Il maestro e Margherita La stanza vuota 2009 - Elettronica

La stanza vuota precedente precedente

Bulgakov, il diavolo e l'ateismo sovietico. Pietre miliari di letteratura internazionale. Chiedersi cos'abbiano in comune lavori del genere con un duo che pare partire senza troppe pretese dalla provincia italiana in crisi, pare lecito ma forse altrettanto scontato. Il nome della vocalist? O magari qualcosa di più. Questo è un lavoro che nasce nella provincia ma suona terribilmente cittadino, claustrofobicamente chiuso tra palazzi che ti ingabbiano nelle rare passeggiate. Come una dinamo, sprigiona energia tramite l'attrito che producono i tappeti elettro rock di Emanuele e la voce cristallina di Margherita. Melodie fini, che sfiorano a volte il cantautorato vero e proprio, ma scosse spesso da virulente scariche elettroniche. Suona più come test che come presa di coscienza vera e propria. "La stanza vuota" sonda la materia, la esplora, si guarda intorno, pare preparare il terreno all'affondo definitivo, quello che o la va o la spacca. Di Bulgakov si è detto: "per originalità sarà difficile trovare un'opera che gli stia a pari". Non è ancora il caso de "La stanza vuota" ma magari, chissà, queste parole le teniamo chiuse in un cassetto pronti a tirarle fuori al momento opportuno.

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La recensione La stanza vuota di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-10-09 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • paralyzelove 15 anni fa Rispondi

    Errore accostare Prato ad una specie di paesino... Cmq bella recensione [:
    Belli gli arrangiamenti di Ema e l'introspezione di Margherita.
    SSSSEEEEEEEE