Il giro d'Italia in 20 negozi di dischi

28/04/2015 - 11:27 Caricato da Redazione
Da Cosenza a Frosinone, da Perugia a Genova, abbiamo voluto fare un bel giro nei negozi di dischi indipendenti italiani, per vedere che aria tira e per sentire tutte le storie più assurde che i negozianti hanno da raccontare.



Hanno partecipato: Costanza Poe, Sandro Giorello, Chiara Longo, Nicola Bonardi, Simone Stefanini, Andrea Murzi, Flavio Broch, Letizia Bognanni, Federico Musso, Alessandro Bussola, Alice Sbroggiò, Carlo Tonelato, Giulia Callino, Gabriele Naddeo, Antonio Belmonte, Giovanni Lepori, Antonella Adone, Marcello Farno, Francesca Ceccarelli, Silvia Garzarella
Verona, Dischi Volanti
Il primo disco che tu abbia mai venduto, e l’ultimo che hai venduto oggi
Il primo me lo ricordo come se fosse adesso, non era un disco bensì una cassetta: un Best of di Fabrizio De André. Era il ’99 e lavoravo ancora da Euromusic, un negozio di Verona che ha chiuso anni fa. L’ultimo di oggi è un cofanetto di 8 cd dei Perigeo, rock progressivo italiano anni ’70. Un cofanetto bellissimo.

Descrivici il tuo cliente più affezionato
Mi viene in mente Cristian, un collezionista di vinili. Passa qui anche due volte a settimana, dovrebbe venirci a trovare anche oggi. Cerca sempre cose molto particolari, d’importazione, una persona competente al massimo, forse anche più di me… ma non più di Carlo! (il titolare, ndr)

Hai paura dei servizi di streaming?
È un discorso complesso. Se da un lato i servizi di streaming sono utilissimi per conoscere - noi stessi li utilizziamo spesso per capire che musica fanno alcuni gruppi - dall’altro lato si rischia di sminuire il valore della musica in sé. Se si ha a portata di mano tutta la musica del mondo ad un prezzo bassissimo o addirittura gratuitamente si perde il piacere della ricerca e della scoperta. Io stesso amo ancora cercare alcuni dischi nei mercatini o in altri negozi, perché non sono sicuro di trovarli, potrebbero non esserci, e questo non fa che aumentare il piacere della ricerca.

Come vedi questo negozio tra 5 anni?
Se va avanti così tra 5 anni ci sarà la stessa quantità di merce ma metà del negozio sarà occupato da vinili, ad oggi se ne stampano più dei cd. Ciò è dovuto sicuramente ad una moda che ha preso piede già da qualche anno, ma dietro c’è anche la riscoperta di una tecnologia valida che però era stata accantonata. Proprio 10 minuti fa un ragazzo mi ha chiesto dove poteva acquistare un giradischi.


Cosenza, Sonatine Dischi
Il primo disco che tu abbia mai venduto, e l’ultimo che hai venduto oggi
L'ultimo che ho venduto è un disco di Jacob Miller del '92, "Who Say Jah No Dread", un disco reggae uscito per Greensleeves Records. Il primo invece è stato la ristampa del primo album di Sparklehorse, "Vivadixiesubmarinetransmissionplot".

Descrivici il tuo cliente più affezionato
Il mio utente più affezionato è un ragazzo che non ho mai incontrato, col quale ci sentiamo però spessissimo al telefono, si chiama Antonio, è di Reggio Calabria, e acquista dischi a 360 gradi, dall'usato al nuovo, dal rock alla musica elettronica. Il cliente più bizzarro che mi viene in mente ora è invece un giapponese, che ha acquistato tempo fa un singolo in vinile dei Gaznevada che aveva una b-side con la versione in cinese del pezzo. From Tokyo to Cosenza.

Hai paura dei servizi di streaming?
Non mi sono mai interessato allo streaming, assolutamente, devo dirti la verità sono ignorante in materia. Credo che però rispetto ai flussi di mercato dei grandi colossi, il negozio di dischi si regga solo utilizzando la qualità come criterio selettivo. Il negozio può emergere rispetto ad Amazon soltanto e unicamente proponendo musica di nicchia, di qualità, dischi che non trovi facilmente in giro. Ovviamente a prezzi abbordabili, senza speculare.

Come vedi questo negozio tra 5 anni?
Spero di esserci, però in tutta onestà si va avanti solo ed esclusivamente alla giornata. Ogni mese per me è una finanziaria di governo, ci sono i bilanci da curare e mantenere. Fortunatamente i clienti si fidelizzano e questo mi fa ben sperare. Insomma, teniamo duro.


(foto di Alessia Musolino)
Mestre (VE), Casa del Disco
Il primo disco che tu abbia mai venduto, e l’ultimo che hai venduto oggi
Oh, bisogna pensarci. Il primo è stato un disco in vinile sicuramente. Se non sbaglio, era un disco di Emerson, Lake and Palmer, quello con la colomba. Invece l’ultimo venduto oggi è un 45 giri di David Bowie.

