Bruno Bavota Il Pozzo d'Amor 2010 - Strumentale, Acustico

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Esperimento prima dell'ascolto. Prendete un amico musicista che ha un po' di dimestichezza con il pianoforte, mettetegli davanti qualche pezzo facile, di quelli per bambini, meglio se in minore, e chiedetegli di suonarvelo. Scoprirete che anche i pezzi più semplici, con un minimo di consapevolezza delle potenzialità dello strumento, diventano piccole occasioni pret-à-porter per perdersi nell'indeterminatezza delle proprie emozioni.

Bruno Bavota questo lo sa bene. Le dodici tracce che compongono il suo album d'esordio "Il pozzo d'amor" sono costruite attorno al principio della semplicità e dell'essenzialità. L'intenzione, almeno dichiarata, è quella di indagare le profondità dell'amore. Ma siamo sicuri che per farlo basta ricorrere a qualche rallentando o esplorare la gamma dei pianissimo? D'altro non c'è traccia.

Alla melodia, infatti, manca quella discorsività irresistibilmente pop che ha fatto di Giovanni Allevi il pianista italiano più conosciuto e mal visto degli ultimi tempi. E nell'impianto più generale delle composizioni non vi è alcun accenno a soluzioni armoniche meno prevedibili. La semplicità, che talvolta coincide con la ripetitività, diventa un limite e sottrae forza all'autonomia delle composizioni.

La musica di Bavota si accontenta allora di evocare l'immediatezza delle emozioni indistinte, come il piacevole sottofondo di uno spot pubblicitario che dura pochi minuti. È quello il tempo di un'emozione. Qualche volta però varrebbe la pena confrontarsi con la flagranza, con i contorni accesi e la durevolezza dei sentimenti. Soprattutto se si tratta d'amore.

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La recensione Il Pozzo d'Amor di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-07-04 00:00:00

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