Casa Del Vento 900 2001 - Cantautoriale, Rock, Folk

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Sono sincero: scrivo questa recensione prima che finisca di ascoltare l’album al primo ‘play’. Lo so, deontologicamente questa pratica ‘tradisce’ alcuni presupposti fondamentali del mestiere, ma all’attacco di “Inishimore” so già come andrà a finire la questione. Di certo, prima della versione definitiva, avrò ritoccato questa recensione varie volte, ma il concetto da esprimere in merito a “900” rimarrà invariato nel tempo. E cioè: “(quanto) Ce n’era bisogno?”.

Che poi il disco piaccia, sia formalmente pensato e suonato bene non v’è dubbio, ma l’effetto fotocopia è sempre nell’aria. Un disco del genere sarà indubbiamente apprezzato da coloro che seguono i Modena City Ramblers, ma non porta assolutamente nulla di nuovo: c’è la tradizione, le classiche sonorità folk, la fisarmonica, i flauti e, al massimo, gli archi e qualche fiato in più. Penserete: tutto qui? Ebbene sì, nel lavoro non troverete molti spunti che vi facciano pensare a un effettivo nuovo percorso.

Le musiche, pur ricalcando gli standard della formazione principe in cui milita Cisco, sono di tutto rispetto: alle ballate (“Pioggia nera”, “Inishmore”, “Tra cielo e terra”, “Il fiume”) si alternano brani più movimentati (“Io no”, “Novecento”, “Brucia la città”), ma non mancano contaminazioni di sapore medio-orientale (“Circus la pauvrete”) e vaghi richiami alla scuola cantautorale italiana, vecchia o nuova che sia (De Andrè in “Notte di San Severo” e “Carne da cannone”, Capossela in “Falena”). Solo il singolo “A las barricadas!” sembra rischiare in termini sonori (peccato per la scelta infelice del vocoder!), tanto che piazzato come traccia d’apertura illude non poco. Il tutto, comunque, viene sapientemente miscelato per dare un’impronta riconoscibile (e riconducibile?) ad un sound che sia, per certi versi, rassicurante.

Anche per quanto riguarda le liriche si pesca a piene mani in tematiche già ampiamente trattate come quelle della memoria storica, della guerra, della lotta quotidiana contro il sistema et similia.

Nella sostanza, come già scritto, nulla di nuovo sotto il sole. Però, nel caso in cui la vostra dipendenza da queste sonorità sia ‘cronica’, consigliamo ascolti prolungati di “900” in attesa del quinto disco a nome Modena City Ramblers.

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La recensione 900 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-03-04 00:00:00

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