Descrivici il tuo cliente più affezionato
Un appassionato, un amico, che viene quasi tutti i giorni, che compra tutto quello che riguarda il suo genere musicale ossia blues e jazz, sia nuovo che usato. Una bella persona con cui si parla volentieri.

Hai paura dei servizi di streaming?
No. Perché noi lavoriamo con persone che non si rivolgono a questi sistemi.

Come vedi questo negozio tra 5 anni?
Tra 5 anni lo vedo ancora esistente, ancora un punto di riferimento.
Cecina (LI), Slow Records
Il primo disco che tu abbia mai venduto, e l’ultimo che hai venduto oggi
Il primo è un cofanetto di Piero Ciampi, uno spettacolare triplo Lp. L’ultimo: Love – “Four sail”, una bella stampa inglese di metà anni ‘70

Descrivici il tuo cliente più affezionato
Il più affezionato è un personaggio un po’ misterioso a cui han rubato su commissione (questo sostiene) l’intera collezione di dischi da 5000 pezzi, e pian piano se li sta rifacendo tutti.
 Il più strambo un ragazzone della zona: controlla ogni singolo pezzo, compresi i dischi che metto da parte, compresi quelli già acquistati da altri clienti fisicamente in bottega. Chiede gentilmente ai clienti di aprire la borsa, e viene sempre accontentato.

Hai paura dei servizi di streaming?
No, cerco di non pensarci. Il mio lavoro è concentrarmi sulla bontà della selezione del materiale che offro e migliorarla ogni giorno. Concentrarmi sulle relazioni umane che cerco di instaurare con ogni singolo cliente. Che poi la differenza con i servizi di streaming sta tutta qui.

Come vedi questo negozio tra 5 anni?
Qui o ovunque non ha importanza, ma con uno stock più ciccione per veri diggers quello sì. Significa che le cose sono andate per il verso giusto.
Salerno, Disclan
Il primo disco che tu abbia mai venduto, e l’ultimo che hai venduto oggi
Il primo disco che ricordo di aver venduto è stato “Delicate Sound of Thunder”, il doppio album dal vivo dei Pink Floyd del 1988. L’ultimo che ho venduto, con molto piacere, è il disco nuovo dei Blur, “The Magic Whip”.

Descrivici il tuo cliente più affezionato
Ti parlerò di quello più strambo. La persona in questione compra i cd solo ed esclusivamente se hanno il prezzo più basso di quello di Amazon. Prima di comprare mi fa tutta una serie di domande sul costo degli album, perché se non hanno il prezzo più basso di Amazon vuole lo sconto. Non è finita qui: prima di comprare il disco se lo guarda per bene sotto la luce, se lo gira e rigira: deve assicurarsi che non ci sia neanche la minima impercettibile usura del cellophane. Poi mi ha confessato che lui gli album non li apre nemmeno: li mette a posto e li colleziona solo. Li conserva, poi si ascolta l’mp3.

Hai paura dei servizi di streaming?
No, penso che possano essere utili, anche perché chi decide di voler comprare e collezionare il supporto visivo lo fa a prescindere dallo streaming. L’unica cosa che penso è che magari lo streaming ha un costo, quindi ben venga questo costo purché minimo.

Come vedi questo negozio tra 5 anni?
Più grande: questo è l’augurio che mi faccio.


Mario e Elisabetta Maysse
Modena, Dischi in piazza
Il primo disco che tu abbia mai venduto, e l’ultimo che hai venduto oggi
Il primo disco che ho venduto è stato "The Nightfly" di Donald Fagene, l'ultimo che ho venduto oggi è il nuovo album dei Blur (“The Magic Whip”).

Descrivici il tuo cliente più affezionato
Il mio utente più affezionato è anche uno dei più strani, un assoluto drogato di musica. È un medico ultra­cinquantenne che, come dice lui, continua a lavorare solo per potersi permettere l'acquisto dei suoi 15/20 cd settimanali. È assolutamente onnivoro, e spazia dal jazz al progressive, al metal al classic­rock. Ordina un sacco di cose e noto con piacere che tutto quello che compra lo ascolta veramente, non è il classico acquirente compulsivo che compra per collezionare, lui ascolta veramente tutto. Vedendolo non immagineresti mai che sia un pozzo di scienza musicale, e invece da lui ho imparato un sacco di cose!

Hai paura dei servizi di streaming?
Fino a qualche tempo fa li temevo molto, poi ho capito che bisogna conviverci. Noto con piacere che molte persone li usano in modo intelligente, per ascoltare tante cose che non conoscono e per indirizzare meglio i propri acquisti. Del resto li uso molto anche io, soprattutto per ascoltare cose che non conosco e per scoprire nuovi artisti.

