MI AMI 2015 - Le band di sabato

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Le foto di tutte le band del sabato del MI AMI: M+A, Levante, Colapesce, Mecna, Niagara, Albedo, Albertino, Jolly Mare, Thegiornalisti, Umberto Maria Giardini, L'Officina della Camomilla, Giovanni Truppi, Flavio Giurato, Zeman, I Missili, Baseball Gregg, Any Other, Dax & Gli Ultrasuoni, Mace, Zero Kills (The Night Skinny, Lord Bean, Ensi, Johnny Marsiglia), E-Green, Mezzosangue, Maruego, Capibara
Albedo
L’aria era elettrica e il viaggione pomeridiano, sul Palco Pertini, servito senza troppi complimenti e pettinature inutili. Gli Albedo sono così: diretti e genuini come sempre, pronti a suonare con la stessa emozione della prima volta uno dei loro migliori live, e tu non puoi far altro che lasciarti andare, cantare a squarciagola “Cuore” abbracciando il tuo vicino fregandotene del caldo tropicale, con i pugni al cielo.
(Carlotta Freni)
Foto di Starfooker
Niagara
“Hey ragazzi, stanno suonando i Niagara” grida Erica sfogliando il mag con gli orari. È vero. Forse un'esibizione notturna avrebbe aiutato il gruppo a ricreare le situazioni psichedeliche ed oniriche tanto agognate. Ma la musica dei Niagara è troppo coinvolgente. Le loro camicie sgargianti e il tramonto sul parco dell’idroscalo colorano l’atmosfera con toni di rosa chill-out. La musica, sviscerata nelle sue componenti tribali, adempie al suo ruolo di colonna sonora per quella che è storicamente riconosciuta come la pratica antropologica per eccellenza: la danza. I Niagara sono gli sciamani di questo MI AMI. (Marco Beltramelli)
Foto di Claudio Romani
Niagara
Foto di Claudio Romani
Mecna
La sfida più grande era con questa umidità africana e quest'aria piena di zanzare. Ma quello del freddo ormai è un vezzo, un cliché buono per gli sketch tra un pezzo e l'altro, se tutto funziona magicamente e la tua musica è capace di smarrire la solitudine e restituire lo stesso calore di questo sole che sprofonda, alle nove di sera, dietro i nostri occhiali. (Marcello Farno)

Foto di Claudio Romani
Mecna
Foto di Starfooker
Mecna
Foto di Starfooker
Colapesce
Colapesce è uno dei pochi artisti italiani, uno dei pochi 'cantautori', che cresce davvero a vista d'occhio, anno dopo anno: musicalmente, nella scrittura e produzione dei brani, e soprattutto nei live. Quello del MI AMI è stato da manuale: potete, coinvolgente, emozionante, divertente, da pelle d'oca. (Nur Al Habash)

Foto di Claudio Romani
Colapesce
Foto di Claudio Romani
Colapesce
Foto di Starfooker
Levante
Sono passate da poco le 22 di un sabato caldissimo, l’afa come una cappa su tutto il Magnolia, fino a quando Levante sale sul Palco Pertini con una grazia ed una forza tale da sbalordire chiunque, oscillando fra momenti impetuosi e attimi più delicati e intimi col suo pubblico che, numerosissimo, le riserva un’accoglienza calorosa e fedele. Ad accompagnarla, le bellissime illustrazioni del live painting di Cristina Portolano, che riesce a mettere su carta ciò che Levante trasmette al pubblico, ovvero forza e bellezza. (Alice Tiezzi)
Foto di Claudio Romani
Levante
Foto di Starfooker
Levante
Foto di Claudio Romani
Levante
Foto di Starfooker
Levante
Foto di Starfooker
M+A
Se non sbaglio sono arrivata qui in macchina, se non sbaglio per arrivare qui sono passati dodici mesi dalla scorsa edizione del MI AMI e una città che non è mai stata così in movimento, ma quello che mi trovo davanti è una giungla e gli M+A sono le uniche divinità ancora in piedi. Luci intermittenti, grafiche ipnotiche, piante sacre: questa magica preghiera estiva mi chiama! Sfido il popolo del Circolo Magnolia, scalo il tempio sacro, butto giù uno sbagliato e mi lascio completamente manipolare dal ritmo lascivo. Spiagge bianche, droghe colorate, copricapi di piume, questo live mi ricorda tutte cose che non ho mai visto in vita mia. Caleidoscopici, brillanti e psichedelici: gli M+A hanno dato il via all’estate, prima solo un tiepido risveglio. (Elena Mariani)
Foto di Claudio Romani
M+A
Foto di Claudio Romani
Albertino
È la notte tra sabato e domenica e al Circolo Magnolia va in scena il tuffo carpiato nel mare di emozioni del passato, presente e futuro mixate dalla storia del djing italiano: from Radio Deejay, Albertino. Il palco Pertini diventa una bolgia dopo la mezzanotte, un’onda d’urto di emozioni che travolge tutto per l’intera durata dell’esibizione di uno dei leader della radiofonia italiana. (Alvise Salerno)

