Enrico Falbo Canti Silvani 2010 - Folk, Dark, Ambient

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Un album che può far immaginare a tratti un primo Franco Battiato acustico. Che nella ricerca sperimentale, quasi kraut, condotta però con strumenti acustici e della tradizione popolare campana, ricorda esperimenti come quelli che furono negli anni '70 dei Saint Just di Jenny Sorrenti o dei primi tre album solisti di suo fratello Alan , poi assurto a ben altre glorie discografiche. Proprio l'influenza di dischi come "Aria" e "Come un vecchio incensiere all'alba di un villaggio deserto" è forse quella predominante (si senta l'uso della voce in "Viaggio verso Zora").

Per una volta il contributo che viene dalla tradizione popolare non si risolve in quel mero bozzettismo oleografico, celebrazione di un mondo d'arcadia mai esistito se non in qualche fantasia ideologica, di cui sono esempi prima il revival folk e poi la world music, ma, come nelle pagine migliori della sperimentazione Seventies (gli stessi peraltro che figliarono quanto stigmatizzato prima), diventa spinta all'esplorazione di mondi arcani e ancestrali, anch'essi immaginari, certo, ma dichiaratamente. In tutto questo non è estraneo neppure il segno impresso dai Dead Can Dance, ma più a livello concettuale che come effettiva impronta sonora. Notevoli anche le aperture classicheggianti di "Overture del Non-Ritorno". Bello, evocativo, onirico, generatore di occulte fantasie esoteriche ambientate in quelle selve citate nel titolo.

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La recensione Canti Silvani di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-08-31 00:00:00

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