Come vedi questo negozio tra 5 anni?
Intanto spero di vederlo ancora aperto. A Modena sono rimasto solo io e non posso mollare! Lo vedo pieno quasi esclusivamente di vinili e con sempre meno cd.

Roberto Menabue
Sesto San Giovanni (MI), Sbarbaro Music
Il primo disco che tu abbia mai venduto, e l’ultimo che hai venduto oggi
Il primo che mi ricordo è probabilmente un disco dei Beatles, il 45 giri di “Ticket to ride” forse. Io li avevo tutti all'epoca, andavano forte. L'ultimo invece è stato oggi, ho venduto a un caro amico un disco di Zucchero, “Rispetto”, con dentro il poster della figlia Irene Fornaciari. La prima tiratura di quell’Lp conteneva il poster, quelle successive no (mi mostra la sua copia personale del poster, è incorniciata in negozio, e la confezione della tiratura successiva, senza poster, ndr).

Descrivici il tuo cliente più affezionato
C'è un architetto di Sesto di circa 50 anni, ha oltre 30.000 dischi e vorrebbe creare un museo del disco. Ogni volta che mi arriva un vinile lui è il primo a vederlo.

Hai paura dei servizi di streaming?
No, è una cosa grave che ci ha devastati, ma non mi interessa, io faccio il mio, con la mia testa, vado avanti così e mi impegno.

Come vedi questo negozio tra 5 anni?
Spero di esserci ancora, fra cinque anni avrò 78 anni, ma non posso lavorare per sempre. Mio figlio non continuerà perché è un musicista, è entrato nel mondo dell'arte, ma la sua strada non è il negozio di dischi. Spero di cederlo a qualcuno che vada avanti col vinile e che il vinile si riprenda, come sembra che stia già succedendo.

(foto di Dominique Henkemeier)
Treviso, Disco Frisco
Il primo disco che tu abbia mai venduto, e l’ultimo che hai venduto oggi
Il primo non ricordo di preciso; Disco Frisco è nato nel '95, sicuramente qualcosa di trip-hop, elettronica, grunge, perché eravamo allo zenith di quei filoni musicali. L’ultimo invece è “Oxygène” di Jean Michel Jarre

Descrivici il tuo cliente più affezionato
I clienti tipici, veri e propri pezzi di mobilio del negozio, sono clienti legati a noi per varie motivazioni: c'è il feticista, quello che invece vuole comprarsi le cose perché è veramente appasionato di musica indipendentemente dalle edizioni o dalle ristampe. Sto lavorando a un kolossal da 25 anni perché di personaggi particolari ce ne sono sempre, ci sono parecchie persone che sono presenti anche a livello quotidiano, sia telematicamente che via telefono (chiamano ogni giorno o quasi) o via Facebook. Raccontarne uno in particolare è impossibile, troppe sfaccettature.

Hai paura dei servizi di streaming?
Dire che ho paura non ha senso, ora siamo già al fondo di una questione e non credo che Spotify possa creare problemi che non siano già stati creati. È uno strumento in più di valutazione, ci sono persone che ascoltano su Spotify e poi vengono a comprarsi il disco, non credo che sia questa la ghigliottina del vender dischi, semmai lo è la politica miope dell'industria discografica che ha favorito un tipo di commercio musicale a favore di grandi catene. Il negozio indipendente è stato privato della possibilità di vendere prodotti con alta rotazione che permettevano di sostenere comunque anche i cataloghi e il settoriale. Ti faccio un esempio: una volta usciva un titolo top tipo il nuovo dei Pink Floyd e se ne vendevano moltissimi, da quando questi prodotti sono stati ad appannaggio degli ipermercati ne hanno fatto un prodotto civetta svenduto a prezzo di costo, ammazzando di fatto chi come noi viveva solo di quel prodotto e non di pomodori pelati, detersivi, elettrodomestici etc...

Come vedi questo negozio tra 5 anni?
Non lo vedo. Un negozio di dischi ha bisogno di un'utenza importante che trovi sui grandi numeri, sul macro, per resistere dovrebbe avere una fortissima visibilità online, ma molto mirata perché con la nascita di marketplace come Amazon o Ebay è estrememente difficile avere visibilità sul web, devi essere specialistico. Puntare su tanta gente così che poi l'imbuto restringendosi porti a un guadagno sicuro per tirare avanti.
Però non lo vedo in senso tradizionale, specialmente in una città come Treviso, ma più in città grandi dove c'è un certo tipo di cultura musicale a livello internazionale, Londra, New York, San Francisco, Amsterdam, dove la cultura del disco è radicata. E già soffrono loro. Il piccolo negozio nella pccola città è importantissimo ma quando si restringe il bacino d'utenza, si dovrebbero ridurre anche i costi di mantenimento, avere uno spazio tuo senza affitto ed essere da solo senza soci o colleghi, ora qui siamo in due ma ci sono stati periodi in cui lavoravamo in sei ed era veramente dura.