Foto di Starfooker
Albertino
Foto di Claudio Romani
Jolly Mare
Mettere il set di Jolly Mare a chiusura del sabato è una chiara scelta di stile. Lui ripaga la fiducia con un outfit impeccabile e una selezione che snocciola disco, cosmic e house mutevole, accarezzando e trasportando la folla per mano oltre i cancelli della notte. (Marcello Farno)

Foto di Claudio Romani
Dax e gli Ultrasuoni
Dopo anni e anni dedicati a divertire il pubblico nell’area banchetti del MI AMI con il loro live in cuffia, quest’anno Dax e Gli Ultrasuoni hanno l’arduo compito di inaugurare la giornata centrale del festival. Arduo perché alle quattro del pomeriggio c’è un caldo allucinante. Fattore che non scoraggia affatto il gruppo di Dax che nel suo quarto d’ora di esibizione conquista la collinetta con un blues fresco e divertente. Ma non sono certo io a dirlo: per l’occasione la collinetta si è riempita di sorridenti ballerini sotto i 3 anni. E si sa, i bambini hanno sempre ragione. (Alessandro Fiorito)

Foto di Federico Buonanno
Any Other
Dopo la scorsa edizione con le Lovecats, Adele torna sul palco della Collinetta di Jack con il progetto solista Any Other. La giovanissima cantautrice abbaglia per la sua semplicità, con una voce delicata ma capace di sfumature graffianti, sfruttate al meglio in canzoni a cavallo tra indie e folk. I brani di Any Other, essenziali come il suo look, si rincorrono nel caldo del pomeriggio e dosano sapientemente energia e quiete in un mix esplosivo. (Eva Cabras)
Foto di Alessandro Sozzi
Any Other
Foto di Starfooker
Any Other
Foto di Federico Buonanno
Baseball Gregg
Suoni vibratili, usciti direttamente da un jukebox dei primi anni ’60, con chitarre dai suoni liquidi e volutamente stonati che danno quel senso di perfetta ebbrezza da festival estivo. Si presentano così, immersi nell’afa del pomeriggio di sabato, i Baseball Gregg “italian edition”, ovvero Luca (50% dei Baseball Gregg originali; mentre Sam, l’altro 50%, porta in giro gli stessi brani in America) e due musicisti di supporto. Inconsueti e freschi, con il loro surf pop ramingo i Baseball Gregg non faranno la rivoluzione ma regalano bei viaggi mentali. (Doriana Tozzi)

Foto di Federico Buonanno
I Missili
Fluidi, leggeri, docili. Se avete già avuto il piacere di ascoltare le loro canzoni sapete benissimo cosa aspettarvi da questo concerto. A tutti gli altri basti sapere che i Missili sono l’esatto opposto del nome che si sono scelti, niente esplosioni ma tanta leggerezza, una dolcezza ritmata dal coro femminile che avvolge tutta la Collinetta. In quasi mezzora sviscerano un sincero elettropop tra fossili, coltelli e dèi romani, lasciando spazio anche a qualche meritevole inedito. (Alessandro Fiorito)

