La prima volta di Matilde Davoli

"La prima volta" è una nuova rubrica di Rockit in cui i musicisti e le band italiane ci raccontano come hanno mosso i primi passi nel mondo della musica. Oggi tocca a Matilde Davoli

matilde davoli
matilde davoli

"La prima volta" è una nuova rubrica di Rockit in cui i musicisti e le band italiane ci raccontano come hanno mosso i primi passi nel mondo della musica, dai primi dischi e concerti alla prima volta su un vero palco. Continuiamo la rubrica con una musicista giovane, ma che ha già una lunga carriera alle spalle, Matilde Davoli.

Matilde Davoli suonerà al MI AMI Festival, il prossimo 27&28 Maggio a Milano. Qui i biglietti.

La prima volta che hai acquistato un disco
Fino a che ho vissuto con i miei (quindi fino a 19/20 anni più o meno) ho sempre comprato pochissimi dischi dato che la discoteca di mio padre è sempre stata vastissima e in continua espansione. Gli album che ascoltavo venivano sempre presi (a volte anche di nascosto) dallo studio di papà. Tuttavia da adolescente qualcosina l’ho comprata anche io e se non ricordo male. Il primo disco che ho preso con i miei poveri risparmi da quindicenne potrebbe essere quello degli Smoke City “Flying Away” del 1997. Ricordo che mi aveva colpito tantissimo il singolo “Underwater Love” usato anche per uno spot televisivo che la Levis mandava in onda allora.

La prima volta che sei andata ad un concerto
Eeeh, il primissimo proprio non saprei, però sicuramente il primo grosso grosso concerto a cui ho assistito non me lo scorderò mai, anche perché ci andai da sola. Sarà stato nel 2004, ed è stato indimenticabile per me: i Kraftwerk a Roma. Andai sola come un cane, nessuno dei miei amici voleva/poteva venire, così decisi di comprare il biglietto e di partire con il treno da Lecce. Fu bellissimo e... tristissimo allo stesso tempo. Durante il concerto ad ogni pezzo mi emozionavo sempre di più, ero felicissima ma mi guardavo intorno e non avevo nessuno con cui condividere quel momento... di certo non me ne sono mai pentita, però un po’ di amaro in bocca mi è sempre rimasto. L’ho sempre vista come una delle poche follie che ho fatto nella mia vita.

La prima volta che hai suonato uno strumento o cantato
Avevo 12 anni, ero in camera dei miei fratelli e per la prima volta presi in mano la chitarra classica che girava per casa. Non avevo la minima idea di come si suonasse ma ero così affascinata dallo strumento che cominciai a impararla a modo mio. Premetto che sono una mancina corretta fin da piccola e dunque, per istinto, avevo cominciato a “suonare” la chitarra al contrario, impugnandola con la destra. Stavo ormai cominciando a rodarmi sullo strumento quando un giorno entrò uno dei miei fratelli in camera e si mise a ridere percheé tenevo la chitarra al contrario. Quando mi feci spiegare come dovevo fare fu atroce, dovetti re-imparare tutto quello che avevo faticosamente capito da sola, dovevo fare tutto da capo... eppure avrei potuto continuare per la mia strada suonando la chitarra al contrario, sarebbe stato fichissimo... ma ero troppo ingenua all’epoca per capire che si poteva fare, però insomma, in un modo o nell’altro alla fine ce l’ho fatta.

La prima volta che sei salita su un palco
Be' sotto questo punto di vista, tutte le mie prime volte sono legate agli Studiodavoli, la mia primissima band a cui devo tutto quello che ho imparato e che sono, musicalmente parlando. Il primissimo concerto lo ricordo, ovviamente, ma di certo non possiamo parlare di un live su un vero e proprio palco. Tra l’altro all’epoca la formazione degli Studiodavoli era leggermente diversa, c’era un componente in più, un ragazzo, Cristian, che era il cantante. Io non cantavo, mi limitavo a suonare la chitarra e a fare qualche coretto qua e là. Ad ogni modo, il posto era un minuscolo pub in un minuscolo paesino della provincia leccese e io avrò avuto 19 anni, ero ancora all’ultimo anno di liceo. Ero emozionatissima, c’erano un sacco di amici e compagni di classe... fu divertente, ricordo quella serata con tanto affetto.

La prima volta che ti sei sentita davvero una musicista
Mmmmm... in realtà mai. La mia concezione di musicista è molto classica e canonica. Io non ho mai studiato musica, sono sempre stata un’autodidatta e per questo le lacune che ho a livello teorico e tecnico sono molto pesanti da digerire per me. So suonare un po’ di tutto, conosco ovviamente le basi della teoria musicale, ma spessissimo, quando mi ritrovo a scrivere o a suonare mi ritrovo sempre a dover far fronte ai limiti che ho e che molto spesso mi rallentano in alcuni momenti di produzione. Mi sento molto ignorante e limitata in materia, quindi decisamente non riesco a considerarmi una musicista.

La prima volta che hai pensato di mollare la musica
Mai! Anche se un giorno non dovesse più essere la mia l’attività principale, non smetterò mai. È una cosa che faccio per me stessa, perché mi fa stare bene.

La prima volta che hai sentito qualcuno cantare a memoria una tua canzone
Posso ridere? Ahaha mai! In inglese poi... in Italia la vedo dura.

La prima volta che un tuo concerto è andato male
Be', sopratutto all’inizio è accaduto spessissimo. Il primo in assoluto non lo ricordo, ma ricordo che c’è stato un periodo “buio” con gli Studiodavoli, dove i concerti che facevamo erano in situazioni da panico. Erano contesti un po’ scoraggianti e quindi di conseguenza salivi sul palco non solo stanco (dopo aver macinato chilometri e chilometri di macchina), ma anche demotivato. Però insomma, capita, fa parte della gavetta come si suol dire.

La prima volta che ti sei emozionata ascoltando un disco
Questa è veramente troppo difficile! Grazie a mio padre la musica è sempre stata presente nella mia vita. Essendo lui un audiofilo e un collezionista di dischi, ho ascoltato musica fin da quando ero bambina. È difficile per me risalire alla prima volta che mi sono emozionata ascoltando un disco. Ho un sacco di ricordi, di quando ero veramente minuscola, di tanti dischi che mio padre metteva su. Ma quello che sicuramente mi faceva letteralmente impazzire era "Graceland" di Paul Simon. Stiamo parlando di quando avevo 4/5 anni, non di più. Se ci penso mi vengono i brividi.
Ricordo che quando papà lo metteva in play gli facevo mettere a ripetizione la traccia “You Can Call Me Al”, che era anche il singolo di quell’album e mi mettevo a ballare come una pazza. Adesso che piano piano sto ricordando quei momenti, mi spiego anche percheé sono così legata a questo disco proprio affettivamente. Non mi ero mai soffermata a pensare su come mai mi sentissi così attaccata a quest’album (oltre al fatto che sia un capolavoro chiaramente, ma quello l’ho capito molti anni dopo). È un disco a cui voglio proprio bene e adesso ho anche capito anche perché, grazie! 

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L'articolo La prima volta di Matilde Davoli di Alice Tiezzi è apparso su Rockit.it il 2016-04-25 10:29:00

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