Mario Nardo

Napoli, Fonoteca
Il primo disco che tu abbia mai venduto, e l’ultimo che hai venduto oggi
Ho iniziato a fare questo lavoro nel ’95 e sinceramente non ricordo qual è stato il primo disco che ho venduto. Anche perché ho iniziato facendo il venditore di vinili 12’’, mix, roba elettronica - techno, house e affini - quindi l’autore era spesso sconosciuto; molte volte erano prodotti da white label (dischi anonimi, underground, produzioni indipendenti, dei quali magari non si capiva nemmeno chi fosse l’autore). Quindi, in linea di massima, il primo disco che ho venduto è stato un 12’’ di autore sconosciuto.

L’ultimo di oggi non lo voglio dire perché fa un po’ schifo.
E anche perché noi saremmo un negozio indipendente, se ancora si possono chiamare così i negozi di dischi: trattiamo la musica in maniera generalista, ma cerchiamo di andare nello specifico in ogni genere che trattiamo. Quindi facciamo una proposta. Non siamo una catena o un sito che possiede un catalogo vasto, interminabile: abbiamo un catalogo limitato, dunque nei vari generi cerchiamo di fare una proposta. Il miglior modo di fare una proposta è proporre dischi che ti piacciono, perché li vendi nel miglior modo possibile. Oggi ho proposto il disco dei BadBadNotGood - secondo me il migliore uscito nel 2014 - gruppo canadese di provenienza jazz, la cui musica dal vivo spesso si accompagna alla presenza sul palco di rapper ed è caratterizzata da una bella componente elettronica. È un bel progetto contemporaneo, molto molto interessante.

Descrivici il tuo cliente più affezionato
C’è un signore che viene qui da circa vent’anni, una o due volte a settimana, con il suo catalogo personale di dischi perché per evitare di comprare più di una copia alla volta si segna i dischi che acquista: la cosa comica è che nel catalogo segna anche chi gli ha venduto il disco, quanto sconto gli ha fatto, qual è il negozio, quindi anche note che non hanno niente a che fare con il disco in sé e per sé. Con lui è sempre una battaglia perché ascolta musica pop, quindi da noi scava sempre nelle cose più improbabili e che magari non ci piacciono, ma riesce comunque a trovare quello che gli interessa; parte poi la trattativa sul prezzo perché siamo a Napoli e perché siamo in un negozio di dischi in cui il contatto con il titolare è possibile.
Dopo vent’anni, però, diventa un po’ pesante.

Hai paura dei servizi di streaming?
Ora come ora non ci fa paura più niente. Abbiamo dovuto trasformare il nostro negozio in un luogo che sia anche di intrattenimento (il negozio comprende un bar e uno spazio per showcase, ndr) e l’introito principale arriva proprio da quello. Con i dischi non si riesce a ricavare chissà poi quanto: la zona non è molto commerciale per quanto riguarda la vendita di dischi di provenienza indipendente. Si vendono meglio in altre zone di Napoli più turistiche, con più fuorisede che seguono in maniera più assidua e attenta la musica.
Anche se ultimamente sono saltati tutti gli schemi e il mondo musicale online ha cambiato radicalmente le modalità di vendita, acquisto e via dicendo, per quanto mi riguarda, ha dato anche la possibilità a tanta gente di avvicinarsi alla musica in maniera libera e ha permesso lo sviluppo di una conoscenza più diffusa della musica: mentre prima dovevi sudare per far conoscere un autore come Aphex Twin, adesso fortunatamente ci sono tante persone che lo conoscono ed è più facile fare presa su queste persone.

Come vedi questo negozio tra 5 anni?
Non ne ho proprio idea. L’evoluzione è stata così veloce negli ultimi anni che chissà quale sarà il futuro: la tendenza, a livello internazionale, sembra essere una crescita del mercato del vinile. Noi non lo abbiamo mai lasciato, quindi potremmo ancora avere vita lunga. È logico che dipende anche da quanti ubriaconi ci vengono a frequentare perché, ti ripeto, il grosso dell’attività si basa proprio su quello: siamo aperti circa quattordici ore al giorno e sostenere un’attività aperta quattordici ore al giorno, sei giorni su sette, e altre otto il settimo giorno, non è facile; soprattutto se la si vorrebbe basare solo sulla vendita dei dischi. È quindi fondamentale che funzioni tutto insieme.
Chissà cosa ci riserverà il mercato nel futuro: se il futuro rappresenta davvero il ritorno del vinile, allora siamo sicuramente sulla strada giusta.
Frosinone, Nord Ovest
Il primo disco che tu abbia mai venduto, e l’ultimo che hai venduto oggi
Il primo disco fu un cofanetto di Johnny Cash che si chiama "Unearthed", mentre l’ultimo, venduto poco fa è il live "Giro del Mondo" di Luciano Ligabue.

