Giorgio Li Calzi Organum 2011 - Jazz

Organum precedente precedente

Limpido, lento e rilassato, il jazz di Li Calzi si scioglie in rivoli di elettronica, pop ed ambient

L'eclettismo e la curiosità sembrano essere la cifra del curriculum di tanti jazzisti, e Li Calzi non fa eccezione. Trombettista e pianista di lungo corso, Giorgio ha affrontato negli anni le situazioni musicali più disparate, suonando e collaborando con cori, compositori, cantanti bitonali, musicisti di rock ed elettronica. Anche questo suo nuovo disco ne conferma la voglia di fare ed esplorare.

"Organum" è giocato su un'elettronica malinconica, dai toni soffusi, che restituisce spesso atmosfere da Radio Montecarlo. Li Calzi si fa carico di tromba, synth e piano ed è il fil rouge che unisce i pezzi, che di volta in volta si spostano da algide sponde elettroniche a più temperati deserti jazz, acquistando dinamicità e saltuaria forma canzone grazie agli ospiti, da Retina.it a Thomas Leer, e ai collaboratori, che introducono elementi e strumenti più prosaici e rock.

Taglia e cuci di collaborazioni a distanza, overdub di voci, il collage di suoni e culture musicali riesce bene, un Martini che farebbe contenti i personaggi di Hemingway. In particolare, i pezzi con voce, come "Eyes wide open" o "The truth of a chinese whisper", risultano classici, ma ben confezionati, mentre gli strumentali alternano episodi ricchi di dettaglio o charme cinematografico, come "Madonna delle lamiere" o "Blue lights", ad altri che risentono dell'eccessiva pulizia e linearità del suono.

Nel complesso, una buona prova, ricca di spunti e con passaggi anche molto piacevoli, che tuttavia rischia, nei suoi momenti più diafani, di rimanere appannaggio di chi con l'elettronica da camera ed il jazz più rilassato ha un feeling più che naturale.

---
La recensione Organum di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-12-22 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia