No strings leftLa prise de la Bastille2010 - Rock'n'roll, Punk, Indie

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Un esordio che è tutto un programma. Fin dal titolo e dall'immagine del booklet si intuisce che questo "La Prise de la Bastille" è un disco denso di cose importanti. Partiamo dalla copertina: una Bastiglia cyber punk è assediata da rivoluzionari con chitarre e maschere antigas. I colori, la tecnica con cui è realizzata, sono un omaggio alla pittura futurista, al dinamismo ottico di Boccioni. In "Avant La Bataille" si affilano le armi e si delinea la poetica che guida questo quartetto napoletano: Carmelo Bene declama il grido di violenza e rivoluzione lanciato dall'Italia attraverso il Manifesto Futurista di Marinetti. Liberare il nostro paese dai professori, dagli accademici vuol dire avere una diversa idea di cultura, finalmente svincolata dalle polveri dei dogma, dai benpensanti, dai freni e dalle inibizioni. E l'esaltazione della velocità e della macchina declamata in apertura è sapientemente tradotta in dodici brani che sguazzano nel fetore del punk, di quello a cui tanto indie rock contemporaneo deve la sua stessa esistenza.

Non ci si spaventi se alcuni brani ricordano troppo i Libertines per la furia chitarristica o l'inglese biascicato alla Pete Doherty. Non è e non potrà essere questo un limite: sono italiani e pensano all'Italia. Hanno intuito che c'è bisogno di una scossa, di una rivoluzione, di una sua presa della Bastiglia. Ecco perché il futurismo funge bene da ponte tra la nostra tradizione e quella d'oltre manica (evidenti sono anche le influenze degli Who in "Get Me Out"). E quando si concedono dei momenti di calma la melodia prende il sopravvento.

Rimanendo sempre all'interno di schemi già ben tracciati, "La Prise De La Bastille" è un vaso di Pandora ricco di sorprese: garage rock e cyber punk ("No string left", "Manage your beauty"), beat rock e surf punk ("Little Song To Dance To", "The Eternal Promise of Charm"), Kerouac e i Motorpsycho, Marinetti ed Orson Welles… insomma, la capacità del gruppo sta nel non far crollare mai questo castello di carte, costruito con minuzia e spontaneità. Vera e propria urgenza registrata in presa diretta. Se ancora rivoluzione non è, prepariamoci alla battaglia.

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La recensione La prise de la Bastille di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-11-05 00:00:00

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