VeneziA [Sicilia] Dalle macerie 2009 - Rock'n'roll, Folk, Alternativo

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Esistono dischi impregnati di una sorta di genius loci, che li attraversa e che li plasma, che siano luoghi fisici o luoghi mentali. Non sono la cascina di "Epica Etica Etnica Pathos" dei CCCP, né la casa inquieta dove Tori Amos ha cantato "Under the pink", le macerie di Andrea Venezia (in arte VeneziA), ma hanno a che fare con un "posto" in cui i pensieri vagano in una geografia precisa e nient'affatto confortante, fatta di stanze vuote e desolazione.

Una Sicilia scura, dove rimbomba l'eco di suoni ridotti all'osso (un cembalo, un'armonica, quello che si riesce a salvare da una casa che crolla), e una voce spettrale quasi fino all'esasperazione, che cammina in bilico tra declamazione e canto. Parole buie e dense come l'aria fredda delle caverne, macerie di un'anima che conta le illusioni andate perse, le sue e quelle di altri, e le demolisce con costanza metodica, con una furia piegata da una disciplina ferrea.

VeneziA si obbliga ad un incedere lento, a evitare gli strappi e le esplosioni, ma allo stesso tempo concede poco slancio ai suoi pezzi, e allora gli sprazzi migliori sono quelli in cui si lascia trascinare da ritmi di blues e filastrocche ("Whisky harp", "Il pozzo"). Si entra nell'antro perplessi e impauriti, si fatica a trascinarsi fuori, a cercare un cielo qualsiasi tra i buchi delle travi del tetto. E probabilmente, su queste macerie, è ora di cominciare a ricostruire.

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La recensione Dalle macerie di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-04-01 00:00:00

COMMENTI (2)

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  • vals81 14 anni fa Rispondi

    lo shop non funziona...

  • minervalab 15 anni fa Rispondi

    La storia musicale di Andrea Venezia (in arte VeneziA) inizia negli anni ottanta (83/86) a Sciacca con lo studio EMME naufragato presto in un mare di note, versi e colori. Emanazione di vite confuse tra distruzione/autodistruzione, paranoia e rabbia sociale, lo studio EMME rappresentò all'epoca la prima esperienza "punk" saccense , unica forma artistica di un underground senza coscienza di sè, un sottobosco dove lo sgretolamento di ideali e progetti politici degli ultimi 30 anni si andava a fondere con un nichilismo per niente intellettualizzato prodotto dall'assenza di valori di riferimento (''blank''). L'esperienza musicale di Andrea Venezia si intreccia in quegli anni all'interno dello st.Emme, con un manipolo di amici in quella che non si può definire una classica band, infatti i 6 elementi si alternavano in formazioni e forme musicali diversificate (tipico, oltre che necessario, l'alternarsi agli strumenti durante lo stesso concerto). Poche e non tutte gloriose furono le uscite della ''band'' che data la sua naturale anima anarco-nichilista poco si prestava a rigorose e ordinate performances. Lo studio era frequentato con una certa continuita' dal cantautore saccense Nuccio Bilello, gia' autore di una ancora sconosciuta ''Potta Vagnu"( poi ripresa dal nipote Ivan Segreto), oltre che da altri giovani musicisti con i quali successivamente Andrea Venezia (all'armonica) diede vita a due memorabili stagioni musicali nel '93/94 con la ''San Quintino Blues Band'' (rock/blues). Da ricordare comunque che i locali dello studio furono teatro di fatti culturali di un certo rilievo: dalle estemporanee performances musicali durante le frequenti mostre che il pittore Rosario Bruno organizzava nel suo atelier/laboratorio, adiacente allo studio, allo straordinario recital poetico di due artisti dell'antigruppo siciliano ''Nat Scammacca e Ignazio Navarra''. Coerente con la propria natura nichilista lo st. eMMe consuma la sua breve esistenza con la materiale distruzione dei propri locali e delle proprie strutture, fatte letteralmente a pezzi dagli stessi componenti del gruppo. Poesia del gesto, iconoclasta e romantico. Di questa esperienza rimangono alcuni testi e poche registrazioni sparse di Venezia, ma già allora prendeva forma il mondo poetico musicale che viene riportato oggi nel suo primo album "Dalle macerie...", le prime bozze di alcuni brani da esso contenute, infatti, nascono proprio in quel periodo. In seguito VeneziA consumerà occasionali partecipazioni musicali in diversi gruppi rock/blues della Sicilia occidentale suonando l'armonica e contemporaneamente coltivando il proprio mondo musicale continuando a scrivere e abbozzare nuove idee in privato. Oggi VeneziA è artefice di poesie/canzoni molto particolari, scarne e spigolose, come la sua voce roca e cavernosa, che non promette nulla di buono e dalle sonorità prettamente acustiche e minimali. Il suo progetto artistico prende finalmente forma nel suo primo album (anche se registrato dall'artista nel corso del 2002 sempre al Minerva studio allora gestito da Vito Sabella che ne curò la registrazione) grazie all'impegno dell'associazione/etichetta MinervArt che ne ha curato la pubblicazione.