My Cat Is An Alien …ascends the sky 2001 - Stoner, Noise, Alternativo

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Gli alieni – che evidentemente non trattasi solo di gatti – perseguono il loro progetto di invasione e colonizzazione del pianeta, producendo disordinatamente materiale con elevata frequenza, svariate forme e ragione sociale, tanto che muoversi nella discografia dei My Cat Is An Alien è compito assai gravoso.

“…ascends the sky”, che azzardo a definire quinta produzione del duo torinese, consta di una lunga suite che esula dalle selvagge e a tratti urticanti sperimentazioni/provocazioni sonore cui ci hanno recentemente abituato, avvicinandosi piuttosto ad una estrema dilatazione e scarnificazione di modelli meno manipolati e in parte ascrivibili ad una pur sfuggente ortodossia. Fin dalle prime battute ci si può abbandonare all’arpeggio proto-mogwaiano che fa da orpello ad un sonnolento e ossessivamente penetrante drone dall’andamento ondulatorio, sotto cui è undibile un crescente gorgheggio ottenuto sfregando oggetti metallici sulle corde della chitarra, il tutto reiterato per una quindicina di minuti sino all’apparizione dela voce di Maurizio – evento tanto raro nella storia dei My Cat Is An Alien quanto benvenuto – che strozza le parole di “Morning” di William Blake. Dopodichè subentra il secondo dei cinque/sei movimenti in cui le nostre istanze di categorizzazione pretendono di vedere articolata la lunga suite: il drone monotonale si prolunga attraversando un universo di tenui rumori cosmici, oscillatori e vibrati che produco dei battimenti tridimensionali. Suoni altri, suoni alieni, come campi elettromagnetici modulati in frequenze udibili, che evocano i rumori delle navicelle spaziali dei film di fantascienza anni ’60 o gli effetti audio di “Incontri ravvicinati del terzo tipo”.

Si entra in una sorta di trance rotta dall’improvvisa entrata di un piatto percosso velocemente che introduce un lungo diminuendo – forse la parte meno convincente – attraverso al quale si approda in uno spazio silenzioso accarezzato da riverberi subacquei: un silenzio da cui muove l’etereo sussurro soffocato di Roberto che ripete magneticamente “...ascends the sky”. Nei tredici minuti conclusivi si riaffaccia la chitarra che reitera senza variazioni sostanziali un arpeggio argentino e minimale che incalza la voce di Roberto che nel frattempo si fa più (troppo?) enfatica e teatrale.

In ultima analisi si tratta di un lavoro molto ambientale, che trova in ciò il principale punto di forza, tanto da contribuire all’accettazione di parti che più di uno potranno trovare esageratamente prolisse o addirittura vacue, anche se, per chi scrive, alcune parti nella seconda metà della suite sembrano effettivamente trascinarsi oltre misura.

È evidente tuttavia che si tratta di un lavoro inatteso a questo punto dell’evoluzione del verbo dei My Cat Is An Alien, che abbandonano la strada dissestata dello sperimentalismo urticante a favore di una formula meno conturbante cui consegue un insolito grado di ascoltabilità, ma non per questo priva della consueta ricerca puntigliosa nel trattamento dei suoni.

I picchi dell’omonimo esordio del 1998 rimangono probabilmente ancora inviolati, ma questo “…ascends the sky” è tutt’altro che da ignorare.

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La recensione …ascends the sky di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-12-28 00:00:00

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