The Chimney Sweepers What do you wake up for? 2001 - Ska

What do you wake up for? precedente precedente

Forse mi sbaglierò, ma mai come in questi ultimi anni lo ska e famiglia (core e affini) sta avendo una popolarità inaspettata tra i giovani e mezze età (mi ci metto anch’io).

Quando ho iniziato ad ascoltare “what do you wake up for?” dei The Chimney Sweepers di lunedì mattina - il momento notoriamente peggiore della settimana e il titolo dell’album certo non aiutava… - non sapevo se mettere il volume ‘a palla’ (ma alle 6:30 il condominio mi averebbe cacciato a calci nel culo…) o, cosa che poi ho fatto, indossare le cuffie e spararmi i suoni di questo ska-core direttamente nei padiglioni auricolari.

Il risultato è stato una giornata piena di sorrisi e, benchè la nebbia imperversasse, con tanta voglia di spaccare il mondo. Detto questo faccio la parte del critico serio e soprattutto severo, poiché i complimenti ho deciso di snocciolarli subito e quindi dico che la chitarra di Ceo e la voce di Mone sono le cose più belle che ho potuto udire negli ultimi mesi (non oso dire anni perchè farei torto almeno ai Meganoidi che apprezzo e ammiro).

Fiati strettamente indispensabili (mai assoli, bravi!! , basso e batteria all’altezza anche dei momenti più punk del disco; 12 brani in levare che lasciano il segno (devo consigliarvene qualcuno? “Melancolic S.K.”, “Boring town” e “Count me out”; basta così se no rischio di consigliarvi tutte le tracce).

Il fatto di non trovare una canzone che potrebbe essere scelta come primo singolo (di solito la più commerciale, ma qui di commerciale c’è veramente poco) la dice lunga sull’esordio di questi ragazzi. I testi spaziano dalle cose più adolescenziali, senza pretese (“Superceo”), a quelle più ‘impegnate’ (“Unpleased truth”).

Adesso veniamo alle note dolenti. L’unico appunto che mi sento di rivolgere alla band, partendo dal presupposto che sono alla loro prima esperienza, è quello di non cantare in italiano. Scusate ragazzi, ma per me questa è una cosa su cui difficilmente non mi soffermo; per carità, anche l’inglese va bene, ma come la penso io, cantare in italiano è decisamente meglio per arrivare al ‘cuore’ dei futuri fan. E non credo proprio che così facendo il sound perderebbe di efficacia.

Comunque, come si usa dire parlando di gruppi alla prima esperienza e con molte possibilità…: “sentiremo sicuramente parlare molto di loro”.

---
La recensione What do you wake up for? di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-01-16 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia