Saint Lips Charm 2011 -

Charm precedente precedente

Ogni generazione ha il suo Decennio con la d maiuscola, e ogni generazione è pronta a guerre senza quartiere contro chiunque osi sminuire la valenza culturale del suo Decennio. Per noi nati negli anni a cavallo fra il punk e la new wave, il decennio investito dello status di epoca d'oro sono gli anni novanta. E non abbiamo mica tutti i torti: ci sarà un perché se nei locali dove si suona la musica giusta non mancano mai i Nirvana, i Blur e... ops, lo sto facendo, sto difendendo il mio Decennio dalle potenziali obiezioni di quelli che gli anni sessanta, no i settanta. Comunque, che si appartenga o no alla generazione suddetta, non si può negare che, come d'altronde tutti i decenni, gli anni novanta qualcosa di cui far tesoro l'hanno lasciato. E i Saint Lips se lo sono preso.

Attingendo senza remore ai repertori più radio-friendly del periodo, per trovare la formula della perfetta canzone college-rock, come la chiamano gli americani. I quali non hanno, come ce l'abbiamo noi, l'ossessione di dover separare il rock dal pop, l'alternativo dal radiofonico, l'alto dal basso, e quindi probabilmente apprezzerebbero "Charm", e forse proporrebbero ai Saint Lips di fare le guest star nell'episodio del prom di un teen-drama. E sarebbe imperitura e meritata gloria per il quintetto romano e i suoi cantabilissimi inni, appena induriti da chitarre di matrice grunge e dal finale hard di "Yourself", un salto indietro di altri vent'anni. Il resto è Cranberries, Hole, Smashing Pumpkins, divagazioni nella Glasgow delle "canzoni del buongiorno" ( The Vaselines, Camera Obscura...), chitarre slide di sapore californiano e una produzione a tratti un po' pesante nel suo voler essere internazionale: certi effetti sulla voce, per esempio, sono abbastanza fini a se stessi, anche perché Valentina Barletta se la cava benissimo al naturale. A parte ciò, gli ospiti illustri (Bobby McIntyre, Scott Bennett, Whitey Kirst, Mike Garson, oltre ad Afterhours, Roberto Angelini, Cesare Basile) hanno svolto un buon lavoro, facendo di "Charm" un bell'esempio di come si possa snobbare lo snobismo ed essere insieme rock e pop, alternativi e radiofonici, alti e bassi.

---
La recensione Charm di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-06-20 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia