SAMURAI Samurai 2012 - Rock, Electro, Pop rock

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Un ottimo biglietto da visita, magari da presentare a discografici in cerca di qualcosa da "cucinare" al volo

Arrivano in ritardo i Samurai rispetto all'infornata di gruppi che sponsorizzò Casasonica e l'omonima etichetta di Casacci. Non avrebbero infatti sfigurato all'interno di un catalogo che ha annoverato, fra le altre, le produzioni di Sikitikis e LNRipley, due band che da queste parti sono piaciute molto. Naufragata quell'esperienza - e dispiace molto - praticamente nel nulla, l’esordio degli stessi Samurai si fa notare principalmente per un aspetto, ovvero per - passatemi l’immagine - quella patina di subsonicità che condiziona gran parte del disco. Trattasi probabilmente di un processo inconsapevole, ma all’ascolto il sound del quartetto rimanda inevitabilmente quella cosa lì.

Precisato quest'aspetto, le 8 tracce con le quali si presentano i "quattro ragazzi, più corrente elettrica, più sonorità belle distorte e rabbia che neanche gli adolescenti hanno più", raccontano di una band potenzialmente in grado di ambire a palcoscenici da migliaia di persone. È evidente la grande capacità di scrivere e arrangiare canzoni secondo gli standard mainstream - e, intendiamoci, trattasi di un complimento - (ri)pescando intuizioni e sonorità di un repertorio italiano che va dai Casino Royale di "Sempre più vicini" ("Divorami" e "Camera d'aria"), con un pizzico dei Soulwax degli esordi, agli Alibìa di “Tra tutto e niente” ("Triplo secco", "Trama"), toccando persino alcune soluzioni canore de Le Vibrazioni ("Hai ragione tu").

Funzionano meno, invece, le tracce poste in chiusura ("Quello che resta di me", "Senza fondo"), paradossalmente quelle il cui sound lambisce le sponde dell'isola Subsonica e i suoni con le sfumature di elettronica non paiono poi così ricercati. Il risultato finale ci pare comunque degno di attenzione e un ottimo biglietto da visita, magari da presentare a discografici in cerca di qualcosa da "cucinare" al volo.

Resta assodato che i Samurai anche facendo tutto da soli potrebbero riuscire in qualcosa di importante; ma è evidente che in questo momento servirebbe qualcuno con più esperienza seduto dietro al mixer (e magari più che ad un Casacci penserei ad uno come Marco Trentacoste). Staremo a vedere.

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La recensione Samurai di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-05-11 00:00:00

COMMENTI (2)

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  • ilsamurai 12 anni fa Rispondi

    Trentacoste, quanto ci costi?

  • solvye 12 anni fa Rispondi

    Trentacoste, magari!