Timoria - Leoncavallo - Milano



Eccomi qua. In coda per l'ennesimo concerto dei Timoria, questa volta al Leoncavallo. Come sempre e' un casino trovare parcheggio, ma una passeggiatina con questo freddo pungente fa sempre bene e schiarisce le idee. Consegno le diecimila lire all'ingresso e sono dentro; il salone principale, pur essendo quasi le 23.00 e' ancora semivuoto. Mi chiedo: "Che scherzo e' questo? Sara' mica che tutti i fan dei Timoria hanno abbandonato il loro gruppo per seguire le tracce dell'ex cantante (seppur storico) Francesco Renga?"; ma e' un pensiero che subito svanisce; in poco meno di 20 minuti, infatti, la folla si accalca e la sala si riempie di gente; meno male... per intenderci, non e' che io non apprezzi Francesco Renga, anzi; e' un cantante dalle doti eccezionali; possiede una voce dall'estensione incredibile; ha rappresentato una parte importante nella storia dei Tiomoria. Ma Omar Pedrini e' un'altra cosa... il suo genio musicale e' proprio inimitabile.

Verso le 23.30 si spengono le luci e tutti attendono impazientemente l'ingresso sul palco dei loro beniamini, quando invece compare un non ben identificato personaggio, che, tra i fischi del pubblico, con il volume al massimo, inizia a predicare il proprio credo politico e a sparare facili sentenze su personaggi politici e su temi d'attualita' troppo complessi per essere esauriti con poche parole; non mi interessa se quello che dice sia condivisibile o meno; in questo momento non mi interessa proprio. Come tutti i giovani presenti, sono venuto per ascoltare della musica, della buona musica e mi voglio sentire parte di un tutto, non minoranza o maggioranza... perche' bisogna sempre mischiare musica e politica? E' cosi' necessario? Poi mi ricordo che sono al Leoncavallo, che sono entrato pagando solo diecimila lire... "Al giorno d'oggi non vai a nessun concerto con meno di trentamila lire..." mi dico. Eccetto alle feste di Rockit... ma questa e' un'altra storia...

Allora mi sforzo come tutti e mi convinco che e' un male forse necessario; finalmente il tipo se ne va; la sua uscita dal palco viene accolta con applausi scroscianti... L'occhio di bue si spegne ed entrano ad uno ad uno i componenti della band... forse comincia... si'...

Il concerto dura tantissimo, sicuramente 2 ore, forse piu'; e' piu' di un concerto, e' uno spettacolo poliedrico, il tutto in un brulicare di colpi di scena; letture di poesie, una di queste letta dal corpo nudo di una bellissima ragazza, altre ragazze in topless che appaiono come visioni auliche ai lati del palco su due altalene, mentre distribuiscono fiori e diffondono nell'ambiente leggere bolle di sapone. Altri personaggi sul palco ballano, si muovono, contribuiscono a scaldare il pubblico.

Sono tanti anche i momenti di passione musicale, con frequenti assoli (anche di flauto traverso, sassofono e percussioni) e atmosfere da jam session; ogni tanto Omar inserisce anche qualche pezzo di cover famose come My Sharona dei The Knack o Barbara Ann dei Beach Boys e richiede a gran voce la partecipazione del pubblico che risponde sempre con entusiasmo.

La potenza sonora e' elevata, il coinvolgimento e' intenso, Omar e' un vero e proprio animale da palcoscenico, suona, canta, pur lasciando anche molto spazio a tutti gli altri membri della band.

Tutto bello quindi? Non proprio... non consideratemi un nostalgico, per favore, ma sicuramente devo ammettere che al concerto sono venuto, oltre che per conoscere i "nuovi" Timoria, per riconoscere quelli vecchi; per riassaporare quelle canzoni che hanno accompagnato e contraddistinto alcuni importanti momenti della mia vita... ho notato anche negli altri presenti un sentimento di smarrimento e sconforto, quando Omar, all'ultimo rientro sul palco, ha ricantato "Sole spento"... bellissima canzone, non discuto, da pelle d'oca, ma con tutte le canzoni stupende che i Timoria hanno scritto, proprio un bis dovevano proprorci? Considerando anche che le ultime due o tre canzoni finali prima del bis (purtroppo non mi ricordo quali fossero) sono state un vero e proprio sonnifero (pop-rock commercialissimo, senza un'anima, il cui unico risultato e' stato quello di produrre nel pubblico non pochi sbadigli). Capisco che e' il tour di "El Topo Grand Hotel", ma non si butta via cosi' la storia dei Timoria... ci sono alcuni capolavori che andavano proposti assolutamente come: "Verso oriente", "Il mercante dei sogni", "2020", "Senza far rumore", "Sudamerica", "Europa 3", "Via Padana Superiore"... Non tutte, almeno un paio... giudicate voi...

Senza contare che, non per fare i cattivi a tutti i costi, ma diciamo che Omar nel cantare i pezzi nuovi un po' di stecche ne ha fatte; sebbene a lui si possa concedere questo ed altro.

Me ne sono uscito un po' con l'amaro in bocca, erano da poco passate le 2.00, trascinato dalla folla... passando, noto pure qualcuno disteso per terra nella tipica posa fetale (stava schiacciando un pisolino?)...

Vabbe' alla prossima... mi tirero' un po' su di morale con un bel paninazzo... a proposito, da quand'e' che al Leo hanno alzato i prezzi dei panini con le salsicce? azz...



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L'articolo Timoria - Leoncavallo - Milano di Camillo è apparso su Rockit.it il 2001-11-17 00:00:00

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