Descrivici il tuo cliente più affezionato
Il cliente più affezionato è un musicista della mia città, che ha anche una band ed è insegnante di musica in una scuola: compra in modo bulimico soprattutto spulciando tra le offerte, sceglie i dischi anche su mio suggerimento o leggendo le recensioni sui siti più attendibili.

Hai paura dei servizi di streaming?
Lo streaming non è un mostro a tre teste, l'unico segreto del mio lavoro è farlo nel modo migliore possibile. Io cerco di avere le idee giuste e di capire in anticipo cosa vuole il cliente. È un po' come lavorare in enoteca. Chi cerca il vino da tavola non entra per niente in una vera enoteca, così io non posso preoccuparmi di chi non è interessato al vinile o al cd quanto invece devo preoccuparmi di far diventare realtà i desideri di chi mette piede nel mio negozio.

Come vedi questo negozio tra 5 anni?
Tra cinque anni, ne sono certo, ci saranno molti più giradischi in città. Molte persone, soprattutto under 30, li stanno ricomprando. Ora i cd superano di molto il numero dei vinili sugli scaffali ma il trend rispetto a dieci anni fa dice chiaramente che il futuro prossimo si colorerà di vintage. Quindi tra cinque anni nordovest, se esisterà ancora, sperando anche nella fine della crisi economica, sarà un negozio di musica sempre più attraente e ricco di vinili.

- Marco Archilletti
Padova, Ventitré Dischi
Il primo disco che tu abbia mai venduto, e l’ultimo che hai venduto oggi
Era un LP vinile perché siamo partiti nel ’73... Non mi ricordo assolutamente cos’era perché ero giovane allora, non me lo ricordo proprio. Però sicuramente erano gli anni del rock, Beatles, Rolling Stones... quelle cose là insomma. Che poi sono tornate di moda oggi, e in vinile anche. Ho venduto l’ultimo disco un attimo fa, una cosa dei Tangerine Dream. Una cosa sempre vecchia ma che continuiamo a vendere, vendiamo moltissimo le cose degli anni ’70... ne vendiamo davvero tante.

Descrivici il tuo cliente più affezionato
Sai, negli anni sono sempre molto appassionati perché noi siamo stati sempre attenti a vendere delle cosine un po’ particolari, carine, di nicchia, di ricerca... Per cui sono tutti proprio appassionati di musica. Non voglio offendere nessuno ma non è il cliente che va da Media World, compra il successo del momento e finisce lì. Da noi vengono quelli che se ne intendono un po’di musica. E voglio bene a tutti.

Hai paura dei servizi di streaming?
Non c’è paura, fa parte della tecnologia di oggi... Esiste, io stesso nel telefono ho delle cose. Però se tu –e torniamo ai clienti di prima- vuoi vedere, vuoi leggere, vuoi l’oggetto in mano... Li compri ancora insomma. Chiaramente meno di un tempo, questo è chiaro.

Come vedi questo negozio tra 5 anni?
Ho avuto un momento di paura, realmente paura, come mi chiedevi nella domanda precendente. Nel senso che ho detto, caspita, adesso uno scarica tutto e finisce la storia. Invece con il ritorno del vinile si sta rimuovendo bene tutto. Io vendo anche tantissimo vinile usato, per cui sta ripartendo, quindi io spero che tra cinque anni... Ecco abbiamo capito già, spero di esserci ancora.

Maurizio Boldrin
Feltre (BL), Tony Dischi
Il primo disco che tu abbia mai venduto, e l’ultimo che hai venduto oggi
Quando ho aperto, nel 1991, il primo disco che ho venduto è stato un doppio disco di musica classica, non ricordo di preciso cosa fosse, penso la Turandot; mentre l'ultimo che ho venduto è la colonna sonora de “L'Ultimo dei Mohicani”, stamattina.



Descrivici il tuo cliente più affezionato
Mi vengono in mente i clienti ai quali sono più affezionato io, quelli realmente appassionati ai dischi e alla musica, gente competente. Uno di questi è un collezionista quasi maniacale: oltre ai dischi raccoglie monete e fumetti. Amante del vinile prima che diventasse una moda, da un giorno all'altro ha iniziato a chiedermi cd. Mi sono stupito e gli ho chiesto come mai, e lui molto candidamente “perché a casa non ho più spazio”. Mi ha anche invitato a vedere la sua collezione, ma io per principio preferisco non andare a casa dei clienti, e mi piace immaginare come sia il suo sistema di archiviazione e di catalogazione dei dischi, e perché preferisca aspettare che escano delle raccolte o degli album completi invece che comprare gli ep e le compilation.


