Ascoltando "Someone else's songs" si ha l'impressione che i Jackie Y abbiano avuto una folgorazione ispiratrice di ritorno da un lungo viaggio anacronistico in terra Statunitense. Canzoni da ascoltare sorseggiando un bel bicchierone di whisky d'annata, davanti al focolare, riempiendo il tempo con qualche chiacchiera. Perché il maggior difetto dell'album è quello di non catturare l'attenzione, di rimanere là sullo sfondo e di essere marchiato a fuoco con un sound piacevole e ben confezionato ma troppo circoscritto. Classiche ballads d'oltreoceano si alternano a pezzi più sostenuti, mai così cattivi da far venir voglia di mettere da parte il bicchiere e lasciarsi prendere dal fluire delle note, calmo o sostenuto che sia. I Counting Crows avrebbero alzato il tiro con l'energia che fa la differenza, anche se defilata in un lento dal sapore amaro. Così si arriva presto alla fine del disco, coscienti che non ci si è mai mossi dalla poltrona perché non è arrivata nessuna scossa emotiva. Piccoli ostacoli che non fanno nascere nell'ascoltatore l'interesse di mettersi in viaggio, più che altro perché conosce fin troppo bene quello che troverà una volta arrivato.
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La recensione Someone else's songs di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-02-23 00:00:00
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