Maschere Nude

20/09/2013 - 16:25 Foto di Il Sogno di Ilse 1
Celare il senso nelle densità cromatiche. Potremmo, nel sogno, sapere. Le mani, avvolte di carminio rossore, mondano il viso da sguardi che non avremmo voluto, nè cercato. Dunque, il sentiero adombrato ritorna sgombro, e i colori nascosti si mostrano, e assumono corpo. Siamo vividi, e il nero che mescola le più dense sfumature, ci scopre nel respiro della crisalide. E il sogno spalanca le ali nel vuoto, e nuovo colore si schiude.
E non era che un ombra, senza nome, senza senso...
Io brucio, come fiaccole d'incenso all'altare della notte, e i fiori, di porpora e d'ambra, m'avvolgono stretta, la terra si apre, divora le colpe, ma arde, brutale, la carne fremente di angeli perduti...Il calice eterno, io bevo...sono un fiore nefasto, nel giardino selvaggio...
Si sdoppia, nel bianco e nel nero...La luce distorce fattezze indecise: la quadratura imperfetta di sfere, nell'acqua, nel vento, sul fuoco...è d'ombra essa stessa, e di vetro, tagliente, più opaco..s'offusca e rianima a vista la propria mutante bellezza...trasforma le grazie, le invita, distrugge e sopisce fantasmi...ma Lei li ha creati...
Il cammino non è che al principio e riarde la strada che il giorno non seppe svelare. Scrutava l'orizzonte l'avanguardia della piccola armata di sogni...L'orizzonte irrise la percezione del mondo incarnato, incastonando gli occhi di polveri estive, di porpore nuove...
Ho visto orchidee ammantarsi di porpora e candori. Iridi spalancate, con denti affilati e gentili. Le ha toccate il mio sguardo, nel mentre le mani cercavano rifugio. Ma erano sulla mia bocca, quali parole mai pronunciate. Le ho baciate, e avevano l'aspro sapore del bacio. La primavera ha tradito i miei canti. La tenue dissolvenza dei colori che l'autunno mi ha mostrato. Le orchidee danzavano ipnotiche. Il mio cuore d'inverno, si, quello taceva...
Dal nero, sul fondo più turpe...sfiorando l'immonda materia, lo spirito perde il contatto, ancora l'ingoia...poi graffia la stoffa sottile, ed attende con braccia costrette le braccia già attese...il fato sottrae al suo silenzio il rifugio di cose non dette...il baratro pieno di grazia dei particolari sorprende le redini d'oro sul lieve velluto...la coscienza reclama i suoi occhi...li vuole...
Restammo a guardarla, mentre s'allontanava vibrando, come se avesse ali traslucide alla sommità del fragile corpo...E pur sapendo che, come infinite altre volte aveva fatto, sarebbe tornata, ci sembrava che stesse andando via per sempre. Danzava, vorticando nella luce cangiante del crepuscolo, e carpiva i nostri occhi come se in lei si riflettesse la luce dei nostri fantasmi. Era così bella, e così irreale..Rideva, incostante e vaga, come se stesse uccidendo a piccoli passi il riverbero del sole, come se lo vivificasse, al semplice respiro della sa pelle scura..Era lei l'illusione, Ate, la madre dolcissima del nostro errare...
La colpiva con gli occhi, in quegli occhi pallidi, enormi...Con un breve silenzio di sfida, pregando di non esser sconfitto. Lei si mostrava, alta e grandiosa, nel cielo notturno. Non dava risposta, neppure al rossore sul volto. Un branco di nubi rabbiose la celava alla vista, adesso...Ma lui la seguiva, la luna incantata, cacciava la preda, che a sua volta braccava il suo cuore...
seguivamo il vento, e qualora ci capitasse di smarrirlo, allora lo cercavamo, nei meandri più segreti del bosco antico...e a volte Demetra ci premiava, concedendoci l'aurea visione della sua corona fiorita...
Dove sei nascosto, Amore? Tra i riccioli scuri di foreste innevate? O nel sole che vibra la sua ultima nota arrossata? Nei mari, che cullano la volta assetata dell'orizzonte? Nelle sabbie d'argilla informe? Ti colgo, celato nelle distanze, nelle apparenze. E il mio vigoroso orgoglio ti teme. Amore, l'uomo si nasconde nelle tue ombre. Amore ha trionfato, nei desideri taciuti, protetti dalle spine degli arbusti in fiore. Rivelati, uomo. Amore ha trionfato.
E lo spettacolo silente della mia rabbia traeva fiato dal sentiero dissestato dei colori...Con furia li sorbivo, ed erano attorno e dentro...Ed io vibravo...e il sogno non era più sogno, ed io non ero più io...Ilse se n'era andata...ed io non potevo accettarlo...Ilse non era più in me...ed io non ero più io...ero un fiore nefasto...nel giardino selvaggio...
Tentava con forza di eludere la maschere divelta...Ma un'ombra, un'ombra sola ancora cingeva il suo volto...Un'unica macchia sul cuore molteplice del suo personaggio...E la compagnia danzava, celebrando il tripudio della maschera, che era viva, e vivo lo rendeva...Ed egli rideva, del nuovo colore che l'estate rivelava tra le dita...Un rullo di tamburi, la danza rituale...Non avrebbe più divelto la maschera cupa...ma il sipario, quello era spalancato...e la scena...la scena era sua...
Maschere Nude

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