Franco Battiato Fleurs 1999 - Cantautoriale, Elettronica

Disco Delorean Fleurs precedente precedente

Il maestro catanese alle prese con un'ammaliante selezione di cover in gran parte ripescate nel repertorio degli anni Sessanta

Una vera sorpresa, l'ultimo lavoro di Franco Battiato. Registrato in due giorni nella sua casa alle pendici dell'Etna, Fleurs - esempi affini di scritture e simili è un'ammaliante selezione di cover in gran parte ripescate nel repertorio degli anni Sessanta, completata da due inediti che l'artista catanese ha composto in coppia con l'ormai inseparabile compagno d'avventure Manlio Sgalambro.

Operazione che - ammettiamolo - ci rende piuttosto sospettosi, vista l'ultima mania discografica di pubblicare antologie musicali di fine secolo… In questo caso, ogni dubbio circa l'onestà del progetto viene immediatamente fugato. Fin dal primo ascolto l'album si rivela una emozionante e personale rilettura di brani scelti per motivi unicamente affettivi: Aria di neve e Te lo leggo negli occhi di Sergio Endrigo, La canzone dell'amore perduto e Amore che vieni amore che vai di Fabrizio De Andrè, E io tra di voi di Charles Aznavour, La canzone dei vecchi amanti di Jacques Brel, Che resterà, di Charles Trenet (con un testo scritto da Gesualdo Bufalino), J'entends siffler le train di Richard Anthony, l'hit dei Rolling Stones intitolato Ruby Tuesday e perfino la romanza napoletana Era de maggio. Da segnalare, inoltre, i due inediti finali: la splendida Medievale in cui riaffiora il gusto dell'artista per la musica orientale, e Invito Al Viaggio, in cui Sgalambro recita versi liberamente ispirati ad un'omonima poesia di Baudelaire.

Esiste un filo comune che lega le varie canzoni, ed è quell'affinità di scrittura richiamata nel sottotitolo, unita a una certa malinconia di fondo. Abbandonati i fasti epicheggianti e la produzione ipertrofica delle precedenti pubblicazioni, Fleurs affascina per grazia e sobrietà, con arrangiamenti minimali e atmosfere delicatamente cameristiche, che profumano di misticismo. Sulle soffici melodie imbastite dal pianista Michele Fedrigotti e dagli archi del Nuovo Quartetto italiano, accompagnato dalle seduzioni canore del sopranista Simone Bartoli, monsieur Battiato sembra riscoprire la tradizione liederistica europea già esplorata in Come un cammello in una grondaia: il canto si riscalda, acquista riflessi di inconsueta dolcezza, si libera in vocalizzi sussurrati da crooner.

Un disco splendido.

 

---
La recensione Fleurs di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-01-18 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia