Vent'anni di paste: dai Prozac+ a Chadia Rodriguez

Pastiglie per viaggiare pastiglie per dormire pastiglie per mangiare pastiglie per sognare pastiglie per il bene pastiglie per il male pastiglie ad ogni ora di mille mille forme

10/10/2018 - 11:51 Scritto da Vittorio Farachi

Chadia Rodriguez, metà tunisina e metà spagnola, è il nuovo acquisto di casa Big Fish ed è la Bitch 2.0. O almeno questo dice lei, e noi ci stiamo dentro. In un mondo di spacconi con due tipe nel letto e le altre due di là, lei si accende un blunt dorato con due tipi mezzi nudi dietro e mangia il sushi su un ragazzo steso a fare da tavolino. Punto e stop. “Pastiglie” è il suo nuovo singolo. 

Ricorda qualcosa? Sì. Pastiglie per viaggiare pastiglie per dormire pastiglie per mangiare pastiglie per sognare pastiglie per il bene pastiglie per il male pastiglie ad ogni ora di mille mille forme. Il ritornello è lo stesso di "Pastiglie" dei Prozac+, con tanto di benedizione della band (che Chadia ha appena ringraziato su Instagram). Che sia una trovata commerciale, un modo per far girare bene il pezzo nell’anno dei 20 anni di "Acido Acida" o qualsiasi altra dietrologia del genere ci può anche stare, e alla fine è così che spesso vanno queste cose. Marketing, e non c'è nulla di male. Ma in questo caso non è solo di questo che si tratta, e i Prozac+ non sono un campione a caso messo nel ritornello solo perché suonava bene.

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I paragoni sono sempre un po’ bastardi. Alla fine, in quello che ha definito i Prozac+, o il rap italiano, o il circuito underground degli anni ’00, ci sono tutto un insieme di influenze, contingenze e situazioni irripetibili che per questa stessa natura trovano una serie infinita di limiti quando messi in un'equivalenza con qualcosa di diverso. Per dirla breve, è ovvio che ogni fenomeno, in quando tale, vada contestualizzato nel proprio periodo e basta. Quelle frasi che tornano i ’90! Sembrano proprio i ’60! Questa è una roba anni ’80! si possono anche lasciare stare il più delle volte. Questo articolo, però, è niente più e niente meno che lo sviluppo di una di queste frasi qui. Perché se è vero che queste cose lasciano il tempo che trovano, è vero anche che i riferimenti nella vita servono. E gli archetipi li possiamo prendere solo dalle cose che conosciamo. E volendo buttiamoci pure che nell’arte hanno già fatto tutto ed è solo questione di rimescolare ciò che è già stato scritto, detto e pensato con uno sguardo nuovo e via. 

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Quindi, Chadia Rodriguez è i nuovi Prozac+? La risposta è no, ma un no che ha due facce e giocano entrambe a suo favore. La prima è che i nuovi Prozac+, in fondo, non interessano a nessuno. Il loro valore è tanto legato a quel momento in Italia da essere un unicum, come è un unicum la trap in Italia. Ciò che invece è realmente interessante è l'intenzione dietro il progetto, che davvero può affinarsi fino a diventare la stessa. Se i Prozac+ fossero nati a fine anni '90 che genere farebbero oggi ? Secondo, posto il primo punto, è che ancora, comunque, non siamo a quella cosa lì. Per il semplice motivo che come peso specifico del progetto artistico Chadia Rodriguez non ha ancora la stessa densità della band di "Testa Plastica". Archiviata questa, il resto c’è tutto, compreso il tempo. 

Tempo fondamentale, intanto, per permettere l'assestamento non solo di Chadia Rodriguez, ma della trap in Italia. Troppo derivativa, troppo legata ai propri stilemi e luoghi comuni, troppo ancorata a un preciso momento. Queste cose, messe insieme, cominciano a stancare sia noi che il pubblico. Ma non è da buttare, perché da tutto quello che è stato la trap in Italia sta iniziando un processo di trasformazione che porterà a qualcosa di più grande e importante. Il tempo, quindi, sarà necessario perché i frutti di quest'albero fighissimo maturino davvero. Aumentando lo zoom di nuovo, per Chadia è il momento di togliersi dalle spalle quello che funziona solo perché ha funzionato per gli altri: i contenuti, i riferimenti, l'approccio che è ormai standardizzato e quasi noioso. Per inteso: nessuno si aspetta che ribalti le sorti della musica italiana. Che la Bitch rimanga Bitch, a far quello che vuole e parlarne come vuole. Ma se questo fosse declinato in una maniera originale, nuova, profonda saremmo davvero davanti a qualcosa di importante. Ancora una volta, va detto, siamo solo all'inizio e il tempo per questo c'è tutto. 

 

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L'articolo Vent'anni di paste: dai Prozac+ a Chadia Rodriguez di Vittorio Farachi è apparso su Rockit.it il 2018-10-10 11:51:00

COMMENTI (1)

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  • fiz 6 anni fa Rispondi

    PEZZONE