Da Paul McCartney a Tiziano Ferro, centinaia di artisti hanno scritto una lettera alla Commissione Europea

Centinaia di artisti di tutto il mondo hanno chiesto al presidente della Commissione Europea delle nuove norme contro YouTube

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01/07/2016 - 12:00 Scritto da Sandro Giorello

Che i rapporti tra gli artisti e YouTube non fossero buoni, lo sapevamo. In più occasioni vi abbiamo riportato le lamentele di molti dei più importanti nomi della musica mondiale - tra gli ultimi citiamo Nelly Furtado, Adele, Thom Yorke e molti altri ancora - che hanno attaccato il gigante dei video online chiedendo un giusto pagamento per le loro royalty.

Ora un nutrito gruppo di musicisti ha deciso di scrivere una lettera a Jean-Claude Juncker, l’attuale presidente della Commissione Europea, invitandolo a prendere dei provvedimenti in merito. Tra i tanti che hanno aderito ci sono personalità di spicco come Christina Aguileira, Paul McCartney, Ed Sheeran, Lady Gaga e band come gli Abba o i Coldplay

Molti anche gli italiani: secondo Adnkronos.com sono più di 70 gli artisti che hanno firmato in favore della lettera. Citando solo alcuni nomi: Zucchero, Biagio Antonacci, Emma, Francesco de Gregori, Laura Pausini, Fiorella Mannoia, Eros Ramazzotti, Tiziano Ferro, Gianna Nannini, Elisa e tanti altri ancora.

Parte centrale del loro messaggio è il cosiddetto “value gap”, ovvero il divario presente tra il numero di contenuti caricati sui profili ufficiali degli artisti e l’enorme quantità di materiale, audio e video, caricato altrove dai loro fan. Si sostiene, infatti, che se da un lato si sta assistendo ad una crescita esponenziale del consumo di musica, dall’altro i servizi come YouTube approfittano delle esenzioni previste dalle norme europee per evitare di pagare i giusti compensi a chi detiene i diritti di quelle canzoni.

(Neal Mohan, via)

La lettera - la trovate integralmente qui sotto - è stata pubblicata pochi giorni fa dal Financial Times. Ieri Billboard ha riportato la risposta di Neal Mohan, il CPO di YouTube. Mohan afferma che è fin troppo facile lamentarsi degli scarsi ricavi generati dagli introiti pubblicitari dei video e ricorda come la musica in streaming sia un mezzo relativamente giovane e ancora poco utilizzato rispetto alla radio tradizionale. In più spesso sono le stesse etichette a non volere abbattere i video caricati dai fan per non perdere altri guadagni. Infine, ribadisce che finora sono stati pagati più di tre miliardi di dollari in revenue agli artisti e che, a suo avviso, il futuro per la musica sarà sempre più luminoso.

 

Ecco la lettera spedita al Presidente Jean-Claude Juncker il 29 giugno.

Assicurare un futuro sostenibile per l’industria musicale europea

Come autori ed artisti siamo difensori appassionati del valore della musica. La musica è una parte fondamentale della cultura europea: arricchisce la vita delle persone e contribuisce in maniera significativa alla nostra economia. Siamo di fronte ad un momento decisivo per la musica. Il consumo sta esplodendo, i fan ascoltano musica come mai prima d’ora e i consumatori hanno oggi l’opportunità di accedere alla musica che amano sempre ed ovunque.

Tuttavia il futuro è messo in pericolo da un significativo “value gap” (discriminazione remunerativa) provocata da servizi basati sul caricamento del contenuto da parte degli utenti, tipo YouTube di Google, che di fatto sottraggono valore alla comunità musicale, agli autori e agli artisti.

Oggi questa situazione è una seria minaccia alla stessa sopravvivenza dei creativi, alla diversità ed alla vitalità del loro lavoro. Questo “gap” di valore mina i diritti e i ricavi di coloro che creano, investono e vivono di musica oltre a provocare una rilevante distorsione di mercato. Questo perché, mentre da un lato il consumo di musica cresce in maniera esponenziale, i servizi di caricamento di contenuti approfittano delle esenzioni di responsabilità (safe harbour) previste dalle norme europee.

Queste esenzioni furono create oltre venti anni fa come garanzie per favorire lo sviluppo delle start up digitali, ma oggi sono applicate impropriamente a corporation che distribuiscono e monetizzano il nostro lavoro. In questo momento siamo di fronte ad un’opportunità unica per risolvere il problema del value gap. La proposta di revisione della legislazione sul copyright della Commissione Europea può modificare questa profonda distorsione del mercato chiarendo quale sia l’appropriato utilizzo delle norme sul safe harbour.

Vi invitiamo pertanto ad intervenire con urgenza per creare un ecosistema più corretto per artisti e titolari dei diritti e così facendo, assicurare lo sviluppo futuro della musica per le prossime generazioni. Ci auguriamo di poter collaborare con voi per la creazione di un’industria musicale fiorente e sostenibile in Europa.

Cordialmente.

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L'articolo Da Paul McCartney a Tiziano Ferro, centinaia di artisti hanno scritto una lettera alla Commissione Europea di Sandro Giorello è apparso su Rockit.it il 2016-07-01 12:00:00

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