Foto di Federico Buonanno
Zeman
I tramonti in Collinetta sono sempre fonte di sorprese e scoperte, tra cui Zeman e il loro live surreale.
Quando un palco non basta per dar sfogo al tutto il tuo post-punk, ogni superficie può essere adatta allo scopo; e allora via dal palco per cantare nel prato tirandosi dietro il microfono oppure in piedi sulla cassa della batteria. Un live fisico, uno scossone che ha risvegliato a dovere gli animi e le membra appisolate sotto il sole della Collinetta. (Carlotta Freni)
Foto di Alessandro Sozzi
Zeman
Foto di Alessandro Sozzi
Flavio Giurato
Flavio Giurato conquista il MI AMI con un set acustico di rara intensità, diviso tra inediti, spoken-word inattesi e alcuni episodi tratti da “La scomparsa di Majorana”, la sua ultima fatica discografica. E il classico “Marco e Monica” come collante tra presente e futuro. Poco più di mezz’ora di cantautorato sghembo, tra battute, aneddoti, annunci (“sto scrivendo una canzone sulla Digos”) e scambi di opinioni con un pubblico attento e partecipe, che non ha mancato di applaudire un autentico outsider di lusso. (Giuseppe Catani)
Foto di Alessandro Sozzi
Flavio Giurato
Foto di Starfooker
Paletti
Paletti non era ufficialmente in lineup, ma si è divertito moltissimo a cantare un sacco di canzoni di Franco Battiato durante i cambi palco della collinetta. E il pubblico si è divertito almeno quanto lui.

Foto di Alessandro Sozzi
Giovanni Truppi
Entra sul palco della Collinetta in formazione a 3 con Francesco Motta e Luciano Turella (ex Criminal Jokers/ Nada) ed infuoca il pubblico già accaldato con una tiratissima “Stai andando bene Giovanni”. La gente si avvicina, risponde alla chiamata e si vede che gli vuole tanto bene. Lui ricambia con pezzoni come “Superman” o “La domenica”, con quella sua metrica che non capisci come faccia a suonare e a cantare contemporaneamente, coi tempi dispari e le parole leggere solo se non le capisci. Giovanni è uno bravo davvero. (Simone Stefanini)
Foto di Alessandro Sozzi
Giovanni Truppi
Foto di Federico Buonanno
Umberto Maria Giardini
Sono i chiari e cullanti tocchi sulla chitarra elettrica che si sommano alle parole scandite ed esasperate in note lunghissime ad avvicinare il live di Umberto Maria Giardini ad un tuffo al cuore. In ogni pezzo, lentamente viene edificata un'atmosfera malinconica e potente, strati su strati le distorsioni si fanno ruggenti e viene la pelle d'oca. Il post rock dell'ultimo album “Protestantesima” si fonde perfettamente dal vivo con i pezzi più vecchi, regalando al pubblico della Collinetta un concerto ricco di sfumature e da cui è difficile distrarsi una volta racchiusi al suo interno. (Carlo Tonelato)
Foto di Starfooker
Umberto Maria Giardini
Foto di Alessandro Sozzi
L'Officina della Camomilla
Parto prevenuto e dico che l’Officina della Camomilla non mi è mai piaciuta. Sono cose a pelle, basate sul niente. Poi però vedo il pubblico che fa a spinte per trovarsi in prima fila e di gente ce n’è un sacco. Decido di ascoltare e mi rapiscono. Pop allo stato brado con un piglio punk wave che non credevo: alla fine distruggono tutto, chitarre e ampli, letteralmente. Poi viene Francesco, il cantante, a chiedermi se (in tutto il caos) ho trovato i suoi occhiali da sole. “5 euro costavano” mi supplica sconsolato. L’Officina è così, prendere o lasciare. (Simone Stefanini)
Foto di Alessandro Sozzi
L'Officina della Camomilla
Foto di Federico Buonanno
L'Officina della Camomilla
Foto di Federico Buonanno
Thegiornalisti
Bastava dare un’occhiata veloce per rendersi conto di quello che stava accadendo sulla Collinetta di Jack. I Thegiornalisti headliner, un’orda di pubblico a cantare insieme alla band ogni singolo pezzo per tutta la durata del live e uno dopo l’altro i brani dell’ultimo “Fuoricampo”, accompagnati in qua e in là dai pezzi dei precedenti lavori, fino ad arrivare ad urlare tutti insieme “Io non esisto”, mani al cielo e cuore in tasca. Loro lo hanno definito “il concerto più bello della nostra vita”, e noi magari gli diamo ragione. (Alice Tiezzi)
Foto di Alessandro Sozzi
Thegiornalisti
Foto di Alessandro Sozzi
Thegiornalisti
Thegiornalisti
Foto di Federico Buonanno
Thegiornalisti
Foto di Federico Buonanno
Thegiornalisti
Foto di Federico Buonanno
Thegiornalisti
Foto di Alessandro Sozzi
Il Karaoke
Cos’è successo il sabato del MI AMI in Collinetta? Ancora non ci si crede che eravate così tanti a cantare “Perdere l’amore”. Ma andiamo con ordine: un palco, due dj d’eccezione, TILT e L’Ariele, un maxischermo ed un proiettore. Divi dei Ministri che canta i Blink 182, Aimone dei FASK che interpreta “Il Mondo” di Jimmy Fontana, Tommaso dei Thegiornalisti che si immola in “Nata sotto il segno dei pesci” di Venditti. E voi. Tanti, impazziti ad urlare a squarciagola “Maledetta Primavera”, “Almeno tu nell’universo”, “E ti vengo a cercare” e tutte le altre. Avete cantato anche la pubblicità della Tassoni, siete proprio i più belli. Sopra il palco avevamo i brividi. Grazie a tutti, sul serio. P.S. Fiorello chi?
(Simone Stefanini)