Hai paura dei servizi di streaming?
Paura no, anche se sono pienamente cosciente che ci faranno chiudere tutti. Per me la musica in streaming è una cosa bellissima, internet ha delle potenzialità straordinarie ed ha aiutato tantissimo anche me. È il bello e il brutto del nostro lavoro. Per esempio, il signore che è appena uscito cercava un disco, è arrivato qua col telefonino e io ho visto subito il titolo. Prima di internet arrivava il cliente, mi canticchiava una canzone anche in maniera un po' bislacca e io dovevo provare ad immaginare, cercare nelle enciclopedie e sicuramente avere anche un po' di fortuna: passava un mese solo per restringere il campo, per capire di cosa stavamo parlando.
I servizi di streaming ci faranno chiudere, ma è un progresso eccezionale, è come il passaggio dal cinema muto al sonoro, è chiaro che al tempo molte orchestre si son trovate senza lavoro, ma è stata una naturale evoluzione.


Come vedi questo negozio tra 5 anni?
Non lo vedo. Io spero di trovarmi ancora qui a vender dischi, però si vive davvero alla giornata. Qui a Feltre l'anno scorso ha chiuso un negozio storico, ben più storico del mio, e questo è un bruttissimo campanello d'allarme.
La musica però è la mia unica passione, e vendere dischi è l'unica cosa che so fare, non saprei fare altri lavori, e finché i numeri sono dalla mia parte andrò avanti, ma quando arriverò al punto in cui economicamente sarà inevitabile chiuderò e troverò qualcos'altro anch'io. 
Una previsione quinquennale è davvero troppo lontana, vediamo intanto se riusciamo ad arrivare al 2016, al 2017. Perché io sarei anche uno di quei romantici che andrebbe avanti in perdita da quanto amo la musica e questo lavoro, ma so bene qual è la realtà: la mia clientela sta invecchiando e i giovani crescono con altri standard, mia figlia stessa ascolta musica quasi solo tramite internet, i tempi cambiano, e i negozi come il mio sono destinati a morire.

Bologna, Disco d'Oro
Il primo disco che tu abbia mai venduto, e l’ultimo che hai venduto oggi
Non ricordo il primo che disco che ho venduto ma l'ultimo era dei Cannibal Ox.

Descrivici il tuo cliente più affezionato
L'utente più strambo che abbiamo è un signore che a volte passa un intero pomeriggio in negozio ad ascoltare dischi e finisce per addormentarsi sul nostro divano, evidentemente molto confortevole.

Hai paura dei servizi di streaming?
No, lo streaming non mi fa paura.

Come vedi questo negozio tra 5 anni?
Fra cinque anni? In pensione, ci penseranno altri alla gestione.


Brescia, Kandinski
Il primo disco che tu abbia mai venduto, e l’ultimo che hai venduto oggi
Non ricordo il primo disco che ho venduto ma ricordo uno dei primi: Sigur Ros – “Ágætis byrjun”. Ricordo che quando io e il precedente proprietario del negozio tornammo da Milano, dalla Venus (storico grossista e distributore ora chiuso) e ascoltammo quel disco nella primissima edizione, quella in cartoncino sagomato, ci guardammo negli occhi e io telefonai immediatamente ad Eugenio affinché mettesse da parte per noi le ultime copie rimaste.
Fu così che per alcune settimane fui l'unico negozio in città ad avere quel disco (andato subito esaurito) almeno fino alla ristampa. L'ultimo disco venduto mezz'ora fa: Ricardo Donoso su Denovali Rec e Andrea Belfi Natura Morta.

Descrivici il tuo cliente più affezionato
Si chiama G. Viene quasi tutte le sere, compra rarissimamente e per lo più su ordinazione, dato che ascolta solo free jazz ed in particolare William Parker, Hamid Drake e Sun Ra. Di solito si offre di darmi un passaggio per casa e se si imbatte in altri clienti cerca di convincerli ad acquistare cose che piacciono solo a lui, convinto "di aiutarmi" a vendere. Ma non preoccupatevi che a livello di aneddoti ogni negozio "storico" è una miniera. Maurizio Blatto ha scritto i suoi in un bellissimo libro intitolato "L'ultimo disco dei moicani", un giorno anche io scriverò il mio.

Hai paura dei servizi di streaming?
Il nuovo streaming sta rapidamente uccidendo il CD ma io, che ero già pronto, ormai vendo al 90% vinile: è più costoso (purtroppo e non per colpa di chi lo vende) e forse può essere considerato più snob, ma presuppone un'attenzione e un interesse per la musica che si ascolta molto più profondo e motivato.
Lo streaming è e resta un modo facile per un ascolto veloce, ma poi i veri cultori della musica vorranno avere nella propria discoteca i dischi più interessanti della stagione.

Come vedi questo negozio tra 5 anni?
Spero di portare a termine il progetto di trasformare il negozio in un Negozio di dischi e bar, riportando così i più giovani a frequentarlo perché si possa ricreare quell'ambiente di discussione intergenerazionale che ricordo nei negozi di quando ero ragazzo. Internet e i centri commerciali stanno distruggendo in tutto il commercio il rapporto tra commesso e cliente, ma credo e spero che per la cultura questo discorso possa non valere e che quindi possa prevalere un rapporto interpersonale fatto di scambio di conoscenza.

