociale. Qui potete leggere il loro manifesto.
Matthew Herbert - P.C.C.O.M. (2005)
Così il noto producer inglese commenta il suo “P.C.C.O.M”: “da non intendere come la formula definitiva per scrivere musica, nemmeno per me o per le altre persone”. L’idea alla base del suo scritto è che ogni persona debba costringersi a produrre e a registrare i propri suoni, evitando totalmente l’utilizzo di sample o di campioni presi da canzoni di altri artisti. Qui potete leggere il suo manifesto.
Prince Rama, The Now Age (2011)
Le newyorkesi Prince Rama hanno voluto descrivere la visione filosofica e estetica che ogni musicista oggi dovrebbe avere: è nato così "The Now Age" (lo potete leggere integralmente qui)

Nella Now Age, il concerto dovrà servire da ponte tra mondi differenti. Nessun gruppo è escluso, ogni band potrà partecipare al fine di attivare sempre di più questo grande potenziale”.

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La gallery Da Luigi Russolo a Brian Eno, i manifesti che hanno cambiato il modo di pensare la musica è apparsa su Rockit.it il 2016-09-09 11:24:06