KubarkUlysses2011 - Sperimentale, Alternativo, Post-Rock

Ulyssesprecedenteprecedente

Un rock a metà tra metal e post, una band che deve ancora trovare la strada per tornare a casa.

Autostrada, auto che sfrecciano come anguille nell’oscurità, una notte come un'altra, una strada come un'altra. La linea bianca corre veloce al centro, ci son mani che la tirano quasi come se volessero giocare al tiro alla fune. Getto la mia sotto il sedile, stancamente, senza sapere il perché. Ulysses, Kubark, play. Parte una "Let Down" altrettanto stanca, un Andrea Nulla che per un attimo rende instabile il movimento delle mani sul manubrio. Lui è Nulla e io mi sento Nessuno come l’Ulisse che tenta di uscire dalla mia radio. La successiva "Ainsoph" ha il sapore di un cicchetto di rum buttato giù in un vecchio bar. "Love & Preach Hate", a volte bisogna decidere da che parte stare.

Riusciranno i Kubark a decidere? Un rock a metà, desta l’attenzione ma non troppo. Sembra quasi un Odisseo un po’ stanco di viaggiare. Ma cosa c’è dietro? Il progetto che ha portato a quelli che sono ora i Kubak affonda le sue radici nel lontano 2008, con l’intento di creare un tipo di musica che riprenda le caratteristiche principali di generi quali post rock, post metal e alternative. Il loro primo ep nasce esattamente l’anno successivo alla loro formazione. Nel 2011 prende forma definitiva Ulysses, disco più maturo rispetto al precedente ep, ma non effettivamente collocabile all’interno di un panorama musicale definito. E’ evidente che il loro intento di rifarsi al metal e al rock non è riuscito in maniera adeguata. Il rock è spento e la roccia si è frantumata. L’impronta c’è, ma l’impatto definitivo manca. Non avranno forse i Kubark dimenticato il primordiale istinto di comunicazione del musicista?

I Kubark cercano, provano, tentano, con le unghie e con i denti, ma pare proprio che il loro Ulysses abbia completamente perso l’orientamento. Probabilmente l’eroe ha solo bisogno di ritrovare se stesso, di capire chi è, per poi comunicarlo definitivamente a tutti quelli che cercano di capire la sua vera identità.

E così ci resta solo una domanda nella mente: Odisseo o Nessuno?

---
La recensione Ulysses di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-02-08 00:00:00

COMMENTI (2)

Aggiungi un commento Cita l'autoreavvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussioneInvia
  • ariannasica11 anni faRispondi

    Non sono per niente d'accordo con la recensione, la trovo piuttosto soggettiva e definire stanca il sound di Letdown non è proprio una definizione impersonale. Perchè stroncare quel poco di buono che in Italia è rimasto?

  • federico.gabellotti11 anni faRispondi

    Prima di stroncare,impariamo a scrivere?