(immagine via YouTube)
Genova, Disco Club
Il primo disco che tu abbia mai venduto, e l’ultimo che hai venduto oggi
Il mio primo disco l'ho venduto talmente tanto tempo fa che non ricordo nemmeno quale fosse. Era il 1984 ed era sicuramente un 45 giri. L'ultimo vinile l'ho venduto un minuto fa: Golden Heart di Mark Knopfler.

Descrivici il tuo cliente più affezionato
I miei clienti li chiamo per nome, li conosco praticamente tutti e il negozio è ormai una sorta di punto di ritrovo per i musicofili genovesi. Ne ho conosciuti di tutti i tipi e quando dico “tutti” intendo dire che ho accumulato abbastanza materiale da scriverci un libro intero: “Il diario di Disco Club – Memorie di un dischivendolo”. 'Rompipalle #1', 'Pluriespulso': c'è quello che compra un disco se ci sono almeno dieci secondi di fiati, quello che compra solo dischi dove ci sono voci femminili, quello che una volta non si è cambiato la maglietta per ventitré giorni consecutivi. Ce ne sarebbero troppi da raccontare.
Nel corso degli anni, inoltre, molti dei miei clienti, soprattutto quelli di cui non si sa più niente, mi hanno fatto riflettere su un concetto che potremmo riassumere con una semplice frase: la figa rovina la musica. Sai com'è, inizi con il dover abbassare il volume dello stereo in casa e finisci con l'ultimo di Ramazzotti sotto l'albero di Natale...

Hai paura dei servizi di streaming?
Se devo essere sincero il web non mi spaventa più di tanto, diciamo che se sei un rivenditore (o un dischivendolo, come mi definisco io) specializzato è difficile che lo streaming o i grandi rivenditori di internet ti mettano in crisi. Ti do un dato: dal 2001 ad oggi, in concomitanza con l'arrivo della Fnac a Genova, hanno chiuso circa trentanove negozi di dischi. Nessuno di questi curava un genere in particolare e questo fa sì che la tua clientela coincida con quella fetta di consumatori che rimedia altrettanto facilmente i suoi dischi pop su internet o al centro commerciale. Quello che trovi qua è difficile da rintracciare sul web.

Come vedi questo negozio tra 5 anni?
Ti posso assicurare che ci saremo. Anche il nostro negozio dell'usato qui dietro l'angolo da buoni risultati. Ho provveduto a circondarmi di collaboratori giovani come puoi ben vedere. Siamo qua da tanti anni, puntiamo a continuare per altrettanto tempo.

Giancarlo Balduzzi


Campobasso, Doo Bop
Il primo disco che tu abbia mai venduto, e l’ultimo che hai venduto oggi
Il primo: St Germain, “Tourist”. L'ultimo: Sakamoto, “Playing the piano”.

Descrivici il tuo cliente più affezionato
Il più affezionato è anche il più strambo: è un signore che viene tutti i giorni, si fa fare scontrini da venti o quaranta euro prima di sapere cosa comprerà. Poi inizia a guardare e a chiedere consigli. Acquista di tutto, dalla lirica al metal a Bobby Solo. Fa sempre molti complimenti al negozio e chiude ogni frase che dice con quattro o cinque “grazie”. In generale il negozio di dischi ha sempre attratto gente un po' borderline, infatti volevo chiedere un finanziamento alla ASL.

Hai paura dei servizi di streaming?
No, perché permettono al cliente di arrivare già preparato. È pur vero che lo rende meno propenso alla proposta, ad affidarsi. Paura no, penso che lo streaming sostituisca semplicemente un po' quella che era la cassettina registrata, l'appassionato del supporto che vuole il disco resta, restano i collezionisti... La discografia è un mondo a sé che non morirà mai, e in ogni caso non credo che sarà ucciso dallo streaming.

Come vedi questo negozio tra 5 anni?
Sicuramente integrato con un sistema di vendite online. Avendo un magazzino molto vasto, essendo Campobasso piccola e per certi versi “ottusa”, lo sbocco naturale può essere questo. E poi credo che aumenterà lo spazio per i vinili e le rarità, per i collezionisti.



Roma, Discovery
Il primo disco che tu abbia mai venduto, e l’ultimo che hai venduto oggi
(ride) Si parla di 23 anni fa, non è facile ricordarsi. È probabile che sia stato un disco di musica classica, io ho rilevato un negozio che era solo di Classica, in viale XXII Aprile, che poi ho trasformato in quello che vedi ora. Ti direi "Le variazioni Goldberg" di Bach. Mentre l'ultimo è un tributo ai Pink Floyd, "The roots of Pink Floyd".

Descrivici il tuo cliente più affezionato
Lo definiresti uno psicopatico se non fosse che è solo un
grande appassionato di musica. È quello che ti chiama dieci volte al giorno per sapere cosa è arrivato e in che formato, in che colore e in che numerazione. Ne ho parecchi di clienti così.

