Cristiano Angelini L'ombra della mosca 2011 -

L'ombra della mosca precedente precedente

È questione di mettersi d'accordo. Fare "musica d'autore" (aumentate pure il numero di virgolette a piacimento) nel 2011 cosa vuol dire? Vuol dire raccontare quello succede nel tempo presente. Oppure vuol dire prendere cinquant'anni di storia e cercare di far compiere un passo avanti (ma anche laterale) al genere. Oppure significa aderire a un canone e adattare ad esso ogni aspetto della propria produzione artistica. Cristiano Angelini ha scelto la terza strada.

Il risultato è che il suo disco è uscito nel 2010, ma sarebbe potuto uscire nel 2000, nel 1990, nel 1980 o nel 1970. Senza suonare mai fuori tempo, senza essere mai inserito nel proprio tempo. Quello di Angelini è un cantautorato raffinato e di classe, che fa del testo il centro di tutto. Peccato che i testi siano dei meri esercizi di stile, che prendono temi stantii e li riempiono di parole sterili e spesso vuote di significato. Un esempio su tutti, "La polvere dei guai", un brano dedicato alla figura del viandante. Sì, dice così, "il viandante". Roba che neanche il Mercante in Fiera.

Eppure tutto è fatto con una cura e una professionalità da applausi. Non puoi dire nulla a un disco così, perché tutto è al posto giusto. Ma un disco così a sua volta non dice nulla. Perché, tornando alla tre strade di cui si parlava in apertura, quella scelta da Angelini è una strada da museo, da laboratorio. "L'ombra della mosca" è un diorama che si può osservare e ammirare, ma che è fermo, immobile, nient'altro che una riproduzione di qualcosa che un tempo era vivo. Nel frattempo, accanto, scorrono gruppi e cantautori forse più sporchi, certo meno raffinati. Ma con il coraggio di confrontarsi con il proprio tempo.

---
La recensione L'ombra della mosca di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-10-10 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia