Canadians - e-mail, 01-06-2006

Dopo le selezioni svoltesi al Jungle Sound di Milano, hanno convinto la giuria a farli suonare all’Heineken Jammin’ Festival 2006. Nonostante avessero stonato come delle campane tronate. Oggi, immediatamente dopo la due giorni di Imola, arriva la notizia che i Canadians non solo abbiano entusiasmato la (scarsa) folla del 2nd stage, ma abbiano persino vinto il contest e il relativo premio: la registrazione di un disco, 6 mesi di ufficio stampa con Parole&Dintorni e pure la realizzazione di un videoclip. Insomma, solo buone notizie per la band nelle cui fila suona anche “la suocera dell’indie-rock”, il bassista Massimo Fiorio (famoso altresì per il blog We love Chuck Norris). E’ dunque il giorno giusto per pubblicare quest’intervista, nella quale si torna indietro fino a quelle feste del liceo dove al primo cocktail partivi e ciaaooo. Esatto, quelle feste con la schiuma e la musica college dove ci si innamora sempre. Quelle maledette feste che non abbiamo vissuto mai.



Canadians. Nome esteticamente impeccabile che nasconde l'amore verso una terra che scatena moti d'immaginario irrefrenabili. Gruppo assolutamente pop collegiale, indie fino al midollo. Come nascete? Non siete troppo vecchi per fare queste canzoni da diciassettenni?
Siamo giovani dentro, innanzitutto. Siamo nati nella primavera del 2005. Più o meno. Il cantante ha 26 anni, quindi vecchio non è. Io ne ho 28, ma ne dimostro 16. Quello vecchio quindi sei tu.

Indie fino al midollo? Be', non so quanto la cosa sia voluta. Ci piace ricercare sempre la pop song perfetta, ma sfortunatamente il piede scivola sempre sul distorsore e la pop song perfetta fa ciao ciao con la manina.

Suonare pop songs fa sbrodolore le teenager come nelle feste che vediamo nei telefilm americani tipo O.C.?
Sfortunatamente non abbiamo ancora avuto modo di suonare in party simili. La quantità però di ragazzine teenager o twentysomething che ci scrivono per dire che facciamo canzonette belline è effettivamente la più alta mai registrata da quando ho deciso di comprare un basso e provare pure a suonarlo in giro. Non ce ne bulliamo più di tanto. Ma giusto appena appena meno di "tanto"...

Ricordo ancora le facce di Duccio (cantante) e Michele (chitarra) dopo un live a Padova, quando la ragazza che avevano evidentemente addocchiato tutta sera non li ha degnati di uno sguardo, ma s'è diretta dal sottoscritto ad enumerare le cose belle della serata (una sola, il concerto). Profonda invidia loro, sommo divertimento (e sorpresa) mio.

La vostra storia promozionale è curiosa, anche se comune a molti artisti indie. Grazie a blog, conoscenze via internet e community come MySpace, siete riusciti ad ottenere recensioni un po' ovunque. E avete costruito una discreta cerchia di amici che hanno ascoltato il vostro disco. Credi sia un percorso che funziona? Qual è la via per il successo per chi lavora e non ha tempo da perdere su internet?
Dipende da quello che uno vuole. A noi interessava che il disco venisse ascoltato da più gente possibile. Non abbiamo cercato un'etichetta (le uniche due a cui l'abbiamo mandato ce l'hanno richiesto esplicitamente e poi non le abbiamo più sentite), non abbiamo cercato agenzie di booking o chissà quale altra cosa strafiga per bullarcene con le morose. Abbiamo solo messo i pezzi online. E con calma è iniziato un discreto passaparola. Il fatto che alcuni tra i più noti blog italiani ne abbiano parlato bene c'ha aiutati. MySpace è un casino, il paese dei balocchi. Ma ha una suà oscura utilità. E' proprio grazie a MySpace che abbiamo conosciuto un paio di etichette straniere che sembrano interessate ad una qualche collaborazione. Andremo con i piedi di piombo, perchè siamo terribilmente pigri e perchè un po' sappiamo come funziona, quindi vorremmo evitare qualche sonora coltellata tra le scapole. Devo ammettere che la quantità delle recensioni ha stupito anche me, se pensiamo che il disco è fuori da 4 mesi ed è solo un EP da 6 pezzi...

Essere "la suocera dell'indie-rock" (cfr. Rumore) aiuta?
Bah, più che altro aiuta perchè ogni tanto è divertente sentire gente che, per pigliarti per il culo, ti chiama "suocera" o "portinaia". Sai che aiuto...

Cosa direbbe Chuck Norris del vostro disco?
Direbbe probabilmente che è un disco da fighe, un vero uomo non ascolterebbe mai musica del genere.

Ma le fighe lo ascoltano, il vostro disco, oppure no? Ritieni che nella giovani pulzelle possa fare ancora cassetta l'adone romantico? Si racconta in giro tu sia un gran marpione. Merito delle canzoni? O c'è altro?
Sicuramente lo ascoltano. L'adone romantico è una sicurezza. Del resto noi ci chiudiamo in sala prove solo pensando "dobbiamo scrivere l'ennesimo ritornello per far sciogliere quel gruppo di ragazzine che ogni giorno aspetta l'autobus in Corso Porta Nuova".

