Gianmarco Martelloni Fiamme 2012 - Cantautoriale, Pop rock

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Se c'è una via italiana al pop scritto e suonato con tutte le carte in regola, Martelloni ne ha da giocare.

Non è un disco facile da recensire il secondo di Gianmarco Martelloni: è svanito, inevitabilmente, l'effetto sorpresa dell'esordio e, proprio come successe con "La superficie del mare", non è facile trovare elementi di paragone nell'attuale scena neo-cantautorale italiana.

La musica dell'artista bresciano è infatti molto distante dalle diverse correnti che animano in questi anni il panorama dei cantautori dello Stivale; sarà per scelta volontaria o attitudine inconsapevole, "Fiamme" prosegue il discorso inaugurato 4 anni fa. Per chi, quindi, era rimasto affascinato dalla proposta di Gianmarco, servirà pochissimo per riconoscere i tratti tipici di uno stile a suo modo personale. Per tutti gli altri valga (ancora) quanto detto in passato, ovvero che la cifra stilistica del Nostro è ancora debitrice non poco della musica firmata Denovo.

In questo lavoro è presente - come prima, più di prima - quel gusto pop che proprio la band catanese seppe plasmare in un'alchimia più unica che rara. E in queste 10 tracce (più una cover de "Il vino" di Piero Ciampi, riuscita a metà) si riparte proprio da quel mood (esattamente come succedeva su “La superficie del mare”): l'iniziale "Venti giorni" vi scaraventa in un tourbillon di bei ricordi se negli anni '90 eravate anche voi adolescenti irrequieti alla ricerca di fresca musica pop 'made in italy'. Ma anche nel caso in cui all'epoca non foste ancora nati, vi sfido a rimanere indifferenti davanti a pezzi come "Il vento" (in cui si racconta anche della "primavera araba" da un inedito punto di vista), "Sono pronto" (un tributo ai Kings Of Convenience), "L'odore dei fiori" (ballatona mozzafiato sulla scia degli Scisma) e la migliore del lotto, nonchè la più incazzata, "Chiedici scusa", una sorta di bellissima anti-preghiera nei confronti della divinità e di molti aspetti che riguardano la dimensione spirituale/esistenziale dell'uomo.

Subito dopo il cerchio si chiude con la title-track, altra splendida metafora in cui si racconta dell'incomunicabilità di coppia ("io vedo fiamme intorno a me / e fiamme all'orizzonte / ma non c'è un modo per capire / perché il vento ha cancellato le parole").

Aggiungendo altro si rischierebbe di rovinare le aspettative appena generate, ma questo album e quest'artista meritano più attenzioni di quanto critica e pubblico gli abbiano finora riservato. Perché se c'è una via italiana al pop scritto e suonato con tutte le carte in regola, Martelloni ne ha da giocare. Non chiedetegli però di fare qualche trovata paracula: gli riuscirebbe malissimo - e non è certo quella la cosa che sa fare meglio.

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La recensione Fiamme di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-06-29 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • nachofever 12 anni fa Rispondi

    Il disco sembra bello ma la copertina è una figata!