Hai paura dei servizi di streaming?
Mi sono abbastanza indifferenti.

Come vedi questo negozio tra 5 anni?
Tra un mese mi trasferirò nuovamente, pur rimanendo in zona. Lo vedo sempre più dedicato al collezionismo.
Bari, Jagger Music
Il primo disco che tu abbia mai venduto, e l’ultimo che hai venduto oggi
Primo disco venduto Led Zeppelin – “The song remains the same” (Live '73 a New York, doppio album). Ultimo disco venduto Janis Joplin – “Pearl” (1971)

Descrivici il tuo cliente più affezionato
I negozi di dischi sono negozi particolari, al 99% la clientela è composta da tipi singolari o strambi, per così dire, perché chi segue la musica non segue i canoni affiliati alla vita stessa, però tra i tanti ragazzi che sono entrati e usciti da questo negozio uno in particolare è un ragazzo autistico molto preparato e competente sulla musica dagli anni '60 ad oggi, quello più mnemonicamente affermato e incline alla musica.

Hai paura dei servizi di streaming?
Non sono dalla loro parte perché sono legato al reale, al palpabile. Toccando con mano il cliente sceglie e ne consegue tutta una serie di emozioni e di sentimenti che inevitabilmente legano quella persona ad un determinato disco, che diventa così quasi un compagno di vita. Non avrei aperto questo negozio se fossi dalla parte dello streaming, l'ho aperto proprio per combatterlo e perché chi viene vuole poter possedere qualcosa che sia solo suo e che dia valore e ricordo alla musica stessa.

Come vedi questo negozio tra 5 anni?
Bari come città aveva trenta negozi di dischi, ora siamo rimasti in tre o quattro. Non credo che i negozi di dischi siano il futuro, ma non bisogna arrendersi al momento di crisi che ci sta schiacciando, né a chi come internet tenta di sopraffarci. Chi lo sa come andrà. So solo che se riuscissimo a uscire da questa brutta situazione si potrebbero ridare valore a tante cose andate perdute per strada, compresi i negozi di dischi.
San Giovanni Valdarno (AR), Musicomania
Il primo disco che tu abbia mai venduto, e l’ultimo che hai venduto oggi
Che io ricordi “Aquarium” degli Aqua nel 2000. L’ultimo venduto è “The children of the night”, il nuovo disco dei Tribulation.

Descrivici il tuo cliente più affezionato
È uno studente universitario, che abita in zona, collezionista di metal. Compra più versioni dello stesso titolo e le edizioni limitate quando disponibili, anche le più costose. Non bada a spese. (Mentre stiamo parlando il tizio si presenta incredibilmente in negozio, ndr)

Hai paura dei servizi di streaming?
Lo streaming ha innegabilmente ridimensionato le vendite, principalmente quelle delle uscite più commerciali, quelle qualitativamente peggiori aggiungerei: hit, compilation, tormentoni estivi ecc. Cose, insomma, che le persone si scaricano comodamente da casa. Generi come l’alt-rock e il metal non sono stati tanto danneggiati, o meglio, hanno tendenzialmente perso vendite, certo, ma quel poco che continuiamo a vendere si spalma su un numero maggiore di band che magari prima nessuno conosceva. Diciamo pure che le produzioni di nicchia attirano ancora l’appassionato di turno.

Come vedi questo negozio tra 5 anni?
Lo vedo male, visto che il mercato della musica era già in crisi prima della crisi. La crisi ha esasperato la situazione. Incassi già poco soddisfacenti prima della crisi si sono ulteriormente ridotti ma è soprattutto la vendita degli strumenti musicali ad aver ricevuto il colpo di grazia. Quindi adesso stiamo valutando il da farsi; sicuramente bisognerà attrezzarsi in qualche modo e inventarsi qualcosa, non so, magari tipo specializzarsi e orientarsi di più su alcuni generi specifici.
Perugia, Music Box Records
Il primo disco che tu abbia mai venduto, e l’ultimo che hai venduto oggi
Il primo disco non ricordo. Ho aperto 10 anni fa e vendo tanti dischi giornalmente. L’ultimo è “Interchangeable part 1”.

Descrivici il tuo cliente più affezionato
Ti faccio un indentikit generale: tra i 30 e i 40 anni, musicalmente preparato e con una buona cultura musicale, tendenzialmente jazz, punk, soul e house music

Hai paura dei servizi di streaming?
No il mio negozio va benissimo quindi non ne ho risentito

Come vedi questo negozio tra 5 anni?
Considerando che negli ultimi 5 anni il fatturato è più che raddoppiato, anche perché io vendo maggiormente vinili, spero che si segua in questa direzione.

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La gallery Il giro d'Italia in 20 negozi di dischi è apparsa su Rockit.it il 2015-04-28 11:27:47