Araba Fenice [Emilia Romagna] Entra nel tempio 2012 - Rock, Pop, Folk

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Folk all'italiana, ben suonato ma carico di cliché. Per gli amanti del genere.

Il folk all'italiana, ormai, è più che ben consolidato nel nostro dna. Accusare una band come gli Araba Fenice di dovere troppo ai Modena City Ramblers, e molto di più alla Bandabardò, è un cavillo di forma. Anche se la voce ricorda tanto Erriquez, accarezza le note in minore come fa lui, è calda e al tempo stesso malinconica come la sua. Sinceramente non lo vedo come un plagio, vuol dire saper cantare bene. Il gruppo che l'accompagna è di pari livello: suono pulito e ben registrato, sanno spaziare tra le armonie, giocare con i flauti e le atmosfere sudamericane. C'è anche del cantautorato, di quello più smaliziato, intelligente e pop in stile Samuele Bersani; ed è un bene perché vuol dire che non è loro interesse ingabbiarsi in unico filone, da buoni freakkettoni è obbligatorio avere fantasia. 

Nei testi, invece, c'è sicuramente meno verve. Ci si ritrova a fare discorsi sull'ispirazione, sulla musica, sull'amore, sull'Italia, sui televisori, sui sondaggi, sull'eutanasia, sui viandanti o, meglio ancora, su una perpetua idea di viaggio.  E un po' cadono le braccia. E' una componente classica, per non dire storica, del tipo di immaginario che hanno scelto di cantare. Va bene. Ma nelle parole non trovo alcun guizzo personale, qualcosa che mi convinca che quella storia potrebbero raccontarmela solo gli Araba Fenice e nessun altro.

A ribadire che il mio compito di recensore non si può fermare a liquidare il tutto con un vago "per gli amanti del genere", c'è da sottolineare come l'intero il disco scorra piacevole da capo a coda, ma ha poche canzoni veramente forti. "Orso e libellula","T.P.I.", "Estate di follia", sono buoni esempi per dimostrare che gli Araba Fenice sanno proporre qualcosa di più articolato e denso del solito folk riempipiazze. Ma non sono ancora, definitivamente, memorabili.

Sono una buona band, più che adatta a rispettare i desideri di chi ama questo tipo di canzoni, non ancora all'altezza di bucare il tendone e arrivare ad emozionare tutti. Magari non gli interessa neppure.

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La recensione Entra nel tempio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-03-11 00:00:00

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