The Great Complotto, non solo un cartonato



Non sapevamo bene che cosera la musica nel vero senso della parola, limportante era che quel movimento lì ci teneva uniti e si poteva fare qualcosa in ogni caso. Uniti però, singolarmente non si è fatto mai niente [...] il Great Complotto era così: era una società dove cerano tutti questi gruppi qua ed ogni gruppo doveva mettere unidea. Poi io a mente fredda ho pensato che il Great Complotto era nato perché in fondo, musicalmente parlando, eravamo tutti quanti delle merde. Uniti eravamo qualcosa, singolarmente una bella pippa fatta male. [...] qua è venuta la televisione - son venuti Rai Uno, Rai Due non so che cavolo - ma ad intervistare che cosa e chi? Il Great complotto come idea, hai capito?” (Radar, batterista dei Tampax).

Quando il Great Complotto furoreggiava in quel di Pordenone, i miei interessi erano rivolti altrove: a Lego e soldatini, in particolare. L’essere nato nel 1974, infatti, mi ha “allontanato” da quel movimento sviluppatosi tra il ’77 e l’85.

Il mio gap generazionale nei confronti del G.C. si è però, per alcune ore, dissolto al Deposito Giordani di Pordenone, con la serata di presentazione di “The Great Complotto Pordenone”, libro di Mauro Mazzocut che ha fomentato il ri-inscenare dei suggestivi contorni di una delle espressioni più interessanti della cultura alternativa italiana.

Sul palco del Deposito è infatti irrotta la bizzarria di alcuni alfieri della fu scena pordenonese con un susseguirsi di musica, feticci, aneddoti, foto ed immagini a manifestare lo spirito “folle” ed avanguardista del movimento.

Spirito che ha avuto degni esponenti nei due presentatori: Clark e Superpako e nel loro eccentrico modo di fare gli onori di casa al bravo Mauro, fino ad arrivare a Red Ronnie, alle autorità intervenute ed alle band invitate per performance musicali (Dam Place, Elvis le Moko, Mess, Sexy Angels, Mind Invaders, Miss Xox e Tampax). Così la serata è trascorsa tra interessanti testimonianze, storielle legate agli splendidi materiali portati da Red Ronnie (fotografie, rassegne stampa, ciclostili) il tagliente punk-demagogico (“la benzina costa sempre di più”) di Elvis Le Moko e foto con reperto (gli spettatori erano stati invitati a portare feticci del Complotto) per culminare nella “no-perfomance” dei Tampax, gruppo che ha ben pensato di esibirsi… piazzando sul palco (loro) riproduzioni cartonate a grandezza naturale.

E così, per una manciata d’ore, a Pordenone si è nuovamente respirata la prorompente creatività dello Stato Di Naon - città “fondata” dai musicisti del Great Complotto ispirandosi al nome latino di Pordenone, Portus Naonis -, e in mezzo ad un pubblico numeroso e variopinto (infarcito di punk, genitori con prole, ragazze con stivali fetish, punk, nostalgici…) si è consumato uno spontaneo tributo a follia ed eccentricità.



Il resoconto di una serata che racconta di un'epoca, di un movimento, di un gruppo, di una scena. Per informare chi ancora non sa e per grattare via la muffa da chi sapeva e ora ha dimenticato. Quello che fu e quello che è.

GREAT COMPLOTTO live
Deposito Giordani
12/03/2005
Pordenone

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L'articolo The Great Complotto, non solo un cartonato di Federico Linossi è apparso su Rockit.it il 2005-04-07 00:00:00

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