Ascolta “Bella gente d’Appennino, di madri e di famiglie”, il nuovo album dal vivo di Giovanni Lindo Ferretti

Giovanni Lindo Ferretti pubblica oggi il suo nuovo album dal vivo registrato lo scorso dicembre a Reggio Emilia.

Giovanni Lindo Ferretti "Bella gente d'Appennino, di madri e di famiglie"
Giovanni Lindo Ferretti "Bella gente d'Appennino, di madri e di famiglie"

Anticipato qualche settimana fa da “Inch’Allah ça va”, esce oggi “Bella gente d’Appennino, di madri e di famiglie” (NoMusic), il nuovo album dal vivo di Giovanni Lindo Ferretti, registrato nella Chiesa di San Pietro a Reggio Emilia il 13 dicembre 2017.

Giovanni Lindo Ferretti "Bella gente d'Appennino, di madri e di famiglie"

A cinque anni dal suo ultimo album solista “Saga. Il canto dei canti”, pubblicato nel 2013, Ferretti, storica voce e anima di CCCP, CSI e PGR, torna con un lavoro fatto di letture e canzoni, che include grandi classici come “Annarella” e “Amandoti”. Qualche giorno fa scriveva così in un lungo post, parlando del suo percorso dopo la fine del rapporto con Massimo Zamboni e di ciò che l’ha portato a interpretare di nuovo i brani dei CCCP: “Quando, a inizio secolo, si è interrotto il mio sodalizio con Massimo, la “spinta propulsiva“dei CSI ancora vitale ha partorito PGR. Con il suo esaurirsi ho sperato e confidato in una vita appartata e ritirata. Un ritorno a me, alla mia storia personale, ma nessuno possiede il proprio futuro, troppe concause lo determinano. Ciò a cui avevo affidato i miei giorni - i cavalli e le montagne - li hanno plasmati e ricondotti ad una ulteriore dimensione pubblica: il teatro barbarico e la conseguente Fondazione. Un lungo difficile meraviglioso viaggio di cui avevo bisogno, sette anni a ritroso nello spazio e nel tempo. Momenti di pura gioia. Grazia, bellezza e potenza animale. Un disagio prima contenuto, poi crescente, poi non più sostenibile tra i compagni di viaggio. Sullo sfondo le montagne, sempre più belle nel loro caotico inselvatichire ma corrose in profondità da uno sgretolamento sociale che lascia ben poche speranze, seppur sufficienti a non disperare. E consolanti. Ora che il viaggio è irrimediabilmente finito, al di là della quota di dolore determinata da una mancanza a cui non c’è soluzione o rimedio, nella speranza che la mia uscita di scena permetta a ciò che rimane di trovare il proprio equilibrio e la propria strada, mi ritrovo a leccarmi ferite, costretto ad uno sguardo nuovo su ciò che mi sta intorno.

Senza fretta, non devo dimostrare alcunché.

Il 4 luglio ero in concerto a Torino, a pensarci mi si allarga il cuore, mi fa sorridere e rendere grazie. La scaletta preparata di fretta, senza pensarci troppo, un po’ di incredulità mista a strafottenza, inizia con Morire e finisce con Emilia Paranoica e Spara Jurij. In mezzo un po’ di tutto ma con una particolare attenzione per quelle canzoni che, in altri tempi, avevo giudicato ormai incantabili, improponibili a me stesso. Sorpresa, vera. Non so capacitarmene e me ne rallegro. Non posso non rendere merito a Luca ed Ezio che stanno con me sul palco, a Mauro che fa da tramite tra noi e il pubblico, a Sergio che si accolla tutto ciò che sta intorno. Sono le persone con cui si opera a fare la vera differenza. Ognuno, a sé, vale ben poco ma nel relazionarsi accresce il proprio valore, definisce la propria ragion d’essere. Un equilibrio labile, sempre a rischio, da coltivare e proteggere con dedizione.

Luca, Ezio, Mauro, Sergio che copre ulteriori valenze essenziali alla mia sopravvivenza materiale, e Paolo quando la tradizione si impone, sono il mio tramite con la musica. Ognuno di loro ha definito il proprio ruolo diventando indispensabile. Il sodalizio si è creato nel tempo, come dato di fatto, vive nel fare. A tutti loro ho chiesto l’aiuto che mi serviva per il teatro barbarico e ho potuto contare sulle loro capacità, la loro disponibilità, anche quando non c’era concordanza di giudizio. Loro mi hanno stimolato, perseveranza e leggerezza, nella riscoperta dell’origine della mia pubblica immagine. Se ora canto, godendomeli, i CCCP, è anche merito loro. Io, nella mia pochezza musicale e non solo, li avevo relegati ad altro secolo, altro millennio. Decisamente fuori catalogo e invece ne sono la sostanza primigenia. Se c’è un palco e io devo salirci tutto nasce lì. A conferma di una lontana sentenza - Male che vada ne faremo un cantante. - L’ho raccontato la sera di Santa Lucia nella chiesa di San Pietro a Reggio Emilia. A testimoniarlo il nuovo CD: BELLA GENTE D’APPENNINO/di MADRI e di FAMIGLIE. Contiene una rimarchevole versione del Te Deum, per voce, ghironda psichedelica, basso/chitarra, violino, preparata ad uso del teatro barbarico nella “Cerimonia del Sè” messa in scena a Mantova, nei Giardini di Palazzo Te, A.D. MMXVI”.

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L'articolo Ascolta “Bella gente d’Appennino, di madri e di famiglie”, il nuovo album dal vivo di Giovanni Lindo Ferretti di margherita g. di fiore è apparso su Rockit.it il 2018-07-13 09:32:00

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