Gianluca Vacchi è stato invitato all'Ade, una delle più importanti convention internazionali di musica dance

Perché ne parliamo? Perché tutto il mondo è paese

06/09/2017 - 11:45 Scritto da Redazione

Partiamo dal vostro primo pensiero quando avete cliccato su questa news per leggerla: perché Rockit da spazio a questa merda? È una legittima domanda, a cui cercheremo di dare una legittima risposta.

I fatti prima di tutto: Gianluca Vacchi, il celebre imprenditore famoso per 1) essere famoso 2) avere una meravigliosa vita social 3) essere tarchiato di debiti senza però risentirne, ha da poco lanciato la sua nuova carriera da dj, accompagnata da un singolo estivo intitolato “Viento”, una canzone inutile come tante altre, con all'attivo circa 3 milioni di visualizzazioni in meno di un mese.

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Un paio di settimane fa, nello stupore generale, ha annunciato la sua partecipazione all'ADE – Amsterdam Dance Event, la music conference dedicata alla musica dance più importante d'Europa, una sorta di “fiera” con oltre 2200 artisti che si esibiscono per tutta la città di Amsterdam in cinque giorni. Un vero e proprio punto di riferimento per la music industry internazionale, più volte citata come modello di crescita e sviluppo per le realtà emergenti italiane, e un punto di snodo fondamentale per gli operatori del settore. 

Il fatto, di per sé, è bizzarro, perché è come se Paris Hilton, dopo aver pubblicato il suo singolo, venisse invitata ad esibirsi in uno showcase al SXWS di Austin. O se dj Paolino De Ceglie, ex giocatore della Juventus ora svincolato con un “gusto musicale” molto simile a quello di Gianluca Vacchi, venisse invitato a Linecheck, la settimana di incontri dedicata agli addetti ai lavori dell'industria discografica che si svolge a Milano.
Se dovessimo tracciare una linea di demarcazione, Gianluca Vacchi come DJ è più simile a Umberto Smaila che fa pianobar in Costa Smeralda che a Bob Sinclair dietro i piatti. L'inghippo - se così si vuol chiamare - nascerebbe se Umberto Smaila ad un certo punto fosse invitato al MI AMI (per fare il nome di un festival a caso), o se magari Jerry Calà dovesse esibirsi con i TheGiornalisti (ops! È successo).

La verità è che il mondo della musica dance, a differenza per esempio del rock, non ha grandi steccati morali, ed è questa la sua forza economica. Proprio Paris Hilton ha appena vissuto una nuova estate da protagonista all’Amnesia di Ibiza con il suo party “Foam & Diamonds”, e lo stesso Gianluca Vacchi è stato ospite del celebre radioshow di Tiësto, superstar dj olandese, è nella top10 di Beatport e fa mostra di se stesso in compagnia della leggenda Benny Benassi. (Non che le rimostranze non siano mancate: a Luglio, Joe T. Vannelli aveva annullato la sua partecipazione a una data nei pressi di Verona proprio perché nella stessa serata era stato invitato ad esibirsi Gianluca Vacchi. "Essere dj è innanzitutto una missione, non un passatempo o una moda", ha scritto Vannelli sui social, nonostante Vacchi si stia impegnando tantissimo a migliorare il suo stile da dj, studiando 6 ore al giorno, come ha dichiarato in questa intervista al Corriere).

In ogni caso, questa foto spiega molto bene perché Gianluca Vacchi, nonostante tutto, venga invitato in una manifestazione che è considerata universalmente una delle più importanti del mondo per la musica dance. In questo settore, così come nel calcio o in molti altri segmenti del mercato dell'entertainment, sono gli agenti a farla da padroni. Gli interessi dancefloor di Gianluca Vacchi sono gestiti dalla Spin Artist Agency, un'agenzia nordamericana nel cui roster sono presenti artisti di fama internazionale come Armin Van Buuren, AVICII, Timbaland e proprio la leggenda Benny di cui sopra. Sono loro a influenzare in maniera massiccia la gestione dei diversi slot della manifestazione, ed è probabile che il lancio di Gianluca Vacchi sia stato inserito in un più ampio pacchetto.

Nel nostro paese siamo spessi soliti commentare queste notizie con un banale e rassegnato “solo in Italia”. Invece il fascino per il fenomeno del momento, la ricerca spasmodica e acritica di visibilità non sono malattia esclusivamente nostrana ma legge di mercato. Al netto del fatto in sé, di cui ci interessa davvero poco, è dunque opportuno ogni tanto ricalibrare le nostre tare e rivalutare il vecchio adagio: “tutto il mondo è paese”.

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Tag: polemica

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