Le foto scattate al MI AMI da Giulia Bersani diventano un libro: esce “Lucciole”

La voglia di vivere, il divertimento, la notte, la musica: “Lucciole” di Giulia Bersani condensa in poche immagini l'atmosfera del MI AMI 2016

- La foto di copertina di "Lucciole"
30/09/2016 - 10:24 Scritto da Nur Al Habash

Giulia Bersani è una fotografa di 23 anni, vive a Milano e ha già alle spalle una lunga lista di mostre e feature su molte prestigiose testate. Il suo è uno stile che affonda nella rappresentazione più genuina della giovinezza, della sessualità, della femminilità (qui potete vedere qualche suo scatto) e proprio per questo, lo scorso maggio l'abbiamo invitata al nostro MI AMI Festival per scattare in libertà. Il risultato è un libro, "Lucciole", in edizione limitata a 100 copie stampato da Pixartprinting , che potete acquistare qui. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Bersani per capire meglio com'è andata. 

 

Ciao Giulia, raccontaci com'è nata la raccolta "Lucciole"?
È stato Fiz (Stefano Bottura, tra i fondatori di Rockit e del MI AMI Festival, ndr) a contattarmi, proponendomi di fotografare il MI AMI a modo mio. L’idea di avere tutta la libertà che volevo mi piaceva molto e l’ho presa un po’ come una sfida; fotografare un evento musicale focalizzandomi sul lato umano e andando a cercare immagini dove la maggior parte dei fotografi, inviati dalla stampa, non avrebbero cercato, cioè nell’intimità pubblico.

Da dove viene il titolo dato a questa raccolta?
Dalle mie sensazioni, soprattutto visive. Non ero abituata a fotografare di notte e le foto che ne sono uscite, con persone e gesti che brillano nel buio completo, mi ha fatto pensare a quanto la luce sia più preziosa nella mancanza di luce (e così anche la musica). Al pomeriggio con il sole era molto bello ma di notte iniziava la magia.

Eri mai stata al MI AMI?
No, ad essere sincera non ero mai stata a nessun festival musicale, e non sapevo cosa aspettarmi. Mi sono trovata in un’atmosfera di festa in cui ci si guardava tra sconosciuti e ci si sorrideva senza nessun motivo, giusto per il fatto di essere lì, insieme, a dimenticarsi per qualche ora della propria quotidianità.

Sei per così dire "specializzata" nel fotografare la giovinezza: che tipo di gioventù hai fotografato al nostro festival?
Non lo so, c’erano tante persone di tipo diverso ma stavano bene insieme. In generale si sentiva voglia di vivere (che spesso con la musica va a braccetto). 

Cosa pensi emerga dalle foto che hai scattato?
Non mi piacciono i giudizi, a me piace osservare e rimanere con le mie domande. Credo di avere ritratto molte persone e gesti interessanti, che si lasciano guardare volentieri e che, cosa importantissima, incuriosiscono.

Credi che in qualche modo, nelle foto, si percepisca la musica che si respirava nell'aria in quei due giorni di maggio?
Certo. La musica aiuta sempre a lasciarsi andare ed è complice del lato più emotivo/istintivo e meno razionale delle persone. In questo caso credo si veda doppiamente; nelle persone ritratte e nel mio occhio che le ritrae in modo istintivo.

Pensi che questi scatti siano in qualche modo diversi dal resto delle tue raccolte?
Sì, di sicuro. Fino ad allora avevo sempre usato, per i miei progetti personali, una reflex analogica senza flash, che produceva immagini molto dolci e curate. Per questo progetto, per necessità pratiche, ho comprato una buona compatta automatica, che mettesse a fuoco e illuminasse da sola nel buio completo e che mi permettesse di scattare immediatamente quando ne sentivo l’istinto.
È stata una scoperta e ho continuato ad usarla per tutta l’estate, portandomela davvero ovunque. Penso che continuerò a sfruttarla e ad approfondire questo tipo di linguaggio, un po’ più crudo.

I protagonisti degli scatti si accorgevano di essere fotografati?
A volte sì, a volte no. Diciamo che cercavo di essere invisibile ma è più forte di me, non riesco ad essere aggressiva per cui spesso finisco per chiedere il permesso. 

Negli scatti ci sono anche due musicisti che erano nella lineup del festival: Pop X e Sequoia Tiger. Hai fotografato i tuoi preferiti o è stata una scelta casuale?
Entrambe le cose probabilmente. Non avevo previsto di fotografare anche gli artisti ma in quel momento facevano parte del pubblico. Davide (Pop X) ormai è un amico, lo stimo molto e le foto con lui vengono fuori da sole. Sequoyah Tiger l’ho fotografata senza accorgermi che fosse un’artista. Poi parlando è venuto fuori, mi ha invitata a sentire il suo live e me ne sono innamorata.  

Che rapporto hai con la musica italiana?
Per anni l’ho evitata come la peste ma adesso nel giro di pochi mesi ne sto diventando sempre più dipendente. Lavorando da casa passo le mie giornate a cantare ed è bello poter usare la propria lingua.

 

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L'articolo Le foto scattate al MI AMI da Giulia Bersani diventano un libro: esce “Lucciole” di Nur Al Habash è apparso su Rockit.it il 2016-09-30 10:24:00

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