Irene a NewYork Inside EP 2012 - Rock, Indie, Electro

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L'idea che sta a monte del progetto dei giovani campani non è male, anzi, ma la strada da percorrere è ancora lunga

La modernità, costruita sulle idee di sicurezza, certezza, spazi protetti, nei quali far crescere i nostri progetti, le nostre relazioni personali, non esiste più. È stata spazzata via da un'altra modernità, fatta di insicurezze, qualunquismo e mediocrità. Questa è la babilonia generazionale che raccontano gli Irene a NewYork, attraverso un synth pop dalle sfumature cantautorali, in chiave lievemente ironica.

“Inside”, secondo Ep dei giovani campani, si poggia su giochi di tastiera, leggeri orpelli di chitarra e una batteria dalle trame lineari semplici. Mix, questo, a volte - quasi - convincente, come per esempio in “Black block”, nel quale la struttura della forma canzone è ben pensata e applicata: il suono complessivo è piacevole, scorre facilmente e riesce a mantenere vigile la nostra attenzione.

Ma se l'episodio sopracitato appare interessante, altrove - “Streaming (pop)”- a vincere è la noia. Sonorità che ammiccano arrangiamenti da pianobar, una prosa che esprime un disincanto amoroso facilone, accompagnato da una denuncia sociale da oratorio. Nell'insieme, “Inside”, accoglie 3 tracce, che incasellano gli Irene a NewYork, come una sorta di strano ibrido - qualitativamente altalenante - tra i Cani in rotta di collisione con i Baustelle.

L'idea che sta a monte del progetto dei giovani campani non è male, anzi, ma la strada da percorrere per concretizzarla in un disco convincente è ancora lunga. In definitiva, manca ancora la sostanza: una maggiore stratificazione di idee, che doni al progetto una via personale.

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La recensione Inside EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-10-15 00:00:00

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