Foto di Starfooker
Capibara
In trasferta da Roma, polleggia qua e là per tutti e tre i giorni del festival. Quando è il momento di suonare al sabato si presenta con un kangol e un catenazzo che lo fanno somigliare a un LL Cool J bianco e anche un po' emaciato. Mette insieme beat sincopati e fascinazioni danzerecce global, in mezzo qualche problema tecnico che lo sfida e lo porta a una chiusura tiratissima che fa twerkare anche i muri. (Giovanni Abbruzzo)

Foto di Nik Soric
Nerone
Non c’è modo migliore di inaugurare l’ennesimo vodka tonic che dirigersi verso il palco che ospita Fred de Palma, Nerone e Maruego. Di là c’è Levante che allunga le note all’infinito, invece questo palco brucia in fretta come quelle sigarettine thailandesi che ci portate ogni dannata d’estate. Il tendone suda, il palco fuma, io bevo. Questa è la storia più corta del mondo, un’esibizione picchiata, lunga quanto un video di Snapchat. Le luci sono blu, ma quando sale sul palco Fred De Palma parte al verde per far festa: quello è tutto sputi, gomiti e sentenze. Nerone è un uomo di beat, uomo di sostanza, in pochi minuti il cappellino dal gusto tropicale lascia spazio a un’afa tutta cittadina. Il caldo quest’anno ha ucciso anche le tenacissime zanzare dell’Idroscalo, il caldo quest’anno ha sciolto il cuore anche ai più duri, il caldo quest’anno ha reso ancora più difficile sfatare il mito che la cioccolata non è un alimento estivo eppure bastano pochi secondi di delizioso e ipnotico beat che dolce mi è naufragar in questo mare di sciocolata. Maruego, sei la cosa più dolce di questo MI AMI. (Elena Mariani)

Foto di Starfooker
Ensi
Foto di Starfooker
Maruego
Foto di Starfooker
E-Green
Foto di Starfooker
Nerone
Foto di Nik Soric
Nerone
Foto di Nik Soric
Maruego
Foto di Nik Soric
E-Green
Foto di Nik Soric
Mezzosangue
La prima al MI AMI per il ragazzone romano col passamontagna, con dietro un carico di ansie e aspettative notevoli vergate da chi intravede in lui uno dei migliori futuri possibili. A ragione, perchè il flow e lo storytelling sono di quelli che lasciano senza fiato per crudezza e visceralità. Come toccare ogni singolo nervo scoperto delle sue storie, delle sue paure. Uno dei live più onesti, e per questo commoventi, di tutto il festival. (Marcello Farno)
Foto di Nik Soric
Mezzosangue
Foto di Nik Soric
Zero Kills
Foto di Nik Soric
Zero Kills
Foto di Nik Soric
Zero Kills
Foto di Nik Soric
Zero Kills
Foto di Nik Soric
Zero Kills
Foto di Nik Soric
Ensi
Foto di Nik Soric
Mace
Mace è salito sul palco più o meno alle 2 di notte, quando tutti eravamo ormai carichi come una molla e sbronzissimi. Una grande folla si è ritrovata sotto la sua consolle e ha ballato felice fino allo sfinimento, in uno dei set più divertenti, allucinanti (e allucinati) del Festival.

Foto di Nik Soric

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La gallery MI AMI 2015 - Le band di sabato è apparsa su Rockit.it il 2015-06-12 14:42:29