Radici nel Cemento Alla rovescia 2001 - Reggae

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Metto su. Sentiamo... e vediamo che roba è... bastano quattro secondi per sentirsi a proprio agio, sì. Perchè il reggae è così... socievole. E allora mi lascio trasportare... sono seduto al computer, muovo un poco le braccia, i piedi, le spalle, la testa... tutto mentre batto sui tasti. Prendo in mano i due fogli allegati al cd, e me li leggo. La band nasce nel 1993, da allora le Radici hanno realizzato tre dischi, di cui questo "Alla rovescia" è l'ultimo. I quindici brani che lo compongono scorrono sicuri e tranquilli, come un fiume che sa dove deve andare, così in breve tempo mi accorgo di aver già ascoltato tutto il cd... e quindi ricomincio. La prima traccia è la title track e canta: "Certe volte il mondo gira alla rovescia"... ed è poco più che facile pensare a due tre telegiornali... due tre cartelloni pubblicitari... due tre singoli in classifica... per dire: "ok avete ragione, il mondo va alla rovescia". La seconda traccia prosegue su questo sentiero: "echelon" narra infatti l'assurdità della spirale tecnologica in cui siamo finiti... così "soltanto una via" racconta le sventure della vita delle prostitute... mentre "liberatelo" e "dub fi mumia" parlano della reclusione, il secondo pezzo è un remix dub del primo e fa riferimento alla questione del giornalista di colore Mumia Abul Jamal, negli USA, rinchiuso ingiustamente (per approfondimenti www.freemumia.org)... e allora mi sorge un dubbio: che "alla rovescia" sia un concept album sulle stranezze del nostro mondo, che ha preso a camminare come i gamberi? può essere... anzi, ne sono quasi certo, anche se non mancano canzoni più leggere, adatte a spezzare... a fare una pausa di contenuti... ci sono quindi canzoni più divertenti, come "cicileu" (ormai l'unico aggettivo che mi viene per le canzoni che chiedono la legalizzazione della marijuana è "divertenti"...), o le storie d'amore, come "la donna mia", o la simpatica "pappa e ciccia": è un disco ben equilibrato, la cui realizzazione è impeccabile e qualitativamente pari al livello di Africa Unite e Reggae National Tickets, pur essendo un cd autoprodotto.

Devo segnalare l'uso del violino (tutto sommato balcanico) nella undecisima traccia "Gattabuia", la presenza di Madaski in "Echelon"... e gli incredibili cori in "senza parole"... con le voci (tutte femminili) che sembrano uscire da un film anni settanta.

Consigliato!

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La recensione Alla rovescia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-04-01 00:00:00

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