Con simili premesse è ovvio che le canzoni risultano un patchwork di melodie paracule e ritornelli piacioni. A volte però ci capita pure tra le mani un pezzo da "ragazzini arrabbiati con la mamma e con il papà". Lo suoniamo in un paio di concerti, poi lo togliamo dalla scaletta.

Io marpione? Dici? Penso sia tutta colpa del blog di Chuck Norris, o della mia maglietta "I love Seth Cohen". Anzi, ne sono certo: tutta colpa della maglietta.

Le teen-bolenze - raccontate molto lucidamente, ad esempio, dai Tre Allegri Ragazzi Morti - in voi praticamente sono dissipate, laterali. La vostra adolescenza è quasi da cartolina, o meglio ancora da serial tv. Siete come la vivete o è semplicemente una scelta artistica di immaginario?
Parlando per me stesso, ripeto spesso di essere un diciassettenne bloccato nel corpo di un 23 enne anagraficamente 28enne. La mia adolescenza è stata in realtà una merda, quindi ho pensato di prendermi una tardiva rivincita.

Facciamo come Sabelli Fioretti. Buttiamo giù qualcuno dalla torre. Max Collini o Bianconi?
In realtà non butterei giù nessuno dei due: Bianconi gentilissimo quando abbiamo suonato assieme, Collini gentilissimo quando c'ho fatto due parole. Se proprio mi costringi a scegliere, scelgo di buttare giù Bianconi, ma solamente perchè con due canzoni di Collini scambio spesso due parole, mentre quelle di Bianconi mi limito ad ascoltarle e a cantarle in macchina e sotto la doccia. Collini, l'unico uomo che scrive canzoni con le quali Fiorio riesce a parlare... Dio, da 1 a 10 sono idiota 25...

Democristiano. Ma non mi sfuggirai. Continuiamo a parlare di torri, e soprattutto di buttare giù qualcuno. Come sai, a Troia si gettavano dalle rupi i bimbi deformi. In questi mesi, una band che non era una tua creatura, ma sicuramente qualcosa di a te famigliare, ha prodotto un disco che sarebbe dovuto poi uscire per Hoboken, la tua etichetta. D’improvviso, però, non se n’è fatto più niente. Parlo dei Bikini The Cat. Cos’è successo? Ti hanno buttato giù dalla torre? La tua versione.
Si, diciamo che mi hanno buttato giù dalla torre. Vuoi il riassunto breve o quello lungo? Scelgo io: breve. Ho perso un anno di vita dietro al progetto Bikini The Cat. Li ho presi per manina che non erano nessuno e suonavano davanti a 10 persone e qualche mese dopo erano al MEI a far impazzire svariati addetti ai lavori, oltre che il pubblico. C'eri anche tu, se non erro. Sicuramente c'era Acty. Insomma, un anno per provare a portarli dalle stalle alle stelle con la mia etichettina, e sul più bello decidono di piantarmi in asso per far uscire il disco con un'altra etichetta, dopo che m'ero pure sbattuto per assicurare loro la distribuzione Audioglobe e che avevo spianato la strada ai nuovi arrivati, che si son trovati tra le mani un gruppo già sulla bocca di tutti.

Mi sono sentito ovviamente preso per il culo, e non l'ho presa bene, anche se ho sempre evitato di scatenare polemiche a riguardo, visto che comunque siamo riusciti a mantenere rapporti "umani" normali. Quello che hanno ottenuto con questa etichetta l'avrebbero probabilmente ottenuto anche con me, ma chi può dirlo? In bocca al lupo ai Bikini, soprattutto a Leila, che è in assoluto il personaggio migliore uscito dalla scena musicale italiana negli ultimi 10 anni. Sono bravi, non ci son cazzi.

La vostra è una copertina di puro immaginario: maglietta a righe, spillette. Non sarete troppo filologici? Chi se ne è occupato?
Della copertina (così come un po' di tutto, cazzo), me ne sono occupato io. Un anno fa ho conosciuto, tramite amicizie comuni, una splendida artista di nome Oisin. Siamo diventati amici, abbiamo iniziato a perdere tempo su messenger. Io le facevo ascoltare le nostre canzoni e lei mi mostrava alcune sue foto. Quando m'ha mostrato questa ho detto "Ecco la copertina del disco". E' bastato aggiungere il nome del gruppo, il titolo del disco e il lavoro era finito. La foto era già perfetta così. E' stato molto bello leggere, nelle recensioni, anche molti elogi a tale foto. Soprattutto mi ha fatto piacere poter dare un minimo di visibilità in più ad Oisin. Ad essere sinceri in realtà è lei che ha dato visibilità a noi con tale foto, ma vedremo di sdebitarci in qualche modo! La collaborazione con lei prosegue tutt'ora, eh.

E comunque non siamo per nulla filologici: ci piaceva la foto. Poi è stato un caso che ci fossero magliette a righe e spillette. Lo giuro.

Giuro.

---
L'articolo Canadians - e-mail, 01-06-2006 di Carlo Pastore è apparso su Rockit.it il 2006-06-19 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia