Recensione DIRT

Uno degli album più particolari e caratteristici che abbia mai sentito. Non mi prendete per pazzo, davvero bisogna prendere con le molle ciò che dice ognuno di noi, e ricordare sempre che il gusto è soggettivo. Dirt (anche qui Nomen omen) si presenta come una sfilza di songs a mio avviso gustosa e infinitamente carica di emozioni. Da "Them bones", un incalzante e metallico lamento sui mali del mondo, anche qui mezzo presago di desideri sopiti, fino a "Would", altro sordido bellissimo pezzo, tutto il disco sembra imperlato dello stesso alone. Fra i suoni cupi e distorti delle chitarre, una distorsione fuzzy ma valvolare fino all'osso, piene di bassi, si incastrano alla perfezione le armonizzazioni vocali che J. Cantrell costruisce ad hoc per il suo magnifico cantante L. Staley. Lo studio meticoloso delle due voci, che poi diventa un nevermind dal vivo (ricordo un live unplugged molto improvvisato del 1992), rende meglio di altri gruppi che venivano fatti rientrare nello scenario grunge anni 90. "Rain when I die" struggente ballata e la memorabile "Rooster" sono pietre miliari che nessun appassionato può dimenticare. Fra i numerosi brani a dire il vero io non ho il coraggio di trascurare nulla (che dire della sorprendente "Sickman" o della favolosa e tuttavia semplice sequenza di accordi in "Angry chair"?) perchè questo album racchiude e condensa il meglio di questa band che presto si sarebbe bruciata (nella persona del cantante) sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. E molti critici continuano a propinare le nuove reunion della stessa band con altri cantanti come un rinnovato e migliorato tentativo di conservarne la storia. Niente di più falso. In tutto questo il cardine principale, come in tutta la musica di genere che stiamo trattando, resta sempre la voce, e dalla voce, nel 99% dei casi, non si può prescindere. Ebbene Staley resta a mio avviso una fra le più emozionanti timbriche mai udite, checchè le classifiche ufficiali lo releghino fra i primi venti soltanto, e uno dei cantanti più originali, a prescindere dall'estensione vocale, nelle sue angosce e nel suo tormentato viaggio in questa valle.
Dirt (alice in Chains)

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La gallery Recensione DIRT è apparsa su Rockit.it il 2014-11-25 15:39:27