Atomika Kakato Old Wave Prophets 2010 -

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Sorvolando sul nome. Sorvolando sull'ironia malriuscita. Sorvolando sul tremendo artwork del disco. Sorvolando sulla pacioccona pronuncia inglese. E sorvolando su tante altre cose, tutto sommato questo "Old Wave Prophets" ha un suo motivo di esistere. Il problema, irrisolvibile, è però di galleggiare in un oceano di mediocrità, senza infamia, senza lode, senza bello, senza brutto. A dovere di cronaca, questi quattro personaggi con gli strumenti ci sanno anche fare e se uno di loro ha suonato con gli A.F.A. e visto da dentro I Dischi del Mulo, la faccenda può dirsi più seria del previsto. Di evidente a primo ascolto c'è la conoscenza enciclopedica degli anni ottanta, con una sensibilità spiccata verso la new (anzi, old) wave più poppettosa e tastierosa d'oltremanica. Forti di questa passione, si spingono però ai confini della cover band, frullando i primi U2, qualcosa dei Duran Duran, la parte più easy dei Cure, tanto dei Joy Division, una spruzzata di XTC. Se però le influenze sono prestigiose e lodevole è il tentativo di "macchina del tempo", ciò che resta è un copia-incolla ben confezionato, ma tanto anonimo.

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La recensione Old Wave Prophets di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-12-03 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • nachofever 14 anni fa Rispondi

    Tra le righe leggo che questi sono bravi musicisti appassionati di musica... forse non sono molto innovativi? Bhè questo non deve essere un demerito, visto che tanti gruppi strafighi non sono per niente innovativi. Per dare un giudizio più serio passerò all'ascolto dei pezzi (sarebbe bello che ogni band caricasse almeno due pezzi)