Joseph Ride Joseph Ride 2011 - Lo-Fi, Pop, Folk

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Un songwriting delicato e discreto. Morbido e al contempo vitale. Qui, prevale l’intimismo.

Le corse fra i campi di girasole. Sterminati. E poi fermarsi, riprendere fiato e stendersi a terra, a pancia in su, a guardar le nuvole passare. Le chitarre, le sigarette, la discografia di Elliott Smith caricata nell’iPod. Le polaroid scattate e poi sistemate “accuratamente a caso” sul cruscotto dell’auto prima della partenza. Un “mini EP on the road”. Lo spirito è quello, o perlomeno è ciò che provo ascoltando Joseph Ride. La sensazione di un breve viaggio. Una fuga consumata in mezzo al verde, in campagna. E poi il ritorno a casa nella propria cameretta.

Non un esordio eccezionale e trascinante, ma sarebbe un peccato se il disco passasse totalmente inosservato. Per quale motivo? Semplice, c’è della bellezza, anzi, c’è una bella sensibilità, una dolcezza malinconica e piacevole. Un songwriting delicato e discreto. Tutto è molto morbido e al contempo vitale. Easy-listening a sei corde. Un cantautorato con una netta inclinazione per le sonorità U.S.A. Dal folk al grunge.

Gli errori però li percepiamo proprio quando l’indole è eccessivamente traviata, corrotta e poi portata alla deriva dagli accordi rubati ai Nirvana, dalle atmosfere ricalcate dai Pavement e dai fastidiosi, in quanto poco azzeccati, innesti rock’n’roll. L’intimismo, la “leggiadria” e l’attitudine lo-fi sono i punti di forza di questo progetto, e sono aspetti che andrebbero sviluppati maggiormente. “People from your town” è davvero una piccola gemma di armonia-melodia, che chiude la parte buona e intensa dell’EP. Le restanti tracce rimangono pallide, anzi, scolorite imitazioni di modelli d’oltreoceano.

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La recensione Joseph Ride di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-04-16 00:00:00

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